Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

"Immigrati, i numeri e la realtà", di Giovanna Zincone

Radiografando l’immigrazione con occhi aperti al mondo, il Dossier Statistico Caritas anche quest’anno ci parla dell’Italia. Rende evidenti emergenze del presente, pecche radicate, problemi strutturali. Secondo le stime Caritas, un po’ più generose come sempre di quelle Istat, gli stranieri nel nostro paese sono 5 milioni, una cifra appena più alta dell’anno precedente. La crisi, quindi, ha diminuito solo di poco il tasso d’incremento degli ingressi, ma non ha ancora intaccato il totale dei presenti. Siamo ormai sopra alla media europea, e la rapidità con cui il fenomeno si è sviluppato specie nell’ultimo decennio ha generato contraccolpi. Stando a vari sondaggi, per gli italiani gli immigrati sono troppi. In questa opinione si profilano due pecche nazionali: la riluttanza a fare i conti con la realtà e l’incongruenza dei giudizi. Questi 5 milioni sono troppi rispetto a cosa? Non rispetto alle esigenze della nostra economia: gli immigrati sono circa l’8% della popolazione, ma il 10% della forza lavoro. Si tratta di una componente poco concorrenziale, collocata in larga misura nelle fasce basse dell’occupazione e del reddito: …

"Un patto tra donne per far vincere l’alternativa", di Roberta Agostini

Chi più delle donne dovrebbe essere convinta della necessità di un rinnovamento delle classi dirigenti? In un Paese saldamente collocato agli ultimi posti in Europa e nel mondo nelle graduatorie che classificano l’esclusione femminile dalla sfera pubblica – dal lavoro alla politica – le donne hanno tutto da guadagnare dallo «sblocco» di un sistema saldamente in mano maschile. E nessuno più delle donne è interessato ad una innovazione radicale del modo in cui la politica è stata intesa e praticata in questi anni, dominio assoluto di un capo che nomina persino i candidati nei listini regionali, investe i figli in incarichi politici o occupa i dibattiti parlamentari con leggi ad personam. Per fare i conti con la necessità del cambiamento e contestualmente con la perdita di autorevolezza della politica bisogna leggere la deriva personalistica e proprietaria del potere e delle istituzioni che ha imperversato in questi anni e che ha favorito la cooptazione da un lato e dall’altra la competizione senza regole alimentata da denaro e clientele. Da tempo noi, e tante donne dei movimenti …

"Severino: la condanna è di primo grado. Ex premier candidabile", di Virginia Piccolillo

La sentenza sui fondi neri Mediaset è di primo grado e quindi «non ha una diretta e immediata conseguenza sulla vita politica di Berlusconi come di qualunque altro politico, perché nel nostro paese vige un principio che è la presunzione di innocenza». Da Gerusalemme, dove è intervenuta alla Hebrew University contro la prescrizione per i crimini di guerra internazionali, il ministro della Giustizia Paola Severino ha chiarito un punto chiave della fibrillazione politica di questi giorni. Il ddl anticorruzione, se approvato, non renderà incandidabile Silvio Berlusconi. La norma applicativa della legge che dovrebbe prevedere il divieto di inserire nelle liste elettorali candidati con precedenti penali, infatti, si riferisce solo a condanne definitive, che hanno cioè superato il terzo grado di giudizio. «Principio vinto e superato — ha spiegato la Severino — solo quando c’è una sentenza definitiva. Quindi Berlusconi è libero di decidere del suo destino politico e deciderà liberamente quello che vorrà nelle prossime elezioni». «Finché le sentenze non diventano definitive — ha aggiunto —, ciò che stabiliscono non può essere considerato definitivo; in …

"La battaglia degli uomini che amano le donne", di Mariella Gramaglia

I più simpatici sono Cristofer e Gilberto, grembiulone, a rigatino sottile bianco e rosso, genere salumeria dall’igiene ineccepibile, sorriso accogliente. Alla prima prova di registrazione si impappinano, non riescono a trovare il ritmo del duetto. Poi funziona e si alternano disinvolti. «Noi aderiamo a uomini contro la violenza sulle donne». «NoiNo.org». «Aderisci anche tu». Siamo a Bologna. La campagna, nata dalla fondazione del Monte (Banca del Monte di Bologna e Ravenna) e dall’associazione storica del femminismo bolognese «Orlando», vuole parlare al cuore degli uomini. Rivolgersi a quelli che non odiano le donne, che sono pronti a guardarsi dentro, a non nascondere le parti cattive di sé, ma anche a preservare la propria dignità e a segnare le distanze da chi, le donne, le fa soffrire. Di quegli altri dicono: «Non sono più forti di noi, sono solo violenti». La sorpresa più piacevole è che, fra gli attivisti e i testimoni, gli intellettuali siano un’esigua minoranza: uno scultore, un filosofo, Marco Cammelli, il banchiere illuminato che ha partecipato al laboratorio da cui è nata l’idea, e …

"Diffamazione, meglio nulla che questa legge", di Stefano Rodotà

Come sempre le leggi ad personam portano a un pessimo risultato. Per “salvare il soldato Sallusti” dal carcere si istituisce un clima di intimidazione che limita il diritto all’informazione e la libertà d’espressione. Meglio fermarsi e non fare nulla, allora, perché si è imboccata una strada sbagliata». Secondo il professor Stefano Rodotà, ex Garante della Privacy, la legge sulla diffamazione all’esame del Parlamento è profondamente sbagliata, anche nei tentativi di compromesso. Professore, lei cosa pensa del testo di legge che si sta discutendo al Senato? «È stata imboccata una strada assolutamente sbagliata, è inevitabile quando si fanno le leggi ad personam. Ora, io sono d’accordo che in casi come questo il carcere vada eliminato, però vorrei fare una disgressione: non possiamo affiancare una giustizia di classe a una legislazione di classe». In che senso? «Se rischia di andare in galera Sallusti si mobilita il Parlamento, ma se ogni giorno c’è una legislazione pessima che manda in galera il piccolo spacciatore e l’immigrato, nessuno se ne preoccupa o pone all’ordine del giorno un intervento. Invece nessuno …

"Cura da cavallo per sanità "così i servizi sono a rischio", di Paolo Russo

La protesta dei medici ieri a Roma Nel 2010 sono stati tagliati alla Sanità 715 milioni, nel 2011 2,8 miliardi e nel 2012 3,8 miliardi Nel 2013 saliranno a 9,8 miliardi e nel 2014 a 14. Una cura da cavallo che in cinque anni di manovre ha fatto perdere ad Asl e ospedali la bellezza di 31 miliardi di euro. Numeri timbrati dalla Corte dei Conti che ieri hanno dato una spinta in più alla protesta dei 20 mila camici bianchi, operatori sanitari e semplici cittadini, scesi in piazza a Roma per protestare proprio contro le ripetute politiche di tagli alla sanità. Un filo rosso che i magistrati contabili hanno ricostruito a partire dal 2010 fino ad arrivare al 2014, quando per effetto della finanziaria targata Tremonti sugli assistiti ricadrà una mazzata da 2 miliardi tutta di aumenti dei ticket. Le tabelle allegate alla relazione sulla legge di stabilità consegnata ai parlamentari delle commissioni Bilancio di Camera e Senato al termine dell’audizione segnano una escalation inarrestabile. Si parte con una sforbiciatina di 715 milioni nel …

"La giustizia penale e il dolore delle vittime", di Luigi Manconi

La giustizia penale, che ha come compito l’accertamento e la repressione dei reati, può ignorare la sofferenza e i corpi straziati delle vittime? Può essere indifferente rispetto alle domande di risarcimento materiale e immateriale dei sopravvissuti? Sono domande che attraversano la discussione pubblica dopo sentenze come quella per l’incendio alla Thyssen-Krupp o quella per il terremoto in Abruzzo. Partendo da quest’ultima, in un editoriale su Avvenire di mercoledì scorso, Marco Olivetti indica quali sono, a suo avviso, le deformazioni dell’amministrazione della giustizia ma, prima ancora, del funzionamento di uno Stato di diritto. Olivetti segnala tre tendenze negative di cui il verdetto dell’Aquila sarebbe espressione e, allo stesso tempo, fattore di incentivazione: 1) «la dilatazione senza limiti della sfera della giustizia penale che assorbe qualsiasi altro tipo di controllo. Se anche si ammettesse che i membri della Commissione Grandi rischi siano responsabili di una qualche forma di negligenza, la giustizia penale dovrebbe essere comunque l’extrema ratio». 2) La «estensione proteiforme» della nozione di responsabilità, anche in sede civile: «in questo contesto nessuno è certo che un …