“Ora sciogliere il nodo fiscale”, di Ruggero Paladini
«Autunno. Già lo sentimmo venire/nel vento d’agosto,/nelle piogge di settembre/ torrenziali e piangenti/e un brivido percorse la terra…». Quando Vincenzo Cardarelli scriveva questi versi non pensava alle nubi fiscali che si addensano sul Paese, ma forse alla vecchiaia. Per il momento il governo sta guadagnando tempo. Ha rinviato la rata dell’Imu sulla «prima casa» e l’aumento dell’Iva al 22%. Soprattutto il rinvio dell’Iva è sacrosanto; ci manca solo che in un momento in cui la fase recessiva non è ancora terminata si aumenti l’imposta che ha l’impatto più pesante sulla domanda interna. In realtà in una fase come questa la misura dovrebbe essere quella opposta: una diminuzione temporanea (fino alla fine dell’anno, ad esempio) dell’Iva, per stimolare i consumi, sperando che nel 2014 inizi una ripresa. Ovviamente ciò non è possibile, visto gli impegni presi dal governo in sede europea. La difficoltà di rispettare il vincolo del 3% sul deficit si vede chiaramente dalla copertura del miliardo di minori entrate per il rinvio dell’Iva, in buona misura basato sull’aumento degli acconti delle imposte dirette. Un …
