Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

Poletti: “Servizio civile per i primi 40 mila giovani risorse ok, a fine anno il via” , di Valentina Conte

Imprese sociali come start up: potranno distribuire utili e fare crowdfunding, raccogliere capitali su Internet. Servizio civile universale, pagato, da inserire nel curriculum e svolgere anche all’estero, aperto (forse) ai giovani stranieri residenti in Italia. Cinque per mille strutturale, ma con obbligo di trasparenza per gli enti che ricevono i soldi degli italiani. Social bond per finanziare il sociale. Fiscalità agevolata. E un registro unico per il Terzo settore, una sorta di albo della solidarietà. Ministro Poletti, la riforma del Terzo settore approvata dal Consiglio dei ministri rappresenta davvero un «grande momento di svolta», come dice il premier Renzi? «Corrisponde all’idea, cara al governo, che la partecipazione dei cittadini è il terzo pilastro della società italiana, oltre a Stato e mercato. Non più dunque una Croce rossa, marginale ed emarginata, da usare quando lo Stato non arriva. Ma una protagonista per gestire i bisogni della collettività. Nessuno resterà a casa, tutti devono fare qualcosa». La riforma però è affidata a un disegno di legge delega, dunque non sarà operativa in tempi brevi… «Andrà a pieno …

"Che fare se la Sanità non regge più", di Luigi La Spina

In teoria, il nostro è il miglior sistema sanitario del mondo, perchè assicura l’assistenza gratuita a tutti. Lo sarebbe senz’altro, se fosse vero. È questa una delle tante illusioni di cui l’Italia si è fatta vanto in questi anni, compatendo non solo i poveri americani che hanno dovuto aspettare Obama per contare su una sanità un po’ più accessibile, ma anche i vicini di casa europei che possono godere, forse, di strutture ospedaliere più moderne ed efficienti, ma che pagano di più per essere curati. Ora, sembra che non sia più possibile continuare a mascherare la reale situazione di disagio e, in alcuni casi, di vera ingiustizia a cui sono sottoposti tanti italiani che si ammalano, perchè in molte regioni italiane la spesa pubblica per la sanità continua a crescere in maniera incontrollata, con il rischio che il nostro sistema di welfare faccia crac. Al di là dei solenni impegni di risanamento delle nuove giunte regionali, dopo la consueta denuncia degli sprechi attribuiti alla precedente amministrazione, i costi della sanità pubblica continuano a crescere per …

"Disuguaglianza la nostra sfida ", di Massimo D'Antoni

Uno degli effetti del persistere della crisi è l’attenzione crescente per il tema della diseguaglianza. Che l’aumento delle diseguaglianze economiche negli ultimi decenni abbia alimentato la bolla finanziaria che ha portato alla crisi è una tesi ormai ampiamente accettata. Secondo questa interpretazione, è stato l’impoverimento progressivo della classe media americana a incoraggiare l’indebitamento privato, che ha provocato la crisi e tuttora frena la ripresa. Il tema è particolarmente caldo oltreoceano, come dimostra anche lo straordinario successo del libro Il capitale nel XXI secolo di Thomas Piketty. L’economista francese documenta come i livelli di concentrazione di ricchezza stiano tornando ai livelli estremi raggiunti a fine Ottocento. Sembra essersi dunque interrotta la combinazione di circostanze che ha garantito, nel corso del XX secolo, quel capitalismo del benessere diffuso che siamo abituati a considerare come la condizione normale delle economie avanzate, e che è stata la cornice economica e sociale per lo sviluppo delle democrazie moderne. Europa e Nord America hanno conosciuto, a partire dalla prima guerra mondiale fino agli anni Settanta, una riduzione delle diseguaglianze sociali e …

"Se la salute non è per tutti fa scendere il Pil", di Pietro Greco

La speranza di vita differisce di molto in Europa. Eppure le «health iniquities» ci costano 233 miliardi: la crescita economica passaanche da qui, stare benegenera ricchezza Un bambino che nasce oggi in Malawi, sostiene l’Organizzazione Mondiale di Sanità (Oms), ha un’aspettativa di vita di 47 anni. Un bambino che nasce oggi in Italia ha un aspettativa di vita di quasi 83 anni. Una differnza di 26 anni. In Ciad 200 neonati su 1.000 muoiono prima di raggiungere i 5 anni di vita. Nell’Unione Europea la mortalità entro i primi 5 anni di vita è di 13 su 1.000: quindici volte meno che nel Paese africano. Non c’è dubbio: le differenze di salute tra l’Europa e le aree più povere del mondo sono enormi. Tuttavia le «health inequalities», le disuguaglianza di salute, esistono anche nel Vecchio Continente. E sono piuttosto marcate. La vita media in Romania è di 74 anni, in Ucraina di 71, in Russia, di 69 anni: rispettivamente 9, 12 e 14 in meno che in Italia (o in Svizzera o in Spagna). È …

"Stamina, i giudici e la scienza negata per i medici una questione di coscienza", di Adriana Bazzi

La fantasia dei giudici, almeno di quelli che si occupano del caso Stamina, non ha limite. Ieri il Tribunale dell’Aquila ha designato, con nome e cognome, il capo dell’équipe che dovrà somministrare a Noemi, una bimba di due anni con una grave malattia neurologica, un trattamento con cellule staminali per il 25 luglio prossimo: il «capo» è Erica Molino, la biologa della Stamina Foundation di Davide Vannoni. Una biologa, non un medico. Il Tribunale l’ha autorizzata a nominare i membri dell’équipe, a dettare le tempistiche e le modalità di esecuzione del trattamento agli Spedali Civili di Brescia. Nonostante tutto quello che si è detto e scritto sulla vicenda Stamina, dobbiamo prendere atto di alcune cose. I giudici (non tutti per la verità: a Torino Vannoni è stato rinviato a giudizio per tentata truffa) vanno avanti imperterriti sulla loro strada, «sposando» il metodo vannoniano e ignorando le indicazioni della comunità scientifica, contraria a questa terapia. I politici, più volte chiamati in causa, se ne stanno più o meno lavando le mani. Gli Ordini dei medici si …

"Non sono terroristi ma solo nemici", di Abraham B. Yehoshua

Quando Israele fu fondato nel 1948 i giordani bombardarono Gerusalemme, la posero sotto assedio e uccisero centinaia di suoi cittadini. I combattenti della Legione Araba conquistarono i centri ebraici di Gush Etzion, in Giudea, trucidarono molti israeliani e assassinarono a sangue freddo numerosi prigionieri. Ma durante tutti quei mesi di guerra dura e brutale nessuno definì i giordani «terroristi». Erano «nemici». E malgrado lo spargimento di sangue ci furono contatti tra ufficiali israeliani e giordani per raggiungere un accordo per il cessate il fuoco e la firma di una tregua precaria, ottenuta nel 1949 grazie alla mediazione delle Nazioni Unite. Prima della guerra dei sei giorni, nel 1967, i siriani bombardarono i centri abitati israeliani dell’alta Galilea, uccisero e ferirono non poche persone, eppure nessuno definì la Siria «Stato terrorista» bensì «Stato nemico». E Israele, ovviamente, non solo non lo riforniva di carburante ed energia elettrica ma, di quando in quando, inviava suoi emissari a incontrare i loro omologhi siriani per chiarimenti e colloqui circa un’eventuale tregua. Fino alla guerra dei sei giorni gruppi di …

"I ricorsi inutili che affondano la giustizia", di Gian Antonio Stella

Da secoli, la giustizia italiana è alle prese con arretrati da spavento: quasi 8 milioni di processi pendenti. «Vogliamo e ordiniamo che al fine di limitare le spese ai sudditi ed ai litiganti», stabilì alla fine del Trecento Eleonora d’Arborea, «circa vertenze o liti che non superano i 100 soldi sia vietato appellarsi a Noi o ad altri funzionari regi…». E se qualche cocciuto litigante voleva andare a tutti i costi in appello? «L’appello inoltrato non deve essere accettato, e la sentenza pronunciata dai nostri funzionari deve considerarsi definitiva…». Un solo processo, per le bagatelle, bastava e avanzava. Era chiarissimo, quel codice di leggi noto come la «Carta de Logu», sulla necessità che uno Stato serio non perda tempo e soldi nelle dispute piccole piccole incoraggiando alle risse tribunalizie i cittadini più rissosi. Tanto più in un Paese come il nostro che, come avrebbe notato molto tempo dopo Montesquieu, è da sempre esposto alla tentazione di andare per vie legali: «Non c’è palazzo di giustizia in cui il chiasso dei litiganti e i loro accoliti …