Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

«È finita, il governo non ha più la fiducia Noi siamo pronti», intervista a Dario Franceschini di Maria Zegarelli

L’intervista parte con unosfogo. «Quello che è successo oggi in Aula non è casuale, è grazie al lavorìo dell’opposizione. Per loro è stata una Caporetto: abbiamo mandato sotto il governo e bloccato il dl sulle intercettazioni, vorrei che qualcuno prendesse nota perché va bene prenderci i rimproveri della nostra gente quando sbagliamo, ma poi quando otteniamo risultati come questo vorremmo che non si attribuisse al caso. È una vittoria parlamentare costruita». Dario Franceschini capogruppo Pd alla Camera ha da poco concluso un incontro, «informale» con il resto dell’opposizione parlamentare. «Siamo tutti d’accordo: le dimissioni di Berlusconi sono un atto dovuto, per noi la vicenda si chiude qui». Franceschini,voi chiedete le dimissioni del premier, ma dal Pdl minimizzano. La definiscono «una situazione assolutamente occasionale». È davvero solo questo? «Partiamo dall’aspetto politico: oggi (ieri per chi legge, ndr) in Aula il fallimento di Silvio Berlusconi è stato plateale. Al momento della votazione è arrivata la scoperta, per lui drammatica, di non avere più i numeri. Ormai questa maggioranza è in grado di tenersi in piedi soltanto quando …

Finalmente Sud! Il 29 e 30 ottobre a Napoli

Programma di formazione per 2000 giovani del Mezzogiorno. Bersani: “Sfida innovativa per politica italiana” Prende avvio a Napoli, il 29 e 30 ottobre, ‘Finalmente Sud’, un programma di formazione politica per 2000 giovani meridionali che avrà la durata di un anno. Questo progetto verrà successivamente esteso dal Mezzogiorno a tutto il territorio nazionale. “E’ la nostra sfida – afferma il segretario del Pd Bersani – per andare in radice sui temi della formazione di una nuova classe dirigente”. I partecipanti saranno giovani sotto i 35 anni, provenienti da Campania, Calabria, Puglia, Sicilia, Basilicata, Abruzzo, Molise, rappresentanti dei circoli del Pd, amministratori locali, esponenti del mondo dell’associazionismo. E’ un progetto innovativo per la politica in Italia che darà vita ad una grande Rete di E-collaboration. Ogni singolo partecipante apparterrà contemporaneamente al gruppo dei 2000, a quello dei giovani provenienti dalla stessa regione, a quello della propria provincia, al gruppo dell’area tematica scelta. Il progetto sarà articolato in particolare su tre assi di lavoro, la legalità, l’unità del Paese, l’area euro mediterranea e su sei grandi temi: …

Governo battuto alla Camera con Berlusconi presente

Governo è stato battuto ed è andato sotto su articolo 1 del rendiconto generale del bilancio dello Stato. Presenti alla Camera Berlusconi e tutto il governo. Napolitano chiede chiarimenti. Bersani: “Dopo la decisione della Giunta per il Regolamento e il messaggio del Presidente della Repubblica, l’unico chiarimento possibile sono le dimissioni del Governo” Franceschini: “Prenda atto che la sua maggioranza non c’é più”. E’ la 91esima volta che il governo viene battuto dall’inizio della legislatura A seguito della bocciatura del governo sull’articolo 1 del rendiconto generale dello Stato è intervenuto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano con una nota ufficiale del Quirinale: “Il voto di ieri ha riflessi istituzionali, serve una risposta credibile di premier e Parlamento” Intanto la giunta per il regolamento riunita per valutare come procedere dopo il voto parlamentare, ha ritenuto che “il rendiconto generale dello Stato non può andare avanti nell’iter parlamentare perché la bocciatura dell’articolo 1 preclude i restanti articoli. Quindi l’iter del rendiconto può essere considerato concluso”. Immediato il commento del segretario del PD, Pier Luigi Bersani: “Dopo la …

Letta e Franceschini «Guai a logorare Bersani, serve unità», di simone collini

Il capogruppo alla Camera: «Basta con la stagione dei leader logorati ». Il vicesegretario: «Sono tempi difficili, ora serve unità, a rischio l’esistenza del Pd». Fioroni: «Non siamo gli Sgommati che dicono “Bersani a casa”». Se li hanno invitati sperando in un riposizionamento, sono rimasti delusi. I Modem hanno chiamato Enrico Letta e Dario Franceschini dopo la Direzione Pd della scorsa settimana, quando vicesegretario e capogruppo alla Camera si sono espressi senza see senza ma sulla necessità di un governo di transizione. I due sono andati alla convention organizzata da Movimento democratico e sono anche intervenuti, ma né l’esponente della maggioranza del partito né quello della minoranza di Area democratica (che da mesi si muove in asse con Bersani) hanno offerto molte sponde alla minoranza guidata da Walter Veltroni, Paolo Gentiloni e Beppe Fioroni. LA DEADLINE DI NATALE Franceschini sottolinea la necessità di lavorare attivamente per dar vita, qualora si aprisse una crisi di governo, a un esecutivo di transizione: «È unatto di responsabilità nei confronti del Paese». Ma il capogruppo del Pd alla Camera …

"Il PD e il futuro del progetto europeo", di Pier Luigi Bersani

“Oggi ognuno può constatare le difficoltà che incontra il progetto europeo e anche la domanda di Europa che viene dal mondo e che l’Europa non riesce a evadere. Ma, detto questo, bisogna avere la consapevolezza che il progetto europeo continua a parlare al mondo, riguarda una grande area vitale. In questi anni difficili abbiamo ampliato l’area della pace intorno a noi. La piattaforma economica che abbiamo costruito resta la più rilevante del mondo. L’apparato industriale è imponente. Vasto è il mercato interno. Certo, tutti possono constatare che questa piattaforma non riesce ad esprimere le proprie potenzialità. Ma non vedo chi possa pensare, sia un una visione europea, sia un contesto internazionale, che sarebbe meglio se questa piattaforma si indebolisse o si disgregasse. Il risultato di ogni contatto che abbiamo avuto all’estero, dalla Cina agli Stati Uniti, è questo: tutti chiedono l’Europa”. Quanto ha inciso nella piena affermazione dell’Europa la guida conservatrice dei principali paesi europei e in quale misura, invece, si sono manifestati limiti da parte dei progressisti? È chiaro che le forze progressiste non …

Storia di ordinario squallore

Berlusconi vorrebbe chiamare il Pdl: “Forza Gnocca” e un deputato leghista dice in Aula a Lucia Codurelli del PD: “…fatti scopare”. Bindi: “Non più farsa, ma tragedia”. Finocchiaro: “Che schifo. Insieme con la Padania è questa la visione che hanno del Paese”. Mentre il Paese è dilaniato da una crisi economica profonda e radicata, con tassi di disoccupazione giovanile vertiginosi e valutazioni di agenzie di rating negative, il Parlamento italiano oggi si è rivelato un vero treatrino, dove sono entrati in scena volgarità e squallore. Il presidente del consiglio, interpellato dai giornalisti in Transatlantico, su quale potrebbe essere un nuovo nome per il Pdl ha risposto mostrando tutta l’impalcatura dentaria: “Il Popolo delle libertà non è più “nel cuore degli elettori”…mi dicono che il nome che avrebbe maggiore successo sarebbe Forza Gnocca!”. “E’ una cosa desolante…Mi viene in mente che in queste ore stanno facendo i funerali delle cinque donne morte a Barletta”, ha commentato lapidario e con grande amarezza il Segretario del PD, Pier Luigi Bersani. Ebbene è ormai chiaro che Berlusconi cerca di …

"Un'indagine parlamentare", di Teresa Bellanova

Maria Cinquepalmi, di 14 anni, uscita un’ora prima da scuola e vittima, dunque, di una sciagurata fatalità, e Matilde Doronzo, 32 anni, Giovanna Sardaro, 30 anni, Antonella Zaza, 36 anni, Tina Ceci, 37 anni, donne morte per meno di 4 euro all’ora, vittime della spirale al ribasso della competizione globale. Pronunciamoli a voce alta i loro nomi perché non li troveremo mai nelle rivendicazioni di chi esce da Confindustria per protesta o nelle lettere della Bce, sono i nomi di quelle persone che non si potranno mai permettere di acquistare pagine di giornali per urlare il proprio «sdegno». Ma sono nomi di quelle persone per le quali l’intera collettività, politica e sociale, dovrebbe reagire con rigore pretendendo che tali sciagure non si ripetano. Mai più. Sono i nomi di lavoratrici che, così come tutte le 12 dipendenti di quel laboratorio e milioni ancora di altre operaie in Bangladesh, Thailandia, India, Cina, Nord Africa, Centro America e ancora altri miliardi di lavoratrici e lavoratori in tutto il mondo, sono costrette ogni giorno letteralmente ad ammazzarsi di …