Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

"Puntare su tre priorità per fare uscire il Paese dall’emergenza", di Pierpaolo Baretta e Cesare Damiano

La XVII legislatura è alle porte e la difficile iniziativa di risanamento avviata dal Governo Monti, dopo la disastrosa gestione di Berlusconi, non è terminata. Saranno gli elettori a scegliere il nuovo governo “politico” e, nella campagna elettorale, i partiti dovranno dire con chiarezza con quali proposte intendono guidare il Paese. Nel corso dell’ultimo anno si è lavorato molto per fare uscire l’Italia dall’emergenza, ma non basta riequilibrare i conti e perseguire il rigore. Bisognerà fare di più e meglio, soprattutto sul terreno dello sviluppo e dell’equità sociale. Il Partito Democratico deve imprimere un’accelerazione alle soluzioni da indicare per uscire dalla crisi. Occorre recuperare, esplicitamente e con proposte di merito, l’impostazione originaria del governo: come aveva detto il presidente Monti nel suo discorso di insediamento, «la nostra sarà una politica di rigore, di crescita e di equità». Sugli ultimi due punti si tratterà di superare ritardi e contraddizioni e di trovare un nuovo equilibrio nelle politiche del futuro governo. Noi vorremmo dare un contributo di merito alla definizione del programma dei progressisti e riconosciamo alla …

Camera. Franceschini: Il gruppo PD farà comunque certificare il suo bilancio

Il Pd “farà comunque certificare” i bilanci dei propri gruppi parlamentari da una società di revisione esterna. Lo ha annunciato nell’Aula della Camera il capogruppo del Pd Dario Franceschini, ricordando come siano stati proprio i democratici a sollevare la questione in una lettera, inviata a Gianfranco Fini il 6 aprile scorso. “Allora chiedevamo di avviare con la massima sollecitudine un’iniziativa che porti all’introduzione di nuove regole certe riguardanti i bilanci dei gruppi parlamentari”. Secondo le anticipazioni dell’Ansa, dalla bozza del nuovo regolamento di Montecitorio non ci sarà alcuna società di certificazione a sorvegliare i bilanci dei gruppi parlamentari alla Camera. Sarebbe dunque bocciata in partenza la proposta fatta dal presidente Gianfranco Fini sulla necessità di organismi esterni di controllo. Domani il voto della giunta parlamentare. Secondo le nuove regole, “entro trenta giorni dalla propria costituzione, ciascun gruppo approva uno statuto”, che “indica l’organo competente ad approvare il rendiconto e l’organo responsabile per la gestione amministrativa e contabile del Gruppo”. Inoltre viene esplicitato che i “contributi” della Camera “sono destinati dai Gruppi esclusivamente agli scopi istituzionali …

"Basta egoismi, la sfida è il governo", di Claudio Sardo

Le primarie devono servire per rendere più democratiche e partecipate le scelte decisive, per rafforzare il progetto di governo, per conquistare energie e consensi nella società. Non possono trasformarsi in un conflitto distruttivo, in una prova di autolesionismo collettivo. Nel popolo del Pd e del centrosinistra – tanto più in quella parte abituata a cantare e a portare la croce, tra i volontari che faticano e magari vengono additati come pezzi della nomenclatura – cresce un grande timore. Che le primarie possano produrre divisione anziché unità, confusione anziché chiarezza, egoismi anziché condivisione, discredito anziché innovazione. E che in questo modo il Pd e il centrosinistra consumino la loro credibilità come forza di governo prima ancora che il vantaggio virtuale assegnato dai sondaggi. Sia chiaro, dalla scelta delle primarie non si torna indietro. Per mille motivi, anche perché priverebbe l’elettorato progressista di qualcosa che viene percepito quasi come un diritto. Sì, nell’Italia dei partiti personali e privi di democrazia interna, il carattere aperto e scalabile del Pd è considerato un diritto generale. Ma è bene che …

"Basta egoismi, la sfida è il governo", di Claudio Sardo

Le primarie devono servire per rendere più democratiche e partecipate le scelte decisive, per rafforzare il progetto di governo, per conquistare energie e consensi nella società. Non possono trasformarsi in un conflitto distruttivo, in una prova di autolesionismo collettivo. Nel popolo del Pd e del centrosinistra – tanto più in quella parte abituata a cantare e a portare la croce, tra i volontari che faticano e magari vengono additati come pezzi della nomenclatura – cresce un grande timore. Che le primarie possano produrre divisione anziché unità, confusione anziché chiarezza, egoismi anziché condivisione, discredito anziché innovazione. E che in questo modo il Pd e il centrosinistra consumino la loro credibilità come forza di governo prima ancora che il vantaggio virtuale assegnato dai sondaggi. Sia chiaro, dalla scelta delle primarie non si torna indietro. Per mille motivi, anche perché priverebbe l’elettorato progressista di qualcosa che viene percepito quasi come un diritto. Sì, nell’Italia dei partiti personali e privi di democrazia interna, il carattere aperto e scalabile del Pd è considerato un diritto generale. Ma è bene che …

Riforme, Bersani sfida il Pdl: "Le proposte alla luce del sole", di Simone Collini

Ora ci sarà, se non un salto di qualità, quanto meno un cambio di fase nella discussione sulla legge elettorale. Giorgio Napolitano ha chiesto un’accelerazione non solo nei colloqui che ha avuto la scorsa settimana con il presidente del Senato Renato Schifani e con quello della Camera Gianfranco Fini. Il monito a uscire dall’impasse è stato consegnato anche alle forze che sostengono Monti in Parlamento. E registrato il fallimento del tentativo di arrivare a un accordo in sede di comitato ristretto, adesso il confronto tra Pd, Pdl e Udc, a Palazzo Madama, dovrà trasferirsi in tempi rapidi in Aula. Così domani, quando si riunirà la capigruppo del Senato, si deciderà di far tornare la pratica in commissione Affari costituzionali, prevedendo non più di due settimane di discussione in questa sede per poi andare entro la prima metà di ottobre al confronto in Aula. Non è infatti soltanto il Colle, a questo punto, che preme per imprimere un’accelerazione. COLLOQUIO NAPOLITANO-BERSANI Pier Luigi Bersani è salito al Quirinale dopo i colloqui con Schifani e Fini, e quel …

Riforme, Bersani sfida il Pdl: "Le proposte alla luce del sole", di Simone Collini

Ora ci sarà, se non un salto di qualità, quanto meno un cambio di fase nella discussione sulla legge elettorale. Giorgio Napolitano ha chiesto un’accelerazione non solo nei colloqui che ha avuto la scorsa settimana con il presidente del Senato Renato Schifani e con quello della Camera Gianfranco Fini. Il monito a uscire dall’impasse è stato consegnato anche alle forze che sostengono Monti in Parlamento. E registrato il fallimento del tentativo di arrivare a un accordo in sede di comitato ristretto, adesso il confronto tra Pd, Pdl e Udc, a Palazzo Madama, dovrà trasferirsi in tempi rapidi in Aula. Così domani, quando si riunirà la capigruppo del Senato, si deciderà di far tornare la pratica in commissione Affari costituzionali, prevedendo non più di due settimane di discussione in questa sede per poi andare entro la prima metà di ottobre al confronto in Aula. Non è infatti soltanto il Colle, a questo punto, che preme per imprimere un’accelerazione. COLLOQUIO NAPOLITANO-BERSANI Pier Luigi Bersani è salito al Quirinale dopo i colloqui con Schifani e Fini, e quel …

"Un partito senza anticorpi", di Francesco Cundari

Il primo problema delle primarie all’italiana è che rischiano di fare apparire secondarie le elezioni. Il secondo problema è che rischiano di renderle superflue, disintegrando il campo che dovrebbero invece contribuire a definire, consolidare e rilanciare. Dopo gli elogi di Daniela Santanchè e Angelino Alfano, Libero e Giornale, alla candidatura di Matteo Renzi ieri è arrivata anche la benedizione di Silvio Berlusconi. «Renzi porta avanti le nostre idee, sotto le insegne del Pd», ha detto il Cavaliere. Parole che fanno inorridire i sostenitori di Pier Luigi Bersani, convinti che si tratti di segnali inviati alla base del Pdl affinché si precipiti in massa ai gazebo e regali all’attuale leader del Pd, se non proprio la sconfitta, almeno una vittoria dimezzata. Ma non meno inorriditi si mostrano i sostenitori di Renzi, convinti che le parole di Berlusconi si spieghino, al contrario, con l’intenzione di danneggiare la candidatura del sindaco di Firenze, imprimendogli il marchio del traditore. Probabilmente, per quanto riguarda la possibilità di influenzare il risultato delle primarie, si tratta in entrambi i casi di preoccupazioni …