"Prepariamoci al dopo, senza pasticci", di Marina Sereni
Si respira un clima pesante nella destra italiana. Nelle aule e nei corridoi di Montecitorio regnano l’incertezza, la confusione, il retroscena sui colloqui veri o presunti tra esponenti politici dei due schieramenti. E intanto fuori, nel paese reale, ci sono lavoratori che perdono il posto, ragazzi e ragazze che non hanno alcuna certezza per il futuro. Ci sono imprese che faticano a resistere alla crisi, terremotati abruzzesi che non vedono la prospettiva di una vera ricostruzione. Mentre, a causa delle scelte della Fiat, nell’assenza impressionante di una qualche politica del governo (e per ora anche di un ministro), viene al pettine un grande nodo che riguarda la competitività del nostro sistema industriale e di un settore importante come l’auto. Sia che nel Pdl in queste ore si faccia la pace (o la tregua) sia che si vada ad una rottura, ci sono due dati da cui il maggior partito dell’opposizione non può prescindere: è necessario mettersi in sintonia con le persone in carne ed ossa, con chi lavora e produce, con i problemi veri dell’Italia, …
