Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

Bersani: «Ecco la legge elettorale per andare oltre il Porcellum»

Un sistema misto a doppio turno con una soglia di sbarramento e il diritto di tribuna. È questa la proposta di riforma della legge elettorale decisa oggi dal Pd in un vertice tra il segretario Pier Luigi Bersani e i big del partito. «L’attuale legge elettorale – afferma Bersani – è indecente. La nostra proposta non è né ungherese né svedese, né turca… ma italiana e attorno ad essa faremo una discussione aperta con le forze di opposizione perché noi ai prossimi appuntamenti politici ed elettorali vogliamo andare dicendo che il Porcellum non va bene». Prima di depositare la proposta di legge, ha spiegato Bersani, «vogliamo discutere con le forze di opposizione». Dopo essersi divisi a lungo tra sostenitori del maggioritario e proporzionalisti il Pd sembra trovare la quadra sulla legge elettorale. «Su questa proposta siamo tutti d’accordo», assicura il segretario Pier Luigi Bersani al termine del vertice nel quale i Democratici hanno messo a punto una proposta su un modello maggioritario a doppio turno con una quota proporzionale e un sistema di soglia di …

"Riformiamo la Rai per esserne orgogliosi", di Matteo Orfini

Secondo il responsabile cultura Pd l’azienda «ha bisogno di ripartire scrollandosi di dosso mesi di paralisi. Per questo chiederemo di calendarizzare la proposta di Rognoni al più presto in Parlamento». Il caso Santoro e più in generale le cronache di questi giorni trasmettono la sensazione desolante di una Rai ferma e ingovernabile, paralizzata dalla politica in un perenne stato d’eccezione. Al paese servirebbe, invece, un’azienda in grado di svolgere la funzione di servizio pubblico innovando contenuti e contenitori, sperimentando, guidando la transizione digitale, aggredendo i nuovi mercati che si aprono, nel Mediterraneo e non solo. Può fare tutto questo la Rai di cui quotidianamente seguiamo le convulsioni? Può farlo un’azienda in cui palinsesti, nomine e assunzioni sono di fatto delegate alla magistratura (per fortuna, viene da dire, dato che se ciò accade è per sanare abusi)? Un’azienda che, salvo la straordinaria eccezione del programma di Fazio e Saviano e il coraggioso tentativo di Potere, è sempre uguale a se stessa da dieci anni? Se oggi paventiamo il rischio di perdere le star più note è …

Camere, il giorno nero del governo Ko in Aula e stop in Commissione

Passo falso prima sull’emendamento del senatore Pdl Lucio Malan e poi su quello Spadoni Urbani. E in commissione cultura scoppia il caso Responsabili. Bersani: “Esecutivo senza prospettive, ne tragga le conseguenze” Anticorruzione, governo battuto due volte Lega, no a giuramento su Costituzione – Governo e maggioranza fanno i conti con gli inciampi in Aula al Senato sul ddl anticorruzione. Prima tocca all’emendamento del senatore Pdl Lucio Malan, interamente sostitutivo del primo articolo e relativo all’istituzione di un comitato di coordinamento delle iniziative anticorruzione presieduto dal presidente del Consiglio. Poi, sempre al Senato, (131 no, 129 sì, 4 astenuti) anche sull’emendamento della Pdl Spadoni Urbani, sulla rotazione dei dirigenti nelle amministrazioni dirette centrali e periferiche. A quel punto il governo ha deciso di presentare un emendamento aggiuntivo” che ripropone il coordinamento anticorruzione attraverso un comitato presso la Presidenza del Consiglio “con il Pg della Cassazione, il presidente delConsiglio di Stato, il Pg della Corte dei Conti, i comandanti di Carabinieri e Finanza” e tutti coloro che hanno competenza in materia. “Si va avanti, occorre dare una …

"Pd, il fratello maggiore", di Franco Monaco

Ometto ogni elemento di analisi del quadro e vengo subito al punto che mi preme: quello della linea politica del Pd. Pur facendo nostro il saggio monito di Claudio Magris a non indulgere all’euforia e al trionfalismo, è legittima una moderata soddisfazione. Merita isolare un dato in particolare: si rafforza il Pd e, contestualmente (lo sottolineo), si rafforza il centrosinistra e non solo quello dei partiti. Il Pd si configura quale major party, “fratello maggiore” che si fa carico del compito di organizzare un vasto campo di forze politiche, sociali, civiche. Con umiltà e generosità. Pur senza rinunciare a un suo protagonismo, come dimostra il gran numero di candidati vincenti di estrazione Pd. Del resto, a confutare la tesi di un Pd subalterno e marginale solo perché il vincitore di Milano non porta l’etichetta Pd merita notare che, quando si accetta la sfida delle primarie, a partire dal giorno successivo, il candidato vincente è il candidato di tutti. Sotto questo profilo, Milano è davvero un caso esemplare: quando, nelle primarie, il Pd milanese, sbagliando, ha …

"La Chiesa, il voto e il Pd", di Pierluigi Castagnetti

«Il vento cambia», dice un manifesto del Partito democratico. Si potrebbe dire che è già cambiato. Nelle città in cui si è votato hanno vinto pressoché sempre i candidati che segnavano il cambiamento e l’alternativa al berlusconismo. Sia che fossero solidi e storici esponenti della sinistra (Torino), o gaffeur incalliti (Bologna), o esponenti di movimenti più a sinistra o radicali (Milano, Cagliari, Napoli), o esponenti riconoscibili della tradizione cattolico-democratica (Pavia e Novara), o addirittura esponenti di partiti di centro sostenuti dal Pd (Macerata, Mantova, Olbia). Il malessere sociale, il divario fra le priorità dei cittadini e quelle del governo, ma non solo, hanno creato una reazione, un risveglio civico assolutamente incontenibile. Se si pensa alla lunga campagna politica del Pd contro l’assenza del governo nazionale su tutte le questioni che interessano l’Italia e gli italiani, si può ben dire che è legittima la sua rivendicazione di gran parte del merito per un tale clamoroso cambio di direzione del vento. L’analisi, impeccabile e sobria, l’ha fatta ieri Bersani nella direzione nazionale del partito. In questa sede …

"Ora Bersani guarda a palazzo Chigi", di Rudy Francesco Calvo

Il segretario del Pd incassa il risultato della vittoria elettorale: tutto il partito è con lui. Pier Luigi Bersani sa di aver conquistato una centralità che sembrava lontana fino a poco tempo fa. Centralità del Pd nel dibattito politico, certificata dalle ultime elezioni amministrative. Centralità all’interno del suo partito, dimostrata dal voto unanime alla sua relazione a conclusione della direzione di ieri. Ha tenuto ferma una linea (il Pd come perno di uno schieramento di “ricostruzione” dalle macerie post-berlusconiane), con progressive lievi correzioni di rotta, che lo hanno avvicinato alla minoranza interna e, soprattutto, alle esigenze avvertite dagli elettori. Difficile dire oggi (come continua a fare la destra) che il Pd non ha vinto le elezioni. Per Bersani è più facile rivendicare «la scelta di mettere il Pd al servizio di una riscossa civica e dei candidati del centrosinistra», riuscendo a intercettare un movimento nato con le manifestazioni di donne e giovani, senza volerlo cavalcare, ma seguendolo nel suo percorso. In questo senso, Bersani abbandona anche le tentazioni politiciste che qualcuno gli attribuiva di un …

Bersani: "Vogliamo essere il primo partito italiano"

Pier Luigi Bersani apre la Direzione Nazionale del PD con la relazione sul voto alle amministrative: “Mai così bene, neanche nel 2006. Governo si dimetta e si vada al voto”. E’ cominciata con una relazione del segretario nazionale del PD, Pier Luigi Bersani, la Direzione Nazionale del Partito in corso presso la sede nazionale. Ne pubblichiamo una breve sintesi Referendum. Bersani promette: “Faremo di tutto per raggiungere il quorum. Sarà arduo ma è possibile raggiungerlo. Sull’acqua non accettiamo speculazioni sulla nostra posizione: un ministro come Ronchi che non sa la differenza tra liberalizzazione e la privatizzazione forzata non dovrebbe avere la patente di ministro. Quale scenario dopo le elezioni amministrative. Bersani spiega che all’Italia servono buone istituzioni, civismo, buona politica. Per questo chiede che ora il governo si presenti dimissionario alla verifica parlamentare dato che la maggioranza attuale non è più quella uscita dalle elezioni politiche. “Siamo al ribaltone e al teatrino della politica. La maggioranza non c’è più nel paese. Siamo all’assenza di governabilità. Berlusconi si presenti dimissionario alla verifica parlamentare poi si vedrà. …