Tutti gli articoli relativi a: partito democratico

“Il partito ritrovato”, di Piero Ignazi

C’È SEMPRE tempo a farsi del male, e sappiamo quanto la sinistra sia brava in questo. Eppure, nonostante il salire della tensione, le condizioni per un salto di qualità del Pd ci sono (quasi) tutte. Per la prima volta dall’autunno 2007 — data di nascita del Pd — il partito è ritornato al centro della scena politica. Allora, nel giro di poche settimane, il “predellino” di Berlusconi gli rubò i riflettori e catalizzò di nuovo su di sé tutta l’attenzione mediatica. Ora, il Cavalier Tentenna, che si presenti oppure no, non cale. Sul mercato elettorale Berlusconi non vale un Grillo. La fiducia degli italiani nel Cavaliere è scesa al 14% e anche tra gli elettori del centrodestra arriva appena al 35% (dati Swg). Del vuoto che si crea a destra ne dovrebbe approfittare la galassia centrista. Ma, en attendat Monti all’infinito, questa opzione non prende corpo e rischia di annullarsi in uno scontro tra personalismi. L’unica presenza solida e corposa in campo rimane il Pd. Il suo atout sta nella “sicurezza” che, in tempi di …

“La sfida democratica oltre le primarie”, di Michele Ciliberto

Chiunque sia il vincitore, è già possibile esprimere un giudizio obiettivo sulle primarie: si è trattato di una esperienza importante per tutti, a destra e a sinistra – in breve, per la democrazia italiana. È giusto dunque sottolineare il merito del segretario del Pd che le ha fortemente volute e anche il contributo di tutti gli altri competitors. Matteo Renzi è un personaggio che, essendo dotato di carattere e di ambizione, suscita differenti passioni. Ma bisogna sapersi sollevare dallo spirito di parte e da atteggiamenti pregiudiziali, e riconoscere il lavoro che ha fatto per cominciare a ristabilire canali di comunicazioni fra i cittadini e la politica, cominciando a ricostruire nel nostro Paese quella che si chiama «opinione pubblica» e che è un pilastro delle democrazie moderne. Ma proprio perchè si è trattato di un evento importante, le domande che ora si pongono sono queste: perché le primarie hanno avuto un successo così largo, in una situazione di vasta disaffezione dalla politica? E sono sufficienti le primarie per rimotivare e rinsaldare la democrazia italiana? Ricordiamo tutti, …

“Bersani: politica non solo per ricchi”, di Simone Collini

Essere se stessi fino in fondo «Il confronto? Con gli operai». La «ditta» rimane in testa ai pensieri del leader Pd che vede nelle primarie uno strumento per «rompere il muro che si è creato tra cittadini e politica». Facciamo ‘sto confronto. A che ora è domani con i lavoratori di Piombino?». Ecco, è tutto in quest’uscita di poco precedente l’inizio della trasmissione su Rai 1 Pier Luigi Bersani. Il sigaro Toscano tra le labbra, l’aria di chi già pensa ad altro prima ancora che si accendano le luci degli studi Dear. All’incontro di stamattina con i lavoratori delle acciaierie di Piombino, dove ci sono seimila posti in bilico, per esempio. O all’iniziativa di stasera al Teatro Politeama di Napoli per discutere insieme a Nichi Vendola di lavoro, diritti, Mezzogiorno, che dovrebbe garantire al leader del Pd una bella fetta di quel 15% incassato dal leader di Sel al primo turno. O alle tappe di domani in Toscana, per strappare consensi a Matteo Renzi laddove domenica scorsa è andato meglio. O, ancora, alla chiusura della …

Pd, nulla sarà come prima «Ma decide il congresso», di Nini Andriolo

Il Pd ha cambiato «pelle». Il 25 novembre, anzi, «è nato di nuovo». I giornali fotografano così i 3 milioni in fila per la prima tappa della corsa di Renzi e Bersani. Riflettori puntati sugli equilibri interni al Partito democratico nelle istantanee di stampa che si avventurano verso i possibili scenari del dopo, immaginando perfino ticket tra il sindaco di Firenze e il segretario. «Nulla di tutto ciò», sottolinea Roberto Speranza, del comitato Bersani. «Abbiamo voluto le primarie per avvicinare la politica ai cittadini – commenta – Il più grande partito del Paese ha costruito la condizioni per un bagno di democrazia». «Un errore», quindi, leggere le primarie con la lente «deformata» delle dinamiche interne al Pd. Per definire gli assetti del partito, continua Speranza, bisognerà attendere il congresso del 2013. Al di là di questo, però «il dato importante è che abbiamo rimesso il partito al centro dell’agenda politica» e «il merito va a Bersani che ha voluto cambiare lo stesso Statuto del Pd». Anche il versante renziano non pone l’accento sugli equilibri di …

“Il parlar-vero delle primarie”, di Barbara Spinelli

Molto dipende ora da quel che si farà, nel Pd e nel centrosinistra, del tesoro accumulato alle primarie di domenica, e di quel che esse rivelano: un’enorme domanda di democrazia, e un bisogno, possente, che la politica torni in primo piano. Che non si nasconda dietro governi tecnici come se non fosse capace, per incompetenza o neghittosità, di pesare con idee alternative sulla crisi e le sofferenze che ne discendono. Non è detto che 3,1 milioni di elettori desiderino estromettere gli esperti, estranei ai partiti e allergici ai loro conflitti. Il voto è probabilmente spurio: in parte il popolo delle primarie vuole che partiti o movimenti ricomincino o comincino a governare, in parte è complice della sospensione della politica democratica classica, fatta di alternanze e ancor più di alternative alle ricette presenti. Resta che i cittadini si sono incaponiti nella loro domanda di politica, nella loro voglia di contare, e il voto l’hanno dato a candidati che per settimane si sono battuti non per guidare un partito, non per figurare meglio in Parlamento, ma per …

“Il leader rafforzi la sua alternativa”, di Michele Prospero

Per soli 159.794 voti Pier Luigi Bersani non ha preso la maggioranza assoluta. Al ballottaggio per trasformare una vittoria prevedibile in un successo reale deve però riuscire a mobilitare le sue truppe e convincerle di nuovo a muoversi. Serve uno scatto. Ben altra cosa rispetto alla litigiosità, la polarizzazione delle opzioni culturali è la via maestra per mostrare la nettezza della proposta e il senso vero della sfida. Per motivare una nuova partecipazione, Bersani deve mostrare di essere proprio lui la profonda alternativa che il Paese cerca rispetto alle politiche sconfitte dalla crisi. Il principio di realtà, che la crisi ridesta, deve imporsi sulla costruzione mediatica di devianti figure che ripropongono il già visto sotto ammaglianti metafore. Su temi caldi, come quelli delle politiche del lavoro, la distanza tra Renzi e Bersani non è certo inferiore a quella che ovunque in Europa separa le forze liberali-moderate e i partiti della sinistra. Le proposte di Ichino e Giavazzi non solo spezzano la coalizione sociale della sinistra ma rivelano la loro debolezza nel risolvere la crisi. Sui …

Miguel Gotor: «Con Bersani per riunire partiti e società», di Francesco Cundari

«La notizia secondo me è il grande successo delle primarie», dice Miguel Gotor, storico dell’età moderna ma anche autore di diversi saggi su Aldo Moro e l’Italia degli anni Settanta, da mesi impegnato a sostegno della candidatura di Pier Luigi Bersani alle primarie, pur senza essere nemmeno iscritto al Partito democratico. «È un grande successo delle primarie come strumento di rilegittimazione di una politica ferita, per ricostruire un rapporto che non è stato mai così difficile nella storia repubblicana tra cittadini e istituzioni, società e democrazia rappresentativa. Primarie che sono state fortemente volute da Pier Luigi Bersani proprio con questa finalità». Un successo dei gazebo contro le sezioni, dell’apertura alla società civile contro la chiusura degli apparati? «In primo luogo, è stato un successo dovuto all’impegno di centomila volontari. Ma il punto è che in questi anni abbiamo avuto un discorso pubblico subalterno al berlusconismo, tutto impostato sulla contrapposizione tra partiti e società civile: i partiti come ferri vecchi di un Novecento perduto da un lato, dall’altro una società civile come la rosa del Piccolo …