Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

"La vera battaglia del rinnovamento si fa in Europa", di Alfredo Reichlin

Le decisioni prese ieri dalla BCE sotto la guida di Mario Draghi segnano forse un punto di svolta. I tremendi problemi della crisi italiana non sono affatto risolti. Possiamo però affrontarli con più fiducia e più realismo. Finalmente la lotta politica italiana può cominciare a spostarsi in avanti, a quel livello europeo dove si decide intorno a cose come l’identità e la sopravvivenza della nazione, dove alla disgregazione dello Stato si può opporre una prospettiva di «europeizzazione», dove si può opporre alla situazione attuale in cui la politica è stata ridotta a sottosistema dell’economia, la possibilità di rimettere in gioco non solo le banche ma i soggetti sociali, le culture e i partiti europei. Dove la scelta tra destra e sinistra torna decisiva. Ecco perché sento, lo confesso, un senso di rigetto e di fastidio per questa ridicola disputa tra vecchi e giovani. Ridicola perché paradossale. Vedo anch’io molti vecchi che sopravvivono, ma il guaio è che non vedo molti giovani. Non dal punto di vista anagrafico, evidentemente, ma nel senso che vedo uno scarto …

"La vera battaglia del rinnovamento si fa in Europa", di Alfredo Reichlin

Le decisioni prese ieri dalla BCE sotto la guida di Mario Draghi segnano forse un punto di svolta. I tremendi problemi della crisi italiana non sono affatto risolti. Possiamo però affrontarli con più fiducia e più realismo. Finalmente la lotta politica italiana può cominciare a spostarsi in avanti, a quel livello europeo dove si decide intorno a cose come l’identità e la sopravvivenza della nazione, dove alla disgregazione dello Stato si può opporre una prospettiva di «europeizzazione», dove si può opporre alla situazione attuale in cui la politica è stata ridotta a sottosistema dell’economia, la possibilità di rimettere in gioco non solo le banche ma i soggetti sociali, le culture e i partiti europei. Dove la scelta tra destra e sinistra torna decisiva. Ecco perché sento, lo confesso, un senso di rigetto e di fastidio per questa ridicola disputa tra vecchi e giovani. Ridicola perché paradossale. Vedo anch’io molti vecchi che sopravvivono, ma il guaio è che non vedo molti giovani. Non dal punto di vista anagrafico, evidentemente, ma nel senso che vedo uno scarto …

"Sono primarie o è una sfilata?", di Michele Prospero

Ce la farà la sinistra ad interpretare in maniera efficace e non autodistruttiva la tornata delle primarie di coalizione che, per la prima volta in Italia, assumono vesti altamente competitive? Le prove tecniche di primarie hanno già svelato una preoccupante inadeguatezza per via di un ardore polemico spericolato. Non è l’intensità dei fendenti che preoccupa. Che i gazebo non siano mai una cerimonia di gala è cosa scontata. E però andrebbe evitato che le primarie si traducano in una occasione afferrata al volo per assestare dei colpi agli organigrammi congressuali e per tendere delle imboscate al quartier generale. Senza la condivisione di un percorso politico, e sguarnite di un senso del limite, le primarie possono rivelarsi un incidente utile per un avversario a corto di chance. Quello che urta è perciò la mancata comprensione del carattere specifico delle primarie. Il destinatario vero della contesa non può essere l’elettore astratto, raggiunto ovunque esso si collochi nello spazio politico e stimolato con l’arte della provocazione e con le metafore della esagerazione. Per quanto le primarie siano aperte, …

"Sono primarie o è una sfilata?", di Michele Prospero

Ce la farà la sinistra ad interpretare in maniera efficace e non autodistruttiva la tornata delle primarie di coalizione che, per la prima volta in Italia, assumono vesti altamente competitive? Le prove tecniche di primarie hanno già svelato una preoccupante inadeguatezza per via di un ardore polemico spericolato. Non è l’intensità dei fendenti che preoccupa. Che i gazebo non siano mai una cerimonia di gala è cosa scontata. E però andrebbe evitato che le primarie si traducano in una occasione afferrata al volo per assestare dei colpi agli organigrammi congressuali e per tendere delle imboscate al quartier generale. Senza la condivisione di un percorso politico, e sguarnite di un senso del limite, le primarie possono rivelarsi un incidente utile per un avversario a corto di chance. Quello che urta è perciò la mancata comprensione del carattere specifico delle primarie. Il destinatario vero della contesa non può essere l’elettore astratto, raggiunto ovunque esso si collochi nello spazio politico e stimolato con l’arte della provocazione e con le metafore della esagerazione. Per quanto le primarie siano aperte, …

"Quella strana sinistra che dice cose di destra", di Luigi Manconi

Dichiaro in primo luogo le mie generalità: sono d’accordo con Pier Luigi Bersani sul fatto che nel discorso pubblico di Beppe Grillo (e non solo suo) si trovino tracce inequivocabili di “linguaggio fascista”. E questo già vuol dire che a utilizzare quel linguaggio fascistico, non è necessariamente “un fascista”: possono farlo individui e gruppi che, senza esserlo per biografia e ideologia, attingono a un vocabolario e a una retorica, a un sottofondo culturale e a una struttura semantica la cui origine, certo lontana ma non esaurita, è quella fascista. Qui vi si trova disprezzo dell’avversario e rancore plebeo, sfregio dell’identità altrui e concezione gerarchico-autoritaria delle relazioni sociali. Insomma si può ricorrere a “linguaggio fascista”, senza essere fascista. Quand’ero piccino e movimentista e scostumato, fui tra coloro che, in una contrapposizione assai aspra col Pci, ricevettero da quel partito l’onta di quell’epiteto: “fascista”. Fu un’esperienza bruciante all’interno di una polemica politica condotta fino alle estreme conseguenze, da una parte e dall’altra. Chi ne era bersaglio, cresciuto nel mito della Resistenza antifascista, pativa quell’insulto come sommamente ingiusto. …

"Quella strana sinistra che dice cose di destra", di Luigi Manconi

Dichiaro in primo luogo le mie generalità: sono d’accordo con Pier Luigi Bersani sul fatto che nel discorso pubblico di Beppe Grillo (e non solo suo) si trovino tracce inequivocabili di “linguaggio fascista”. E questo già vuol dire che a utilizzare quel linguaggio fascistico, non è necessariamente “un fascista”: possono farlo individui e gruppi che, senza esserlo per biografia e ideologia, attingono a un vocabolario e a una retorica, a un sottofondo culturale e a una struttura semantica la cui origine, certo lontana ma non esaurita, è quella fascista. Qui vi si trova disprezzo dell’avversario e rancore plebeo, sfregio dell’identità altrui e concezione gerarchico-autoritaria delle relazioni sociali. Insomma si può ricorrere a “linguaggio fascista”, senza essere fascista. Quand’ero piccino e movimentista e scostumato, fui tra coloro che, in una contrapposizione assai aspra col Pci, ricevettero da quel partito l’onta di quell’epiteto: “fascista”. Fu un’esperienza bruciante all’interno di una polemica politica condotta fino alle estreme conseguenze, da una parte e dall’altra. Chi ne era bersaglio, cresciuto nel mito della Resistenza antifascista, pativa quell’insulto come sommamente ingiusto. …

"Nel Pd il vero confronto deve essere sul programma", di Leonardo Domenici

La crisi non è finita e non finirà tanto presto. Da finanziaria è divenuta economica e sarà sempre di più sociale. La crisi è più difficile da gestire in Europa, perché qui le istituzioni sono frammentate e incompiute e la politica, almeno in alcuni Paesi, è più debole e priva di visione strategica. Questo, molto sommariamente, è il contesto in cui ci troviamo. In Italia, per affrontare questa situazione, aggravata dalla degenerazione del berlusconismo, si è fatto ricorso a un «governo tecnico», che, aldilà dei meriti e demeriti, mi pare abbastanza evidente che abbia perso il suo impeto originario. L’interpretazione che, dopo la parentesi «tecnica», torna la «politica» è ormai svuotata di contenuto, per il semplice fatto che i problemi sono ancora tutti lì sul tavolo e, anzi, altri se ne aggiungono. È molto probabile che non potesse essere diversamente, ma comunque di tutto questo bisogna tener conto, perché la contesa in vista delle prossime elezioni non si svolge in condizioni di presunta ritrovata normalità. In questo quadro, l’idea che l’iniziativa politica del principale partito …