Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

Con la "garanzia europea" 450 mila posti da trovare, di Marco Sodano

Dovrebbe succedere a partire da gennaio 2014: entro quattro mesi dal titolo di studio o dal giorno in cui hanno perso il lavoro tutti i neodiplomati e i neolaureati dovranno ricevere un’offerta di impiego. Vista dall’Italia, la Garanzia per i giovani su cui l’Europa ha deciso di investire fino a nove miliardi ha il sapore della sfida impossibile. Togliendo luglio e agosto, quando la burocrazia italiana gira al minimo, significa che abbiamo quattro mesi per mettere in piedi un’organizzazione dalle dimensioni ciclopiche. Il primo termine del problema è noto. Nel 2012 si sono diplomati 448 mila studenti, 225 mila dei quali hanno deciso di non proseguire gli studi. Dalle Università, invece, sono uscite 229 mila persone tra lauree brevi e specialistiche. Il totale dei candidati a godere della youth guarantee assomma a 454mila ex studenti. Anche il secondo termine del problema è noto: il sostegno al lavoro, dice il piano europeo, dovrà passare attraverso i Centri per l’impiego. Tornando a spulciare i dati sul 2012 si scopre che i posti ottenuti via Cpi sono stati …

"Quel piatto di lenticchie per un'Italia affamata", di Eugenio Scalfari

Ritorna vincitore? Molti sostengono di sì e fanno l’elenco delle vittorie ottenute da Letta al vertice di Bruxelles: un miliardo e mezzo per l’occupazione dei giovani, l’attivazione di prestiti per le piccole imprese da parte della Bei, l’approvazione definitiva dell’uscita dall’Italia dal procedimento d’infrazione del deficit, i complimenti della Merkel per i compiti a casa scrupolosamente portati a termine. Ma molti altri sostengono invece che si tratta d’un pugno di mosche o d’un piatto di lenticchie. Che il tesoretto sia quantitativamente modesto è certamente vero, ma che a Bruxelles sia avvenuta una svolta positiva nella politica economica europea (e tedesca) è incontestabile, soprattutto se si esaminano i progressi dell’Unione bancaria voluta da Francia Italia e Spagna e soprattutto dalla Bce. C’è ancora molto da fare sul tema delle garanzie dei depositi, ma il principio è stato ribadito e questo è un fatto di grande importanza che mette i debiti sovrani al riparo da eventuali dissesti bancari. Nel frattempo, mentre Bernanke si propone di metter fine all’espansione della liquidità e di rialzare sopra lo zero attuale …

"Il paradosso delle nomine", di Massimo Mucchetti

In un Paese normale, consapevole di quello che vuole, non ci sarebbe bisogno di una mozione parlamentare che aiuti il ministero dell’Economia a emanare una direttiva sulle nomine degli amministratori delle società controllate di diritto o di fatto dal Tesoro Ma l’Italia non è un Paese normale. E non lo è perché non vuole sapere quello che le converrebbe volere. Per vent’anni l’Italia ha rinunciato ad avere una politica industriale dichiarabile e dichiarata, preferendo lasciar fare a un mercato mitizzato più che praticato, dove la ricerca dello shareholder value si è accompagnata a sussidi pubblici diversamente giustificati e a rendite para-monopolistiche. Un compromesso all’amatriciana che ha portato al successo personale un certo numero di capi azienda variamente legati tra loro, e con eminenze grigie della politica, grazie anche alle pierre di faccendieri co- me Luigi Bisignani. È questa storia equivoca che, nell’Italia del 2013, genera il bisogno di una procedura straordinaria per riuscire a prendere decisioni ordinarie come nominare persone capaci, di buona reputazione, in ordine con la giustizia, ai vertici di Eni, Enel, Finmeccanica, …

"Notizie buone e notizie cattive", di Paolo Soldini

Le metafore calcistiche usate da Letta per commentare gli esiti del Consiglio europeo hanno una loro suggestione, ma rischiano di semplificare un po’ troppo quel che è accaduto a Bruxelles e di lasciare più di una domanda su quello che accadrà nel prossimo futuro. L’Italia ha vinto la partita decisiva sull’occupazione giovanile? L’ha vinta certamente nel senso di essere riuscita a imporre il tema a un vertice che era stato programmato per occuparsi d’altro. Ma l’ha vinta anche per essere riuscita a modificare quanto sarebbe necessario la politica in fatto di occupazione dei governi e delle istituzioni di Bruxelles? Qui il giudizio dev’essere più sfumato. Il Consiglio ha accettato la richiesta di Roma di concentrare nei primi due anni i fondi a disposizione del programma Youth Guarantee (6 miliardi) e ha aggiunto dell’altro: poco più di due miliardi, reperiti grazie alla flessibilizzazione del bilancio comunitario sulla quale torneremo. Con un calcolo del quale non ha spiegato i dettagli, Letta ha detto che, di quegli 8 miliardi, un miliardo e mezzo sarà a disposizione dell’Italia. È …

"L'azione parallela", di Massimo Giannini

Bisogna avere fiducia in Silvio Berlusconi. Bisogna seguire le sue ossessioni, credere alle sue tentazioni, scommettere sulle sue esagerazioni. È accaduto così, ormai da quasi vent’anni. Lo “statista” prova qua e là a farsi spazio, nei pochi interstizi psicologici e politici lasciati aperti dallo “sfascista”. Ma alla fine il peggio prevale sempre. È nell’indole del leader, che vive di semplificazioni populiste e di pulsioni cesariste. Una miscela esplosiva, e tecnicamente eversiva, che spinge naturalmente il Cavaliere a concepire le regole della democrazia come una camicia di forza, e dunque a volerne ostinatamente fuggire. Sta accadendo anche oggi. Esasperato dai processi ai quali si sottrae scientificamente dai tempi della sua discesa in campo, ma rassegnato a sostenere una maggioranza di Larghe Intese che gli consente di restare comunque seduto al tavolo del potere, Berlusconi si muove nello schema dell’Uomo senza qualità di Musil. Porta avanti l’Azione Parallela: da una parte conferma la lealtà al governo. Ma dall’altra parte conferma la volontà di far saltare il tavolo della giustizia. Con una mano fa finta di sorreggere Enrico …

"Il volto umano dell'Europa", di Andrea Bonanni

Da un vertice europeo ingessato in attesa delle elezioni tedesche, Enrico Letta porta a casa più di quanto avrebbe potuto sperare. Il premier italiano ha ottenuto di concentrare l’attenzione dei Ventotto (da lunedì anche la Croazia entra nell’Unione) sul problema drammatico della disoccupazione giovanile. I capi di governo sono riusciti a rimpolpare i finanziamenti destinati al mercato del lavoro portandoli da sei a nove miliardi di euro. E la parte italiana di questa torta è uscita rimpinguata: dai quattro-cinquecento milioni inizialmente previsti, fino a un miliardo e mezzo, secondo le stime di Palazzo Chigi. Sono risultati che legittimano la soddisfazione del governo. E dimostrano come, quando si è credibili e coerenti in Europa, si può ottenere risultati senza dover “picchiare i pugni sul tavolo” come vorrebbe la destra italiana, che peraltro a Bruxelles i pugni non li ha mai mostrati e semmai ha preso una lunga e meritata serie di schiaffoni. La battaglia di Letta per mettere la questione del lavoro al centro delle priorità europee nasce da una preoccupazione sacrosanta: “Consentire ai leader europei …

"Quel bonus-lavoro ai non diplomati (previsto dall'UE)", di Lorenzo Salvia

Ma alla fine superare la maturità o prendersi un diploma di un istituto tecnico potrebbe diventare un handicap per trovare un lavoro nell’Italia al tempo della crisi? Sembra un paradosso, c’è stata anche qualche strumentalizzazione. Ma un fondo di verità nel paradosso c’è. Il bonus, sotto forma di taglio dei contributi, per le aziende che assumono giovani fra i 18 e i 29 anni fissa tre condizioni. Il giovane assunto deve essere disoccupato da almeno sei mesi, oppure vivere con almeno un familiare a carico, oppure non avere un diploma di scuola superiore. Oppure: basta una di queste tre condizioni per avere diritto al bonus. Il che vuole dire che il meccanismo scatta anche per un ragazzo che ha preso la Maturità, la laurea e magari anche un master, ma è disoccupato oppure ha dei familiari a carico. Preso da solo, per ò, il diploma di scuola superiore può essere uno svantaggio. Qual è il motivo di questa scelta. C’è una ragione politica, perché il governo ha preferito concentrare sgli sforzi sulle persone che hanno …