Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

«Non c’è alternanza di genere». Fronte rosa contro l’Italicum, di Andrea Carugati

Alla vigilia del voto in commissione alla Camera sull’Italicum, previsto per stasera, scoppia il caso quote rosa. Già, perché se è vero che la bozza che sarà adottata come testo base prevede un limite del 50% di candidature per ciascuno dei due sessi, ieri un fronte femminile vasto e bipartisan si è fatto sentire per spiegare che si tratta di una parità solo formale e non di sostanza. E che per avere un effettivo equilibrio è necessaria una norma che preveda l’alternanza uomo-donna nelle liste (che sono bloccate e dunque solo chi sta nei primi posti ha possibilità di passare) e la metà dei capilista di sesso femminile. Lo chiedono in una nota congiunta deputate di quasi tutti i partiti, da Roberta Agostini (Pd), a Dorina Bianchi (Ncd), e Elena Centemero (Fi). Sulla stessa linea anche Mara Carfagna e Alessandra Mussolini. «Lavoreremo per modificare il testo attraverso la presentazione di emendamenti. Non si tratta di una questione di quote ma di un avanzamento della nostra democrazia». «Mi piacerebbe che deputati e senatori condividessero questa priorità …

"Caso Stamina una catena di responsabilità", di Mario Calabresi

Quando potremo finalmente guardare alla vicenda Stamina con un po’ di distanza e di freddezza non potremo non chiederci come sia potuto accadere. Come è potuto accadere che un uomo che non aveva alcuna competenza scientifica come Davide Vannoni sia arrivato a far sperimentare un presunto metodo di cura delle più svariate malattie – tutte con la caratteristica di essere considerate praticamente incurabili – in un ospedale pubblico? Le risposte non potranno essere né semplici né univoche, perché le responsabilità sono molte e diffuse. Ieri sulle pagine di questo giornale tre professori, tra i più illustri che abbiamo in Italia, hanno duramente polemizzato con la trasmissione televisiva «Le Iene» accusandola di aver fatto del sensazionalismo e di essere stata cassa di risonanza di un inganno. Davide Parenti, ideatore del programma, ha respinto le accuse sottolineando di aver preso a cuore le vicende di un gruppo di famiglie abbandonate a se stesse di fronte alla malattia e senza risposte dallo Stato. Ma soprattutto ha spostato l’oggetto dell’accusa, puntando l’indice su tutte le responsabilità istituzionali che hanno …

Norme sulla rappresentanza di genere

Ordine del giorno approvato dalla Direzione nazionale del 16 gennaio 2014. La direzione nazionale del Partito Democratico premesso che lo statuto del Partito democratico pone tra i suoi valori fondativi il principio della democrazia paritaria e l’impegno “a rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla piena partecipazione politica delle donne” favorendo “la parit à fra i generi nelle candidature per le assemblee elettive”; che la piena cittadinanza femminile nella vita pubblica e delle istituzioni e’ condizione essenziale della qualità della democrazia. considerato che la scelta del Partito democratico di perseguire tali obiettivi ha consentito positivi passi avanti: un incremento della presenza femminile negli organismi di direzione politica, nelle assemblee elettive degli enti locali, grazie all’introduzione della doppia preferenza, e in Parlamento, dove la percentuale di elette sfiora il 40 per cento. valutata l’urgenza di riformare la legge elettorale per il Parlamento italiano e la possibile modifica della legge elettorale per il Parlamento europeo. si impegna ad inserire nelle suddette riforme, qualsiasi sia il modello adottato, norme antidiscriminatorie volte ad affermare la parità di genere. www.partitodemocratico.it

Immigrazione, Taurasi “Grazie a Cécile il Paese sta cambiando”

Il presidente della Direzione del Pd modenese sugli attacchi al ministro Cécile Kyenge. Dopo i ripetuti attacchi di cui è stato oggetto il ministro modenese per l’Integrazione Cécile Kyenge, il presidente della Direzione del Pd modenese Giovanni Taurasi si interroga sul grado di razzismo presente nel nostro Paese. Ecco le sue considerazioni: «Non ho mai pensato che la Lega fosse un partito razzista, e tanto meno chi la vota(va), e nemmeno che l’Italia fosse un Paese razzista. Nel passato l’Italia si è macchiata di gravi crimini contro l’umanità ed è stata complice durante il fascismo del nazismo. Altro che italiani brava gente. Di crimini, anche a sfondo razziale, ne hanno compiuti anche gli italiani nella loro storia: pensiamo alla pulizia etnica in Libia, all’uso di gas in Etiopia, alla deportazione di ebrei, omosessuali, dissidenti, ai massacri perpetrati sul confine orientale… Ma anche se il noto Manifesto del Fascismo aveva annunciato che «è tempo che gli italiani si proclamino francamente razzisti», in realtà, nei sentimenti più profondi degli italiani, non albergava un sentimento razzista, perlomeno in …

"Il deficit dimenticato dei diritti di libertà", di Michele Ainis

D’ accordo, la legge elettorale. D’accordissimo, la riforma della Costituzione. E poi il lavoro, le tasse, la semplificazione burocratica. È questa la nostra corona di spine. Ma c’è un’altra spina che ci ferisce il cranio, un’altra urgenza fin qui rimasta sotto un cono d’ombra, a parte qualche battibecco fra Renzi ed Alfano: la questione dei diritti civili. Eppure il lascito della Seconda Repubblica non è soltanto il debito pubblico, o il debito etico della politica verso il pubblico. Ne abbiamo ricevuto in dono anche un deficit di diritti, di libertà. Non a caso tornano adesso in discussione la legge Bossi-Fini sull’immigrazione o la Fini-Giovanardi sulle droghe. Leggi sopravvissute ai propri artefici, reperti di un’epoca trascorsa. Tuttavia quell’epoca si riflette ancora nel nostro specchio normativo. Nel divieto di fecondazione eterologa (cioè con un donatore esterno alla coppia), permessa viceversa in Francia, in Spagna, in Svizzera, in Norvegia. Nonché in varie altre contrade, e infatti il turismo riproduttivo muove 10 mila coppie l’anno. Si riflette nelle ordinanze dei sindaci, che proibiscono di dare l’elemosina o di sedersi …

"La vera crisi dell’Europa tradita dalle culle", di Federico Fubini

Era forse l’unica grande “riforma strutturale”, per usare un cliché della troika, riuscita all’Italia e all’Europa nell’ultimo decennio. Per lo più, in silenzio. I rapporti della Commissione di Bruxelles, della Banca centrale europea o del Fondo monetario in proposito tacciono. I politici non l’hanno neanche vista arrivare. Eppure era una svolta più importante per la prosperità del parametro deficit-Pil o dello stesso dato sulla crescita. Semplicemente, facevamo qualche bambino in più. Il tasso di fertilità, il numero di figli per donna, era cresciuto nell’ultimo decennio un po’ ovunque in Europa. In Italia era passato da 1,2 a 1,4. Ancora insufficiente, ma stavamo pian piano diventando una nazione e un continente meno vecchi di come rischiamo di essere. Ci provavamo, almeno. Il problema è che Lehman, la Grecia, lo spread e la recessione più profonda della storia dell’Italia unita in tempo di pace, hanno riportato indietro le pagine del calendario. Lo spread ora sarà sì tornato dov’era due anni e mezzo fa, ma la natalità nel frattempo è arretrata di decenni. I nuovi nati in Italia …

Faraone: «Nel patto di governo riforma dei ticket e riordino delle asl», di Roberto Turno

Ticket, asl, responsabilità dei medici: la sanità irrompe nel Patto di Governo.Davide Faraone, responsabile welfare di stretta osservanza renziana, annuncia le proposte del Pd. Basta con un federalismo che non ha funzionato, coi governatori commissari di sé stessi. E stop agli sprechi: la “cura Cottarelli” sulla spending è fin troppo leggera. Ma che voto darebbe al Governo? «Non classificabile, ha lavorato con l`impostazione tecnica di chi lo ha preceduto, anche se è tutto politico. Ora bisogna cambiare». Faraone, alle primarie non s`è parlato di sanità: paura di toccare il filo spinato? “La scelta di parcellizzare il Ssn in tante piccole unità, ha creato una deriva negativa. Smarrendo l`unicità di un servizio che deve essere nazionale, con un ruolo forte del Governo e del ministero”. Basta allora con un federalismo che non ha funzionato? “Basta. Ma salvando quanto di utile c`è stato nel delegare alle regioni alcune competenze. Ora recuperiamo tanto dal punto di vista nazionale. Le regioni a volte non hanno la maturità ad esempio per accorpare le asl. O per selezionare il management, dove …