Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

“Ora sciogliere il nodo fiscale”, di Ruggero Paladini

«Autunno. Già lo sentimmo venire/nel vento d’agosto,/nelle piogge di settembre/ torrenziali e piangenti/e un brivido percorse la terra…». Quando Vincenzo Cardarelli scriveva questi versi non pensava alle nubi fiscali che si addensano sul Paese, ma forse alla vecchiaia. Per il momento il governo sta guadagnando tempo. Ha rinviato la rata dell’Imu sulla «prima casa» e l’aumento dell’Iva al 22%. Soprattutto il rinvio dell’Iva è sacrosanto; ci manca solo che in un momento in cui la fase recessiva non è ancora terminata si aumenti l’imposta che ha l’impatto più pesante sulla domanda interna. In realtà in una fase come questa la misura dovrebbe essere quella opposta: una diminuzione temporanea (fino alla fine dell’anno, ad esempio) dell’Iva, per stimolare i consumi, sperando che nel 2014 inizi una ripresa. Ovviamente ciò non è possibile, visto gli impegni presi dal governo in sede europea. La difficoltà di rispettare il vincolo del 3% sul deficit si vede chiaramente dalla copertura del miliardo di minori entrate per il rinvio dell’Iva, in buona misura basato sull’aumento degli acconti delle imposte dirette. Un …

“La Repubblica dei partiti provvisori”, di Ilvo Diamanti

È in corso un cambiamento politico rapido e violento. Come vent’anni fa, tra il 1992 e il 1994. Eppure fatichiamo ad accorgercene. Probabilmente perché fissiamo l’attenzione sull’istante. E non vediamo il dopo. Non ce ne (pre)occupiamo. Ma la semplice osservazione dei fatti politici è sufficiente a descrivere una realtà evidente, quanto elusa. Tutti i partiti e tutti i leader che hanno guidato il Paese negli ultimi vent’anni sono a fine corsa. Fra un anno, al massimo, il sistema partitico sarà diverso. Molto diverso. Cambieranno le sigle, i protagonisti, le alleanze. Lo spartiacque sarà costituito dalle elezioni europee. Perché l’Europa e l’euro già costituiscono temi strategici dei principali partiti. In grado di dividere, tra loro e al loro interno, questa “strana” maggioranza e questa “strana” opposizione. Perché alle elezioni europee i partiti si presenteranno da soli. Ciascuno per sé e contro gli altri. Visto che le elezioni si svolgono con metodo proporzionale. Già, ma quali partiti? E quali leader? L’impressione è che il paesaggio su cui proiettiamo i nostri scenari futuri sia già “passato”. Più che …

Bray: «Sulla cultura il governo si gioca tutto», di Francesca De Sanctis

«Sull’emergenza culturale si gioca la credibilità del governo. I soldi devono arrivare e sono certo che arriveranno». È ottimista Massimo Bray, ministro dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo da appena un paio di mesi. «Mi ci devo ancora abituare… ». Intanto accetta per la prima volta di rispondere alle nostre domande nelle vesti di ministro. Prima di questo incarico, lo avevamo più volte ascoltato come direttore editoriale della Treccani, direttore della rivista Italiani/ Europei e come presidente della Fondazione Notte della Taranta. Pugliese, 54 anni, ora ha una sola e unica missione: salvare la cultura. Ministro, in questi due mesi l’abbiamo vista girare come una trottola per l’Italia, da Pompei al Maggio fiorentino. Le priorità sono tante… partiamo dal Colosseo, nei giorni scorsi chiuso al pubblico a causa delle proteste di lavoratori e sindacati che chiedono più tutela contrattuale e professionale e soprattutto un progetto di rilancio del settore. C’è il rischio che il Colosseo possa restare ancora una volta chiuso davanti ai turisti? «Sono intervenuto per sboccare le risorse necessarie per …

“Chi è che gioca con le riforme”, di Piero Ignazi

La riforma del sistema elettorale rischiava di essere inghiottita dai veti incrociati dei partiti e di diventare merce di scambio nel “grande gioco” delle riforme. Per riprendere il Kim di Rudyard Kipling non sappiamo chi sia, tra i colli di Roma, l’emissario zarista o l’agente britannico, ma certo tutti stanno cercando di sottrarsi all’imperativo, oseremmo dire “categorico”, di produrre un nuova legge elettorale. Per fortuna il presidente del Senato ha riacceso i riflettori su questa inadempienza del Parlamento. Nel farlo con un’intervista ieri su Repubblica, ha ricordato le recenti sollecitazioni della Consulta ad intervenire e, soprattutto, ha segnalato la priorità e l’urgenza della riforma del sistema elettorale rispetto a tutto l’impianto costituzionale. Il fuoco di sbarramento alzato dal Pdl rende l’idea del grande gioco dietro alle riforme: non si può far avanzare una pedina (conquistare un emirato, avrebbe detto Kim) se non si sono già definite le altre mosse in vista dell’obiettivo finale (la conquista del diamante della corona britannica, l’India), vale a dire un presidenzialismo populista ritagliato su misura per il Cavaliere. Eppure, per …

"Chi minaccia il governo", di Claudio Sardo

Se mai c’è stata, la luna di miele del governo Letta è già finita. La crisi continua a mordere la carne viva dell’economia e della società, l’Europa tarda a correggere la rotta verso politiche espansive e nuovi investimenti, e da noi troppi opportunisti sono tornati ad occupare la scena pubblica. Ma, se la crisi morde e la luna di miele è finita, non per questo è finito il tempo della responsabilità verso l’Italia, che ha bisogno di cambiamenti già in questa complicatissima legislatura per fondare finalmente la necessaria svolta politica. Berlusconi ha acconsentito alla nascita del governo, ma dopo le condanne dei tribunali si è chiuso nel bunker e ha imposto alla destra di regredire allo stato primordiale: partito personale, logica patrimoniale, politica del ricatto. Non si può più dare per scontato che il Cavaliere confermi a lungo la fiducia al governo Letta. I «falchi» lo incitano anzi ad alzare la voce, a porre ultimatum, a fustigare un governo che rappresenta solo le «colombe» della destra, quelli che pensano di utilizzare il tempo del governo …

"Le politiche di austerità aumentano le diseguaglianze", di Ronny Mazzocchi

Sembra passato un secolo da quando il primo ministro inglese David Cameron, in occasione del World Economic Forum del gennaio 2011, dichiarò che le misure di austerità fiscale e la ripresa della produzione non erano affatto alternative e che, anzi, le prime avrebbero incentivato la seconda. Si trattava di una convinzione allora largamente diffusa anche nelle classi dirigenti del nostro Paese e supportata da alcuni studi per la verità già molto contestati da una larga fetta di economisti sui cosiddetti effetti espansivi delle politiche fiscali restrittive. Oggi, alla luce della gravissima recessione in cui siamo ripiombati proprio a causa dell’austerity, non c’è praticamente più nessuno disposto a difendere le posizioni politiche che andavano tanto di moda solo due anni fa. Sebbene rimanga ancora estremamente vasto l’insieme di coloro che credono che non vi siano alternative praticabili alle politiche di bilancio restrittive, tutti ormai concordano che quest’ultime, lungi dall’essere la medicina per rilanciare la crescita, costituiscono un’ingombrante zavorra da portarsi dietro sulla strada dell’uscita dalla crisi. Tuttavia gli effetti negativi delle politiche di austerità non si …

Grasso: “Prima delle riforme istituzionali va fatta una nuova legge elettorale E se cade Letta un’altra coalizione”, di Liana Milella

Un altolà sulla magistratura: «Intangibili i capisaldi già in Costituzione». Da palazzo Madama come vede Letta? «Comunica una sensazione di estrema serenità e assoluta imperturbabilità. È come se le polemiche gli scivolassero addosso e lui andasse avanti per la sua strada e i suoi obiettivi. Mi preoccupano però le fibrillazioni che restano il male costante della politica italiana». Giusto questa settimana c’è stato trambusto sulle riforme. Come va a finire? «Il presidente Napolitano ha accettato di tornare al Quirinale per consentire alle forze politiche di trovare un’intesa, la più ampia possibile, sulle riforme prospettando, con un monito molto severo, la possibilità di sue dimissioni nel caso in cui l’impresa dovesse fallire». Vuole dire che l’impegno è ferreo? «La necessità delle riforme non è negoziabile». La legge elettorale è finita nel dimenticatoio. Eppure la Consulta va avanti sul quesito della Cassazione e da Milano si è appena costituito l’avvocato Aldo Bozzi. «Sempre Napolitano, già nella precedente legislatura, aveva auspicato la riforma. Tutti i partiti hanno tuonato contro l’attuale legge e si sono impegnati a cambiarla al …