Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

"Meglio liste bloccate che finte preferenze", di Paolo Natale

L’impossibilità di esprimere una preferenza sul candidato come prevede l’Italicum apre un eterno dilemma. Ma l’accusa di “controllo” che grava sulla proposta di Renzi non regge. A giudicare dai dati forniti da Ipsos nella puntata di ieri sera, 21 gennaio, di Ballarò, la stragrande maggioranza degli italiani (quasi il 70 per cento) giudica in modo positivo l’incontro avvenuto tra Renzi e Berlusconi per discutere sulla nuova legge elettorale. E l’unico elettorato critico – almeno per la metà tra loro – appare, come ci si poteva aspettare, quello del Movimento 5 stelle. La stessa riforma del voto viene sostanzialmente giudicata positivamente, con un unico elemento non molto gradito, quello della impossibilità di esprimere una propria preferenza sul candidato da eleggere. Eterno dilemma, quest’ultimo. Ricordiamo tutti come la preferenza plurima fosse stata cancellata a furor di popolo con il referendum del 1991, per poi venir abolita del tutto al proporzionale con il Mattarellum, con grande soddisfazione generale. In quegli anni la sensibilità comune era dunque contraria alla facoltà di esprimere il voto anche per un candidato, tanto …

"Se si evitano gli estremismi", di Tommaso Nannicini

Nel commentare un compromesso politico, come quello raggiunto tra Renzi e Berlusconi sulle riforme istituzionali e poi ratificato dalla direzione nazionale del Pd, ci sono due errori da evitare. Il primo è quello di paragonare il risultato a qualche sistema ideale che non ha nessuna possibilità di essere approvato, dati i rapporti di forza in campo. Il secondo è quello di sostenere che non si può criticare il compromesso perché è l’unico ipotizzabile. Per la serie, mangia la minestra o salta dalla finestra. Entrambi gli estremismi sono fuorvianti. Come valutare, allora, il compromesso raggiunto intorno a un sistema proporzionale con premio di maggioranza a due turni e clausole di sbarramento abbastanza alte (5% per i partiti coalizzati e 8% per quelli che corrono da soli)? In attesa di conoscere la traduzione dell’accordo in legge, si può azzardare una valutazione rispetto a quattro obiettivi: 1) affiancare alla riforma elettorale una semplificazione del quadro istituzionale che ne aumenti l’efficienza; 2) garantire una maggioranza certa; 3) ridurre la frammentazione; 4) migliorare la selezione dei politici. Anche se esistevano …

"Ecco perché può funzionare", di Roberto D'Alimonte

La riforma elettorale non c’è ancora. Ma l’accordo su quale debba essere c’è. La fine di questa storia ci sarà quando il Parlamento avrà varato il testo e il presidente della Repubblica lo avrà promulgato. Sono passaggi delicati e non scontati. Ma quello che comincia oggi in commissione Affari costituzionali della Camera è un processo che ha buone chance di arrivare a una conclusione positiva. Ha buone chance perché Pd e Fi, ma è il caso di dire Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, condividono lo stesso obiettivo. Entrambi si sono schierati fermamente a favore del bipolarismo e della democrazia della alternanza. Chi temeva che un Berlusconi indebolito volesse puntare a una riforma non maggioritaria sfruttando la decisione della Consulta che ha reintrodotto un sistema proporzionale si deve ricredere. Con il nuovo sistema elettorale saranno i cittadini a decidere chi debba governare. Le elezioni saranno, come diceva Popper, «il giorno del giudizio» su chi ha governato e su chi si candida a governare. Le coalizioni dovranno formarsi prima del voto, e non dopo. E spetterà agli …

«Proposta abile, nessun dubbio di incostituzionalità», di Osvaldo Sabato*

Nessun dubbio di costituzionalità. La proposta di legge elettorale presentata ieri dal segretario Matteo Renzi alla direzione del Pd, per il presidente emerito della Corte Costituzionale, Enzo Cheli, è «ben costruita» e secondo lui «a certe condizioni può funzionare bene anche in tema di governabilità». Presidente qual è il suo primo giudizio sull’Italicum di Renzi? «La considero una proposta abile perché mira, e in gran parte mi pare ci riesca, a conciliare gli interessi delle formazioni maggiori con quelli delle minori, che siano però in grado di arrivare alla soglia di sbarramento, formazioni minori che hanno sicuramente garantita una rappresentanza in Parlamento attraverso l’assegnazione di seggi in sede nazionale». Anche dentro il Pd però si sollevano dubbi sulla costituzionalità di questa riforma elettorale. «A me sembra una proposta abile per- ché rispetta in termini adeguati i principi che ha affermato la Corte Costituzio-nale nella sua recente sentenza sul Porcellum, introducendo una soglia di ingresso per avere il premio di maggioranza, come voleva la Corte, prevedendo liste bloccate, ma circoscritte, così come la Corte impone in …

Cambiamo l'Italia: è la volta buona

Con 111 voti a favore, nessun voto contrario e 34 astenuti è stata approvata la relazione del Segretario. Riforma del Titolo V della Costituzione La riforma del Titolo V deve prevedere l’eliminazione della materia concorrente. Ritornano di competenza statale alcune materie tra cui: 1) Grandi reti strategiche di trasporto e di navigazione nazionale e relative norme di sicurezza; 2) Produzione, trasporto e distribuzione nazionale di Energia; 3) Programmi strategici nazionali per il turismo. Per ragioni di sistema si segnala anche che contestualmente alla riforma del titolo V si procederà all’eliminazione dei rimborsi elettorali per i consiglieri regionali e l’equiparazione dell’indennità dei consiglieri regionali a quella del sindaco della città capoluogo di regione. I relativi provvedimenti devono essere presentati in Parlamento entro il 15 febbraio 2014. Riforma del Senato La riforma del Senato deve portare al superamento del bicameralismo perfetto. Il voto di fiducia al Governo spetta solo alla Camera dei Deputati. Il Senato della Repubblica viene trasformato in Camera delle autonomie, con l’eliminazione di elezione diretta dei suoi membri e di ogni forma di indennità. …

Legge elettorale, arriva il doppio turno anti-larghe intese

Il doppio turno contro le larghe intese. E’ questa la proposta che oggi Matteo Renzi porterà nella direzione del Pd e che avrebbe già ricevuto l’avallo di Silvio Berlusconi. Secondo quanto si apprende infatti il testo della legge elettorale fin qui in discussione verrà modificato introducendo la possibilità di un ballottaggio tra le due coalizioni che hanno ottenuto più voti. Il meccanismo sarebbe dunque questo: nel caso in cui nessuna delle due coalizioni raggiunga la soglia del 35% dei consensi (quella che consente di accedere al premio del 15%), si tornerà a votare quindici giorni dopo proprio per assegnare il bonus che consente di ottenere una maggioranza certa alla Camera. Restano le mini liste bloccate di sei candidati per circoscrizione e gli sbarramenti: al 5% per i partiti in coalizione e quello dell’8% per le forze che si presentano da sole. Con la “clausola” del ballottaggio si punta a evitare quello che è accaduto a febbraio scorso, ossia il ripetersi dell’obbligo di ricorrere alle larghe intese. Un anno fa – con questo sistema – Bersani …

Norme sulla rappresentanza di genere

Ordine del giorno approvato dalla Direzione nazionale del 16 gennaio 2014. La direzione nazionale del Partito Democratico premesso che lo statuto del Partito democratico pone tra i suoi valori fondativi il principio della democrazia paritaria e l’impegno “a rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla piena partecipazione politica delle donne” favorendo “la parit à fra i generi nelle candidature per le assemblee elettive”; che la piena cittadinanza femminile nella vita pubblica e delle istituzioni e’ condizione essenziale della qualità della democrazia. considerato che la scelta del Partito democratico di perseguire tali obiettivi ha consentito positivi passi avanti: un incremento della presenza femminile negli organismi di direzione politica, nelle assemblee elettive degli enti locali, grazie all’introduzione della doppia preferenza, e in Parlamento, dove la percentuale di elette sfiora il 40 per cento. valutata l’urgenza di riformare la legge elettorale per il Parlamento italiano e la possibile modifica della legge elettorale per il Parlamento europeo. si impegna ad inserire nelle suddette riforme, qualsiasi sia il modello adottato, norme antidiscriminatorie volte ad affermare la parità di genere. www.partitodemocratico.it