Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

«Ora inizia una fase nuova Lavoro e giovani le priorità», intervista a Vasco Errani di Simone collini

Le Regioni danno un giudizio positivo della manovra. Lo fa sapere al termine dell’incontro con il governo Vasco Errani, che spiega il parere favorevole soprattutto con l’accordo raggiunto sul trasporto pubblico locale e sulla rinuncia a tagli alla Sanità per il 2012. Il presidente della Conferenza delle Regioni apprezza l’«interlocuzione reale» sviluppata con l’esecutivo, ma non manca di sottolineare che adesso deve esserci «collaborazione» su determinate questioni, a partire dal lavoro, da una crescita «intelligente» e dal credito alle imprese. «Si tratta di questioni – dice il presidente dell’Emilia Romagna – nelle quali il rapporto tra le politiche nazionali e quelle territoriali è fondamentale». Soddisfatti dell’accordo raggiunto sul trasporto pubblico locale, presidente Errani? «È sicuramente un accordo importante perché per la parte ferroviaria, a causa del taglio del 75% delle risorse deciso dalla manovra del precedente governo, si sarebbe arrivati a un inevitabile blocco. Con l’attuale governo c’è stata una discussione difficile, ma ora è stato deciso di stanziare per il trasporto su ferro un miliardo e seicento milioni di euro. Siamo al livello minimo …

Il Paese non si salva senza cambiamento e coesione

Per Pier Luigi Bersani “coesione significa orecchie a terra sui problemi sociali. Il nostro compito è creare un meccanismo di contatto e informazione molto puntuale perché la nostra gente deve capire che cosa stiamo facendo”. “Avremo un anno di recessione, ormai è chiaro e partiamo da livelli già bassi di occupazioni e redditi. Bisogna focalizzarsi sulla grande questione sociale. L’Italia non si salva senza cambiamento e coesione”. Lo ha dichiarato il segretario Pier Luigi Bersani durante il brindisi di auguri natalizi al gruppo Pd alla Camera. “Il paese – ha affermato il segretario Pd – non si salva senza cambiamento e coesione, ci vogliono tutte e due le cose, pensare di salvarlo con una sola non va bene”. E coesione significa “orecchie a terra agli interlocutori sociali”. Sulla questione sociale il Pd “riuscirà a dare qualche buon riferimento al governo” e in un anno “non semplice l’asset del Pd è lavoro e redditi”. “Al governo abbiamo garantito fedeltà e lealtà, ma anche trasparenza. In una situazione del tutto nuova, in cui il Parlamento avrà una …

Caso Saverio Romano. La Camera concede l'autorizzazione all'uso delle intercettazioni

Al vaglio della magistratura le 25 telefonate che dimostrerebbero il sistema di affari tra l’ex ministro dell’Agricoltura e la mafia. Rinviato al 10 gennaio il voto su Cosentino. L’Aula della Camera ha concesso l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni nei confronti dell’ex ministro dell’Agricoltura Saverio Romano richieste dalla magistratura. La votazione è avvenuta a scrutinio segreto. I voti a favore sono stati 286, 260 i no. Quattro gli astenuti. Sono 60, soprattutto del Pdl, i deputati che non hanno partecipato al voto per concedere l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni nei confronti dell’ex ministro Saverio Romano. Tra i non partecipanti l’ex premier Silvio Berlusconi, il leader del Carroccio Umberto Bossi e gli ex ministri Roberto Maroni, Giulio Tremonti e Ignazio La Russa. I deputati in missione erano 19. L’autorizzazione della Camera riguarda l’utilizzo di intercettazioni disposte dalla Procura di Palermo a carico dell’ex ministro dell’Agricoltura Saverio Romano nell’ambito del fascicolo d’indagine in cui il politico è indagato, insieme al senatore Psi, ex Pdl, Carlo Vizzini e all’ex governatore siciliano Totò Cuffaro, di corruzione aggravata dall’avere agevolato la mafia. Si …

Lo stop di Bersani sull’articolo 18 «Dibattito fuorviante», di Simone Collini

Gliel’hanno detto a mo’ di consiglio, ad Elsa Fornero, approfittando del clima disteso che si respirava in quelle particolari occasioni. Pier Luigi Bersani ha incrociato la ministra del Welfare al concerto di Natale di Montecitorio. Angelino Alfano le ha parlato durante lo scambio di auguri al Quirinale. E il messaggio recapitato dai leader delle due forze maggiori che sostengono il governo è stato il medesimo, anche se poi nella sostanza della questione il segretario del Pd e quello del Pdl la pensano in modo assai diverso: sul lavoro si deve ragionare con calma, evitando il rischio di inasprire il clima con uscite sui giornali. Un ragionamento fatto da Bersani, per il quale la discussione sull’articolo 18 è «fuorviante» perché una riforma del mercato del lavoro deve sì esserci ma partendo dagli ammortizzatori sociali e dalle misure che consentano di battere la precarietà e di creare nuova occupazione. Ma in parte espresso anche da Alfano, che prima dell’inizio della cerimonia al Quirinale ha suggerito a Fornero più «calma» e maggiore «cautela» quando si affrontano i temi …

Modello danese? Ecco perché qui è impossibile» Cesare Damiano e quel viaggio a Copenaghen nel 2005 «La flessibilità unita a sicurezza da noi costa troppo», di Enrico Marro

«Già allora, sul posto, capimmo che la flexicurity non si poteva importare in Italia. Anche adesso, a chi guarda al modello danese, direi che la strada da seguire è un’altra perché troppe sono le differenze tra l’Italia e quel Paese del Nord Europa con appena 6 milioni di abitanti, dieci volte meno dei nostri, e un modello sociale e culturale molto diverso». Cesare Damiano (Pd), ex ministro del Lavoro del governo Prodi, in Danimarca ci andò per una settimana, nella primavera del 2005, a studiare il mercato del lavoro che veniva ritenuto dagli organismi internazionali il migliore del mondo. Partirono lui, Tiziano Treu e Paolo Ferrero. I tre erano rispettivamente responsabili Lavoro dei Ds, della Margherita e di Rifondazione comunista. «Ci vedevamo a Trastevere nella casa dove allora abitavo e un giorno ci venne l’idea di andare a vedere come funzionavano le cose in Danimarca», ricorda Damiano. Il gruppetto si riuniva per scrivere i capitoli sociali del programmone dell’Unione, l’alleanza che un anno dopo vinse le elezioni portando Romano Prodi alla guida del governo. Nel …

"Bersani: si lasci stare l’articolo18", di Ronny Mazzocchi

Negli ultimi quindici anni il mondo del lavoro italiano ha conosciuto un profondo mutamento dal punto di vista legislativo, strutturale e sociale. A partire dalla seconda metà degli anni Novanta, infatti, l’Italia ha adottato una serie di riforme per rendere il mercato del lavoro meno rigido. Il tutto con l’idea che una maggiore flessibilità sia dei salari sia delle norme che regolano assunzioni e licenziamenti avrebbe favorito la crescita dell’occupazione, ridotto la disoccupazione e incoraggiato la crescita economica. Si tratta di un tema su cui si è tornati prepotentemente nelle ultime settimane, con varie proposte che si sono spinte fino ad auspicare una maggiore flessibilità in uscita attraverso la modifica o addirittura l’abrogazione dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori. La tesi di fondo è che l’introduzione dei contratti flessibili, ottenuta attraverso il pacchetto Treu del 1997 e la legge Biagi del 2003, avrebbe favorito l’ingresso nell’area dell’occupazione di moltissimi giovani, ma che il permanere di un basso livello di occupazione e l’esplosione del fenomeno della precarietà siano dovuti alla diffidenza delle imprese ad assumere i lavoratori …

"Articolo 18 e ammortizzatori, si apre la partita ed è scontro", di Andrea carugati

La ministra del Welfare Fornero accelera sulla riforma della mercato del lavoro. Conferma la volontà di aprire all’inizio del prossimo anno un cantiere con le parti sociali per arrivare a un obiettivo ambizioso, e cioè eliminare i contratti precari. «Bisogna permettere ai giovani di entrare nel mercato del lavoro con un contratto unico, che includa le persone oggi escluse e che però forse non tuteli più al 100% il solito segmento iperprotetto», spiega in un’intervista al Corriere. Fornero cita una frase di Luciano Lama, «Non voglio vincere contro mia figlia», e rilancia la discussione sull’articolo 18: «Non c’è una ricetta precostituita,manonci sono neppure totem e quindi invito i sindacati a fare discussioni intellettualmente oneste e aperte». Poi concede: «Ci vuole maggiore gradualità nell’introduzione delle nuove regole rispetto a quanto abbiamo fatto sulle pensioni». Tema su cui il ministro rivendica le scelte fatte: «Ci siamo trovati in emergenza, bisognava mandare un segnale deciso all’Europa». Quanto ai prepensionamenti, largamente utilizzati come ammortizzatori sociali, il ministro è netto: «Lo Stato copre questo patto implicito tra aziende e lavoratori …