Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

Roberto Speranza «Scegliamo un segretario, non un candidato a Palazzo Chigi. Altrimenti rischieremmo il paradosso di un premier costretto a candidarsi segretario», di Simone Collini

«Questo è un governo nato per rispondere prima di tutto all’emergenza economica e sociale del Paese ed è dentro questo obiettivo che si trovano le ragioni del nostro sostegno», spiega Roberto Speranza definendo «simbolico» quanto avvenuto al Consiglio europeo della scorsa settimana, nel quale grazie anche all’intervento di Letta al centro dell’agenda è stato messo il tema della disoccupazione giovanile. Il capogruppo del Pd alla Camera guarda però anche al medio-lungo termine, e dice che «se il partito dovesse sbagliare il congresso non farebbe male solo al Pd ma alla democrazia italiana». E un modo per «sbagliare», aggiunge, sarebbe immaginare che il congresso serva a scegliere il candidato premier, perch é questo porterebbe «instabilità» e anche un «paradosso», dal momento che a capo del governo c’è un esponente del Pd: «Se il segretario fosse automaticamente il candidato premier cosa avverrebbe? Per paradosso potremmo trovarci di fronte a un nostro premier che si candida a segretario». Perché, onorevole Speranza, continuare a sostenere il governo insieme a un Pdl che tenta blitz sulla giustizia e sembra interessato …

Grasso: “Prima delle riforme istituzionali va fatta una nuova legge elettorale E se cade Letta un’altra coalizione”, di Liana Milella

Un altolà sulla magistratura: «Intangibili i capisaldi già in Costituzione». Da palazzo Madama come vede Letta? «Comunica una sensazione di estrema serenità e assoluta imperturbabilità. È come se le polemiche gli scivolassero addosso e lui andasse avanti per la sua strada e i suoi obiettivi. Mi preoccupano però le fibrillazioni che restano il male costante della politica italiana». Giusto questa settimana c’è stato trambusto sulle riforme. Come va a finire? «Il presidente Napolitano ha accettato di tornare al Quirinale per consentire alle forze politiche di trovare un’intesa, la più ampia possibile, sulle riforme prospettando, con un monito molto severo, la possibilità di sue dimissioni nel caso in cui l’impresa dovesse fallire». Vuole dire che l’impegno è ferreo? «La necessità delle riforme non è negoziabile». La legge elettorale è finita nel dimenticatoio. Eppure la Consulta va avanti sul quesito della Cassazione e da Milano si è appena costituito l’avvocato Aldo Bozzi. «Sempre Napolitano, già nella precedente legislatura, aveva auspicato la riforma. Tutti i partiti hanno tuonato contro l’attuale legge e si sono impegnati a cambiarla al …

"Femminicidio, adesso si muove il Parlamento" di Valeria Fedeli

Dal 2002, nel mondo, secondo dati OMS, la prima causa di uccisione di donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio da parte di persone conosciute. E il 35% delle donne subisce nel corso della vita qualche forma di violenza. Mentre gli omicidi di uomini sono di solito commessi da sconosciuti, durante atti di criminalità, quando ad essere uccisa è una donna è spesso per mano di persone vicine, in particolare partner o ex partner. È un dato consolidato nella storia, ma di recente consapevolezza. Solo dagli anni ’90 si è iniziato a parlare di «femmicidio», per definire l’omicidio volontario di donne «perché donne», e poi di «femminicidio», per indicare ogni forma di discriminazione e violenza rivolta contro la donna, al di là dell’omicidio. Come accade sempre con il linguaggio, nominare femmicidio e femminicidio ha permesso di renderli evidenti, riconosciuti, esistenti. Di svelare il rapporto tra violenza e stereotipi, tra violenza e mentalità maschiliste che hanno da sempre governato il mondo. È nei modelli di famiglia, in concezioni del rapporto di coppia fondati …

"Il congresso e il partito che vorrei", di Alfredo Reichlin

Il problema che sta davanti al congresso è quello di un grande cambiamento. Si tratta del fatto che noi non possiamo continuare a restare così come siamo: un amalgama di culture riformiste ed esperienze di una fase precedente a quella attuale. Ivi compresa quella delle «terze vie» alla Tony Blair. Il problema principale del Pd sta esattamente in ciò: nel ridefinire il nuovo «campo storico» del suo pensare e del suo agire. Ciò non significa affatto ignorare le emergenze e le strette della situazione. Ma per affrontarle dobbiamo collocarci in una prospettiva più ampia. La crisi italiana non è solo una crisi economica. È di identità. È crisi della rappresentanza politica democratica. È il distacco della società civile dallo Stato. Non dobbiamo stupirci se il disprezzo della politica è arrivato a questo punto. È finita una storia e anche la decadenza economica si spiega con ragioni geo-economiche e geo-politiche. L’Italia non sa più chi è. Non vede il suo futuro. In sostanza non ha una classe dirigente che sia in grado di pensare l’interesse generale …

"La vera priorità", di Michele Prospero

Il lavoro è democrazia. Con questo slogan si è svolta la manifestazione unitaria dei sindacati a piazza San Giovanni. È tornata così a parlare, dopo le nefaste consuetudini di divisioni e di accordi imposti con firme separate, quella parte di società che più paga la crisi ed è meno rappresentata. Non c’è nulla di più semplice nella galassia della comunicazione che la rimozione del lavoro, delle sue parole, dei suoi simboli, dei suoi riti. Senza lo spirito di lotta, e quindi senza il ritorno visibile dei sindacati nello spazio pubblico, il lavoro non esce dalla naturale spirale del silenzio. E, nel vuoto della rap- presentanza politica, crescono la rabbia, la sensazione di impotenza nei confronti di un fato inarrestabile. Dopo sei anni ininterrotti di crisi-contrazione e di duri sacrifici che si susseguono senza aprire alcuno spiraglio positivo, è un bel segnale che il lavoro si mobilita. E la recuperata soggettività del lavoro fa molto bene anche alla democrazia perché la rende immune da insane sensazioni di panico e dagli spasmi di decadenza, che sempre accompagnano …

Epifani: "Il governo fornisca le cifre e il Pdl non tiri la corda", di Carlo Fusi

Il punto di non ritorno su Iva e Imu sembra ad un millimetro. Il Pdl preme come un forsennato, per ultimo per bocca del vicepremier Alfano; il ministro del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, avverte che, allo stato, i soldi non ci sono. Ed Epifani che dice? Il Pd da che parte sta? Da questa: «Palazzo Chigi spieghi una volta per tutte qual è la cifra a disposizione e poi faccia le sue scelte. Al governo dico anche di accelerare i tempi di attuazione per la cassa integrazione in deroga. Vale anche per la restituzione dei crediti alle imprese: con la crisi attuale, far passare troppo tempo è un assoluto controsenso». E l`Imu? E l`aumento dell`Iva? Si fanno o no? «Non mi piace come questa discussione si sta facendo. Capisco che la situazione è peggiore di quella prevista: basta vedere i dati della produzione industriale. Ma c`è un punto dal quale non si sfugge: voglio sapere dal governo quali sono le somme disponibili. E` la prima cosa che il governo deve dire: e non al Pd ma …

"L’occasione da non perdere", di Claudio Sardo

Roma torna a sinistra. E i candidati-sindaco del Pd vincono in tutti i Comuni capoluogo chiamati alle urne. Senza le qualità di Ignazio Marino, senza la sua capacità di allargare la coalizione a tanti «irregolari» come lui, la pessima stagione di Gianni Alemanno non sarebbe stata chiusa con un verdetto così drastico. Ma il risultato di ieri ha un’evidente valenza nazionale. Ci sono dentro i meriti personali di Emilio Del Bono a Brescia, di Giovanni Manildo a Treviso (che ha espugnato il «regno» di Gentilini), di Pasquale Cascella, firma storica de l’Unità, a Barletta, di Carlo Capacci a Imperia, di Bruno Valentini a Siena, di Emilio Gariazzo a Iglesias, di Leonardo Michelli a Viterbo, di Paolo Foti ad Avellino, di Simone Uggetti a Lodi, di Valeria Mancinelli ad Ancona. C’è il valore di Enzo Bianco, che tornerà ad essere il primo cittadino di Catania, dopo aver anche lui sconfitto clamorosamente un sindaco uscente di centrodestra. Tuttavia, non era mai accaduto che in una tornata amministrativa il risultato fosse così univoco. Il Pd ha vinto ovunque. …