Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

"Diamo ai cittadini le scelte di finanziamento dei partiti", di Walter Tocci

La riforma del finanziamento dei partiti è un passaggio ineludibile per migliorare la credibilità della politica e per rafforzare il prestigio del Parlamento. L’unica via che può legittimare un contributo pubblico è il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte di finanziamento. Ed è possibile solo se viene assicurata la massima trasparenza sull’utilizzo delle risorse e sui rapporti con i poteri economici e mediatici. La proposta che abbiamo elaborato in un gruppo di lavoro composto da deputati e senatori del PD individua tre strumenti: contributo pari all’uno per mille del gettito Irpef da ripartire secondo le indicazioni dei contribuenti; credito d’imposta per le libere donazioni private; rimborso parziale delle spese elettorali effettivamente sostenute. Per rendere credibile quest’ultimo aspetto della proposta il PD dovrebbe rinunciare volontariamente alla parte di rimborsi elettorali non spesi per la campagna elettorale 2013. Sono escluse, quindi, tutte le forme di finanziamento diretto dello Stato che non siano legittimate dalla scelta dei cittadini. Pur trattandosi di un testo normativo compiuto, è una proposta aperta che ha lo scopo di promuovere una discussione e un …

Addio finanziamento ai partiti, in Cdm un testo «snello», di Maria Zegarelli

«La politica o si autoriforma o muore». Ieri il presidente del Consiglio Enrico Letta è stato perentorio nel rivendica- re l’urgenza di atti concreti. «Ho preso la fiducia anche sul mio impegno ad abolire il finanziamento pubblico ai partiti e non intendo fare passi indietro», ha spiegato in Emilia dove si è recato per un sopralluogo nei centri colpiti dal terremoto un anno fa. E gli atti concreti arrivano oggi in Cdm nel corso del quale presenterà la proroga sull’Ecobonus per le ristrutturazioni e il ddl sullo stop ai fondi pubblici per i partiti annunciato già la scorsa settimana. Sorvola sulle battute che gli indirizza «l’amico» Matteo Renzi, quell’invito a non «vivacchiare» in questo governo di larghe intese che potrebbe diventare «di lunghe intese». Letta non si lascia tirare dentro le polemiche, «più o meno spregiudicate, più o meno quotidiane», raccontano dal suo staff, «neanche se arrivano da Renzi», e va dritto per la sua strada sapendo che le insidie sulla strada del suo esecutivo saranno costanti e non sempre arriveranno dal Pdl. «Alle critiche …

“Noi lavoriamo anche per Matteo la sua corsa non ha una scadenza”, di Francsco Bei

Dario Franceschini: sulla targa fuori dalla porta del suo ufficio c’è scritto “ministro dei rapporti con il Parlamento e al coordinamento delle attività di governo”. Ovvero, come traduce lui stesso vista l’attuale maggioranza precaria, «il ministro alle rogne». Stavolta però, nonostante Renzi accusi il governo di “vivacchiare”, Franceschini alza la voce per rivendicare il gol segnato due giorni fa sulle riforme: «È stata una giornata molto importante, purtroppo in parte oscurata dalle distinzioni che ci sono state sulla legge elettorale. Non ci avrebbe scommesso nessuno che, a un mese dalla nascita del governo, fosse possibile definire un percorso certo verso le riforme, con una larghissima maggioranza e la non ostilità delle opposizioni». Percorso «certo»? Viste le bicamerali del passato, consenta un certo scetticismo… «Lo scetticismo è fondato. In passato la durezza dello scontro politico e le convenienze reciproche hanno sempre bloccato il percorso delle riforme. Ma stavolta è diverso». Perché mai? «Perché gli avversari di sempre oggi collaborano al governo. E questa finestra del governo di servizio può consentire la collaborazione anche sulla definizione delle …

"O si cambia o si muore", di Claudio Sardo

L’Italia ha bisogno delle riforme istituzionali E non può più tornare al voto con il Porcellum. Si tratta ormai di bisogni vitali della nostra democrazia, che rischia di essere travolta dal discredito, dall’impotenza, dalla crisi sociale. La giornata parlamentare di ieri ha formalizzato l’impegno in una mozione. Enrico Letta lo ha reso solenne, ribadendo che la vita stessa del governo sarà legata al raggiungimento dell’obiettivo. Alle sue spalle c’è la determinazione del Capo dello Stato, il quale ha già chiarito che non sopporterà l’ennesimo fallimento: se il processo riformatore verrà interrotto, Giorgio Napolitano si dimetterà rendendo drammatica la crisi di sistema e cercando di tagliare la strada ad eventuali profittatori della rottura. Tuttavia i nodi sono ancora aggrovigliati. E il confronto di ieri – compresa la frattura nel gruppo Pd – dimostrano che la strada per uscire dalla seconda Repubblica è quanto mai accidentata. Bisognerebbe anzitutto sconfiggere la cultura populista – dalla «religione del maggioritario» al mito del premier eletto dal popolo, e dunque «unto del Signore» – che si è sovrapposta alla cultura costituzionale, …

"Epifani: tornare sui territori Renzi: l’astensione fa paura", di Simone Collini

Assemblee in tutte le regioni per discu- tere con simpatizzanti, militanti, elettori, delusi. E c’è anche l’ipotesi di coinvolgere gli iscritti al partito nel percorso che dovrebbe portare all’approvazione delle riforme istituzionali. Al quartier generale del Pd si studiano con attenzione i dati delle amministrative. Il gruppo dirigente canta vittoria, anche se il dato dell’astensionismo preoccupa e l’analisi dei flussi elettorali conferma che il successo praticamente ovunque è dovuto in gran parte a un crollo delle altre forze politiche. Per questo al Nazareno ci si prepara all’avvio della campagna congressuale con uno spirito diverso rispetto a qual- che giorno fa, però si iniziano a studiare anche le misure per recuperare il voto degli astenuti. Del resto, se Epifani osserva che il flop di Grillo è dovuto al fatto che «gli elettori gli avevano concesso la possibilità di cambiare e invece si è ritirato sull’Aventino», mentre la scelta del Pd di «assumersi la responsabilità di dare con il governo una funzione di ser- vizio verso i problemi del Paese» è stata «premiata», Matteo Renzi ironizza sì …

Ratificata Convenzione Istanbul. Dichiarazione di voto di Federica Mogherini del Pd alla Camera dei Deputati

Signor Presidente, oggi per il gruppo del PD non si tratta soltanto di dare un voto favorevole e molto convinto alla legge di ratifica della Convenzione di Istanbul, per prevenire e contrastare la violenza domestica sulle donne: si tratta di vedere realizzato un obiettivo, direi quasi un sogno, se non suonasse stonato rispetto agli episodi di cronaca che abbiamo di fronte agli occhi. Un obiettivo a cui abbiamo lavorato tanto in questi anni e in questi ultimi mesi, con tenacia: certe volte con la tenacia della goccia d’acqua che scava la pietra, e con enorme convinzione. L’abbiamo fatto in Aula, l’abbiamo fatto al Consiglio d’Europa, come ricordava la collega Bergamini; l’abbiamo fatto nelle nostre città, nel Paese, insieme a tantissime associazioni, ai movimenti, ai centri antiviolenza.   Abbiamo lavorato la scorsa legislatura perché il Governo firmasse la ratifica, innanzi tutto. Poi abbiamo presentato il disegno di legge di ratifica, che oggi votiamo il primo giorno di insediamento di questa Camera, come atto simbolico e come volontà politica. Abbiamo fortemente voluto insieme a lei che questa fosse …

"Epifani: questo voto ci incoraggia", di Simone Collini

Un voto «incoraggiante» per il Pd, che a Roma segnala una chiara «volontà di cambiamento» e che nel resto d’Italia «premia la serietà e la capacità di governo» degli amministratori locali democratici e conferma il «radicamento» del partito nei territori. Guglielmo Epifani è soddisfatto dell’esito elettorale ma sa che il lavoro da fare sul partito e con il governo è ancora molto, che come dimostra la bassa affluenza alle urne il divario tra cittadini e politica è profondo e che i problemi con cui l’Italia deve fare i conti sono numerosi e complicati. Il segretario del Pd lascia Roma di primo mattino, destinazione Terni, per partecipare a un’assemblea di lavoratori organizzata per discutere della vendita del gruppo Acciai speciali Terni da parte della società finlandese Outokumpu. Rientra poco prima che chiudano i seggi e poi segue lo spoglio delle schede dalla sede del partito, chiamando Ignazio Marino per commentare via via il risultato (che alla fine definisce «straordinario» e che «premia il profilo civico»: «Dobbiamo far rinascere questa città, con umiltà e sobrietà»). Il dato …