Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Una battaglia di civiltà”, di Maria Cecilia Guerra

Gli articoli del decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri dedicati alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere rappresentano una prima, molto importante, risposta a un problema di grande rilevanza sociale. Le norme, che sicuramente potranno esse- re arricchite nel passaggio parlamentare, aggrediscono il fenomeno da più punti di vista. Particolare attenzione è posta, in accordo con quanto richiesto dalla Convenzione di Istanbul ratificata dal nostro Parlamento il 27 giugno scorso, sulla violenza domestica, definita come l’insieme di atti, non episodici, di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica, che si verificano all’interno della famiglia o comunque fra persone che sono o sono state legate da relazioni coniugali o affettive. Si prevede, ad esempio, che i responsabili di tali violenze possano essere ammoniti anche in assenza di querela, sulla base di segnalazioni di terzi a cui viene garantito l’anonimato. Si riconosce un permesso di soggiorno umanitario alle persone straniere che ne siano vittime. Si riconosce l’arresto in flagranza di reato per chi se ne rende responsabile. Si dà priorità nei processi ai reati riconducibili …

“La missione di Letta”, di Claudio Sardo

Secondo la propaganda berlusconiana, la conferma della condanna da parte della Cassazione avrebbe provocato la caduta del governo Letta a causa delle inevitabili convulsioni del Pd. Ma pochi giorni sono bastati per smontare l’intero castello. I problemi maggiori sono in casa Pdl, anzi nella testa di Berlusconi. Che non potrà avere sconti nell’esecuzione della sentenza, né nella decadenza da senatore, così come non ha ottenuto salvacondotti per evitare la condanna definitiva. E dunque è anzitutto Berlusconi che non ha ancora deciso se far saltare il banco alla ripresa di settembre. Avevano detto – i grillini, ad esempio – che le larghe intese sarebbero servite per regalare l’immunità al Cavaliere. Invece l’esecutivo guidato da Letta può vivere solo ripristinando l’autonomia dei poteri e il rispetto della legalità. Il governo non è merce di scambio per garantire la cosiddetta «agibilità politica» ad un Berlusconi condannato per reati comuni. Questo governo semmai può diventare un ponte verso un nuovo sistema politico, con una destra post-berlusconiana al posto dell’attuale partito-azienda. Al fondo, è questa la vera scelta per il …

“Ora servono processi più rapidi”, di Mariella Gramaglia

«Sono orgoglioso, è un cambiamento radicale, un chiarissimo segnale» – così Enrico Letta. «Ci siamo attrezzati per prevenire, punire, proteggere» – aggiunge Angelino Alfano. È stato appena approvato il decreto legge contro il femminicidio. Ambedue hanno lo sguardo fermo e sereno, da veri uomini di Stato: niente ammicchi, niente visi dell’arme. Berlusconi concedente, dopo giorni e giorni che tutti gli occhi erano puntati esclusivamente alla Corte di Cassazione, al Palazzaccio allusivo di sventure, oggi finalmente parlano di nuovo al Paese. E alle donne in particolare, le più insofferenti dei giochi politicanti, le più trascurate nonostante le promesse elettorali. Che sollievo. Almeno per loro. E per le donne? Vediamo. Innanzitutto questo è un decreto all’insegna della «sicurezza». Nonostante il lavoro della ministra dimissionaria per le pari opportunità Josefa Idem, che Letta ha cavallerescamente ringraziato, e quello, presumibilmente sotto traccia, della sottosegretaria Cecilia Guerra, è dal Viminale che viene l’impronta. Salvo augurabili sorprese al momento della divulgazione del testo ufficiale, non è stato stanziato un solo euro per il rifinanziamento delle case a tutela delle donne maltrattate, …

“Prevenire è rieducare”, di Concita De Gregorio

Inasprire le pene non basta, naturalmente, e forse non serve. Le buone leggi non sono quelle che nascono dalle pessime abitudini e tentano di sanarle, condonarle, depenalizzarle, regolarle e infine punire, sì, chi davvero esagera. Di quelle siamo pieni. Le buone leggi sono quelle che provano a indicare una rotta, e la tracciano. Sono quelle che tentano di definire il perimetro di ciò che la cultura civile deve (dovrebbe) ritenere giusto e lecito e non nascono allo scopo di contenere il danno dei comportamenti diffusi, illeciti o criminali, ma hanno l’ambizione di cambiare le regole della convivenza nella testa e nel cuore dei cittadini prima che nelle aule di tribunale. In questo caso inasprire la pena è eventualmente un segnale, appena un inizio. Forse un deterrente, in qualche raro caso, ma non basta e non serve. È piuttosto difficile difatti immaginare che chi massacra di botte una donna sia dissuaso dal farlo dalla consapevolezza, ammesso che ce l’abbia, che rischia cinque o dieci anni in più di galera. Non è l’ergastolo eventuale a fermare la …

“La bandiera dell’equità fiscale”, di Massimo Giannini

Sommersa dalle grida berlusconiane contro la magistratura, riaffiora dunque l’“altra emergenza”. Quella che morde la carne viva di famiglie e imprese, che incide sul futuro collettivo di un’intera nazione e conta molto di più del destino personale di un pregiudicato eccellente. Entro il 30 agosto il governo deve decidere se confermare l’eliminazione dell’Imu, o se rimodulare il prelievo sugli immobili. È una scelta fondamentale, che può decidere la vita del governo quanto una sentenza di condanna per il Cavaliere. A dispetto di un “pensiero debole” ricorrente e purtroppo dominante, incline ad annullare le distanze e ad azzerare le differenze, il Fisco è una frontiera che può dividere la sinistra dalla destra. Esattamente come la Giustizia, che esige tutti i cittadini uguali di fronte alla legge, anche il Fisco è uno strumento che aiuta a combattere le disuguaglianze. La “cifra” politica dell’Imu è dunque elevatissima. E il documento diffuso dal ministro dell’Economia lo conferma plasticamente, e quasi drammaticamente. In un testo di oltre cento pagine, Saccomanni fotografa la realtà, e poi descrive i nove possibili scenari …

“Il ribaltone della destra”, di Michele Prospero

Nel corso della sua esperienza di statista mancato, Silvio Berlusconi ha sempre trasformato le questioni politiche in problemi giudiziari e le grane giudiziarie in emergenze politiche. Anche adesso, che dovrebbe gestire in modo sobrio la sua inevitabile fuoriuscita dalla vicenda istituzionale, il Cavaliere si arrocca in una postazione indifendibile. E, per resistere ciecamente agli eventi per lui divenuti assai negativi, confonde in maniera regressiva il piano del diritto e quello della politica. La sua esperienza, che pure secondo il racconto ufficiale del ventennio si è svolta per intero nella dimora della leggerezza e dell’immaginario, ripropone in realtà l’ambiguità classica, e per certi versi demoniaca, del rapporto tra forma e potenza, tra opportunità e norma. Anche in uno Stato costituzionale di diritto, dei grandi principi che parrebbero scontati e consolidati (certezza della legge, eguaglianza dei cittadini dinanzi alla norma, rispetto delle sentenze giudiziarie ormai definitive) diventano dei momenti controversi. Tutto si complica se i giudici colpiscono un potente con alle spalle un ruolo egemonico nel campo del denaro, dei media, della politica. Quando una regolare condanna …

“I fantasmi della sinistra”, di Gad Lerner

Posta di fronte al «fatto enorme» (parola di Epifani) della condanna definitiva di Berlusconi, la direzione del Partito Democratico oggi è costretta a fare i conti con la paura di cambiare che la attanaglia. I primi cento giorni del governo Letta sono vissuti con imbarazzo: lo stesso Epifani parla di un governo con le mani legate dal debito pubblico, ostaggio degli eccessi di rigorismo dell’Unione europea, vincolato dai parametri di bilancio imposti all’Italia. Insomma, nessuna svolta riformista di cui la sinistra possa menar vanto: il segretario del Pd riconosce che Letta sta facendo solo «piccole cose, buone ma piccole». Eppure, ben al di là dei rapporti di forza parlamentari con cui il Quirinale l’ha costretto a fare i conti, permane in questo gruppo dirigente un dubbio esistenziale. L’eventualità di governare l’Italia senza la destra, nel bel mezzo di una crisi drammatica e dall’esito ignoto, è davvero augurabile? Le oscillazioni e l’insicurezza sono sintomi talmente fastidiosi che ci viene fin troppo facile accusare il Pd di autolesionismo. Ma non è certo invidiabile la posizione di chi …