Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Se l’Europa divide l’Italia”, di Claudio Sardo

Senza l’idea di Europa, senza l’aggancio all’euro, la nostra unità nazionale molto probabilmente non avrebbe resistito alle tensioni e agli strappi degli anni Novanta. Ora invece è proprio l’Europa che rischia di diventare il detonatore della polveriera Italia, stremata dalla crisi e dal collasso istituzionale della seconda Repubblica. La campagna elettorale delle prossime europee – con Berlusconi, Grillo e la Lega che si apprestano a cavalcare l’onda anti-euro, più o meno con gli stessi argomenti dei movimenti populisti e xenofobi diffusi nel Continente – può produrre effetti devastanti. Non solo per gli equilibri di Bruxelles e Strasburgo: le parole peseranno come macigni sul Paese e la delegittimazione colpirà inesorabilmente anche gli sforzi di cambiamento delle politiche. Che segno avrà il semestre italiano di presidenza Ue se a maggio le liste euroscettiche conquisteranno da noi, per la prima volta nella storia, la maggioranza dei consensi? Nelle classi dirigenti e nell’opinione pubblica non sembra esserci coscienza del quadro che si sta componendo e dei pericoli cui andiamo incontro come nazione. Si può reagire con un’alzata di spalle …

Legge di stabilità 2014, dichiarazione di voto del capogruppo Pd Roberto Speranza

Signor Presidente, abbia un po’ di pazienza, quando non si è abituati alla democrazia ci vuole un po’ di tempo per imparare le regole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Io penso, signor Presidente, onorevoli colleghi, che questa sessione di bilancio arriva in un tempo politico nuovo e a noi parlamentari, a noi partiti politici tocca comprenderlo e viverlo con coraggio. Diremo la verità, tutta la verità perché dire la verità è il primo punto di svolta di questo tempo nuovo e diciamo subito, senza tentennamenti, che la crisi economica è durissima, che ha messo alla prova le nostre famiglie e le nostre imprese e non ne siamo fuori.   Sappiamo che questa legge di stabilità sta dentro una crisi economica enorme ma il punto, la grande domanda a cui siamo chiamati a rispondere è la seguente: che cosa fa politica ? Quale è la scelta che noi decidiamo di fare per rispondere a questa crisi, a questa inquietudine enorme che arriva dal profondo della nostra società ? E guardate ci sono due strade, due strade diverse, …

“Lo specchio di un paese fragile”, di Giovanni Orsina

Il caso Stamina – osservato qui da un punto di vista non tecnico ma, in senso lato, politico – pare contenere in sé svariati elementi indicativi dello stato di avanzato disfacimento della nostra vita pubblica. mMostra per l’ennesima volta quanta ragione avesse Ennio Flaiano quando scriveva, sconsolato, che in Italia, «paese che amo, non esiste semplicemente la verità» – che se «paesi molto più piccoli e importanti del nostro hanno una loro verità, noi ne abbiamo infinite versioni». Anzi: mostra che da quando Flaiano l’ha formulata quarant’anni fa, questa riflessione è diventata, ahinoi, ancor più vera. La vicenda Stamina può essere considerata emblematica. In primo luogo, del modo caotico, urlato e prepotente – e in definitiva autolesionistico – nel quale ormai da decenni, ma da ultimo sempre più spesso, le esigenze di questo o quel gruppo vengono imposte all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni. Certo, qui stiamo parlando di un caso limite, di persone e famiglie disperate che nel metodo vedono la loro unica e ultima possibilità di salvezza. Quelle persone e famiglie, nondimeno, hanno …

“Europa, il dilemma del prigioniero”, di Tommaso Nannicini

Il consiglio europeo di questi giorni si è concentrato sulle regole dell’Unione bancaria, ma c’è da augurarsi che inizi presto un confronto su come rafforzare l’architettura dell’unione economica senza nasconde- re un altro tema scottante sotto il tap- peto. Le misure sulla disciplina di bilan- cio, inclusa la famigerata regola per cui il deficit non deve sforare il 3%, so- no controproducenti in un periodo di crisi? È sensato ammorbidirle o accon- sentire deviazioni temporanee? In Italia, si sente ripetere spesso che quella del 3 percento è una regola stupida, decisa e gestita da un manipolo di tecnocrati. In verità, le regole attuali sono il frutto di decisioni tutte politiche prese dai governi europei. E l’Italia si è autoimposta il pareggio strutturale di bilancio con una riforma costituzionale approvata a stragrande maggioranza nel 2012. Chi non ama le regole fiscali dovrebbe esprimersi anche sulla nostra Costituzione. Detto questo, le regole fiscali sono sempre un po’ stupide, perché ti legano le mani anche quando avresti bisogno di discrezionalità. Ma non sono lì per stupidità. Esistono, piuttosto, …

“La corte dei ricatti”, di Filippi Ceccarelli

Per dimostrare un’opinione, o provarci, a volte tocca essere ruvidi e necessariamente sboccati. Così, per dare un’idea del rapporto instauratosi fra Lavitola e Berlusconi occorre rifarsi a un lacerto di intercettazione telefonica: «Io sinceramente — dice il primo all’allora premier — non credo che ci sia una donna al mondo che se lei le telefona e le dice: “Vieni qua a farmi una pompa”, quella non viene correndo. Dottore, lei mi perdoni se mi permetto ». LÀ dove lo scopo dell’argomento è ingraziarsi il Cavaliere solleticandone l’immensa e malata vanità; ma rimarchevole è anche il sussulto, vero e proprio fiocchetto con cui Lavitola impacchetta la confezione: «Dottore, lei mi perdoni se mi permetto ». E sempre un po’ dispiace andare a cercare nei bidoni dell’audio-spazzatura, ma solo rimestando lì dentro si ottiene la prova che Valterino era perdonato in partenza, e dunque senz’altro si poteva permettere quella lusinga. I più esperti fra gli operatori ecologici e giornalistici di questa sozza stagione sanno bene, oltretutto, che fra le mansioni del cortigiano Lavitola quelle attinenti alla sfera …

“No a premi di coalizione”, di Claudio Sardo

La riforma elettorale è necessaria. E non può che nascere da un compromesso. Ma non tutti i compromessi sono equivalenti. Dalla qualità della mediazione dipende l’efficacia del sistema democratico. Bisogna scegliere una rotta nel negoziato. E non dimenticare le ragioni che hanno portato al fallimento di questa cosiddetta seconda Repubblica. Una di queste ragioni è il maggioritario di coalizione: anomalia assoluta del nostro sistema, principio sconosciuto a qualunque Paese occidentale, causa non secondaria del collasso politico. Il maggioritario di coalizione – entrato nel sistema piegando il Mattarellum, e poi ossificato dall’abnorme premio del Porcellum – ha anzitutto imbrogliato gli elettori. Aveva promesso loro di renderli arbitri delle alleanze di governo, invece li ha derubati. Le liste coalizzate hanno incassato il premio in seggi e, una volta spartito il bottino, si sono separate. Il trasformismo è cresciuto a dismisura, con centinaia di parlamentari che nel corso di una legislatura passano da un gruppo all’altro. Il maggioritario di coalizione doveva essere la garanzia della stabilità e il nostro «presidenzialismo» all’amatriciana: è diventato invece la garanzia dell’instabilità. E …

“Lezioni americane”, di Silvano Andriani

Mentre in Italia la legge di stabilità si appresta a ottenere il voto di fiducia alla Camera (nonostante le critiche di Confindustria, comuni e sindacati) dagli Stati Uniti giungono segnali del tutto diversi per quanto riguarda le politiche per il rilancio dell’economia e l’uscita dalla crisi. Al di là dell’oceano, Barak Obama ha proposto di aumentare il salario minimo da 7,25 a 10,10 dollari l’ora e la grande maggioranza degli statunitensi è d’accordo con lui. Nel frattempo gli Stati della California e del Massachusets hanno già portato il salario minimo oltre i dieci dollari, la città di Washington sembra orientata ad elevarlo nelle prossime settimane a 12,50 dollari e da qualche parte si propone il livello di 15 dollari. Uno dei punti principali dell’accordo di governo in Germania è l’introduzione di un salario minimo pari a 8,50 euro non lontano da quello già esistente in Francia che, essendo pari al 62% della retribuzione media, risulta il più alto fra quelli esistenti in Europa. Il motivo più immediato di tali decisioni sta nella volontà di fare …