Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"Presidenzialismo vicolo cieco", di Claudio Sardo

La proposta Pdl di estendere il lavoro di riforma costituzionale anche al titolo sulla magistratura si presenta anzitutto come un atto di ritorsione alle sentenze di condanna contro Berlusconi. Non è chiaro se la minaccia sia partita direttamente dal Capo o dalla mente fervida di qualche fedelissimo. L’esito tuttavia è lo stesso: l’apparente aggiunta costituisce in realtà uno «strappo» inaccettabile. Le riforme sono già così difficili: se il tavolo del confronto diventasse un terreno di scontro, o di esibizione muscolare, o di pressione istituzionale verso altri poteri, allora sarebbe meglio smettere subito e non sprecare fatica inutile. In ogni caso una discussione sull’ordinamento giurisdizionale e, più in generale, sui poteri neutri non può essere affrontata con la dovuta serietà, finché il leader del secondo gruppo parlamentare ha come priorità assoluta salvare se stesso dai processi in corso e costruirsi un percorso di giustizia ad personam. Non si può neppure dimenticare, mentre sta faticosamente iniziando questo ennesimo tentativo di riforma, che il lavoro della Bicamerale presieduta da D’Alema fu prima approvato da tutti e poi venne …

"La rivincita del burocratese", di Francesco Merlo

Hanno abolito l’obbligo della chiarezza e dunque uno sfrattato non può più protestare quando lo chiamano «cittadino passivo di provvedimenti esecutivi di rilascio». Ma forse è l’ora di reagire. Darebbe certamente il via alla rivolta linguistica quel cameriere di bar che segnasse l’ordinazione dell’ex ministro Patroni Griffi usando il burocratese che gli piace tanto. E CHE consiste nello scrivere caffè senza mai chiamarlo caffè, ma «altresì assumendo che il liquido in oggetto non sia da iniettare e tenendo conto che trattasi di connubio tra acqua e piccoli semi tropicali». Conosco una signora che ha due codici fiscali. Le hanno chiesto «la cerzioriazione » per stabilire «la anteriorità al fallimento di formazione del documento di garanzia» e ovviamente con riferimento «al diritto ex adverso azionato». Ebbene, i funzionari che (non) le hanno spiegato come uscire dalla doppia identità da due giorni non violano più il codice di comportamento dei dipendenti pubblici. Dopo dodici anni infatti è stata cancellata la norma che li obbligava «ad adottare un linguaggio chiaro e comprensibile». Non che mai siano stati chiari …

"Una ossessione trasversale", di Michele Ainis

In un memorabile saggio del 1927, Carl Schmitt individuò le categorie fondamentali della politica nella coppia amico-nemico. Come nell’estetica il bello si profila in opposizione al brutto, come nella morale il buono s’oppone al cattivo, così in politica ogni identità si forgia in contrasto all’identità dell’altro, dello straniero. E lo straniero è il tuo nemico, lo specchio che ti restituisce l’immagine rovesciata di te stesso. Da qui il cemento dei popoli in armi non meno che dei partiti in piazza, da qui la rissa permanente fra destra e sinistra, che ha scandito i vent’anni del bipolarismo all’italiana. Ma dov’è, qui e oggi, il nemico? Quali sembianze assume, mentre i vecchi antagonisti siedono l’uno accanto all’altro sui banchi del governo? Fateci caso: negli ultimi mesi i partiti sono diventati afoni. L’assenza d’un nemico da combattere ne ha sfibrato il corpo, ne ha disseccato le energie, al pari dei guerrieri spartani reduci da mille battaglie, che poi tornati in patria morivano di malinconia. Vale per la maggioranza, vale — singolarmente — pure per l’opposizione. Dove il Movimento …

"La ricchezza della diversità", di Nadia Urbinati

La nostra democrazia sta attraversando una fase di tensioni e schizofrenie che non cessano di stupire. Il fondatore del blog antipartito Beppe Grillo transita il suo movimento dalla società al Parlamento, salvo poi lamentare il fatto che gli eletti del Movimento 5Stelle obbediscono al popolo italiano invece che a lui o al suo blog. Parlamentarista dichiarato quando in Parlamento i suoi non c’era ancora, sfodera ora una vocazione autoritaria e dispotica che col Parlamento va poco d’accordo. Il carattere deliberativo delle istituzioni democratiche impone un’attenzione alle differenze di vedute e una pratica della tolleranza che mal si adatta con i capipopolo. Non vi è dubbio che la strada del leader plebiscitario possa sembrare quella più semplice e naturale in tempi di crisi; quella che meglio pare adattarsi al maggioritarismo e che riesce a unire una massa larga nel nome di un capo rappresentativo. In questa impazienza con la democrazia deliberativa e parlamentare il leader del M5S si trova in sintonia con il leader del Pdl, il quale ha in questi anni portato parte dell’opinione di …

"La scommessa è guadagnare un po’ di tempo", di Stefano Lepri

I provvedimenti di ieri sui giovani e sul lavoro sono un esempio, modesto, di che cosa un governo può fare di buono nella situazione attuale. Il rinvio dell’aumento Iva, all’opposto, è un esempio assai significativo di come non si deve fare. Tanto più perché lo stesso errore che rischia di ripetersi nei prossimi mesi. Se i soldi nelle casse dello Stato non ci sono, coprire un calo di tasse da una parte con un aumento di tasse dall’altra non è necessariamente dannoso. Si possono sostituire tributi che frenano di più la crescita economica con altri che la frenano di meno. Ma non è questo il caso. Ricordiamo come ci siamo arrivati. Si parte dalla richiesta che il governo attui la principale promessa elettorale del Pdl, abolire l’Imu sulla prima casa. Il governo rinvia i versamenti e prende tre mesi per decidere. Frattanto arriva a scadenza il già deciso aumento dell’aliquota principale Iva: il Pd ribatte sostenendo che sarebbe meglio evitare questo. Circa quattro miliardi in ragione annua da una parte, quattro miliardi dall’altra. Il Pdl …

"L’eterna paura della trasparenza", di Filippo Ceccarelli

Uffa. Si fa peccato a esprimere il più disadorno scetticismo nei riguardi di Beppe Grillo che tanto per cambiare ha invocato ieri la cacciata dei giornalisti dal Parlamento? Non è il primo, infatti, e non sarà l’ultimo a esprimere la propria insofferenza proponendo di «disciplinare» l’informazione «in spazi appositi, esterni al Palazzo» (maiuscolo). A tal fine il leader del M5S mobilita un brano del Vangelo di Giovanni (sui mercanti cacciati dal tempio), corregge un manifesto disegnato da Boccasile durante la guerra fascista («Tacete, i giornalisti vi ascoltano») e non proprio irresistibilmente conclude il suo post con la parodia di una canzone di Ornella Vanoni, «Sapessi com’è strano/ fare il deputato/ nel Parlamento romano», perché dovunque vai, ti trovi sempre qualche giornalista fra i piedi, per giunta «senza tesserino» di riconoscimento. Sgradevole sensazione, quest’ultima, presente già nei romanzi parlamentari dell’ottocento (De Roberto, Serao). Vero che a quei tempi la reciproca avversione trovava sfogo in duelli più o meno sanguinosi (attorno a uno di essi nasce l’Associazione Stampa Parlamentare). Ma poi Giolitti, che detestava gli scontri all’arma …

"Il Cav non può ricattare", di Claudio Sardo

La sentenza di Milano ha provocato un terremoto nel governo. Non poteva essere altrimenti. La condanna di Silvio Berlusconi è pesantissima e le iperboliche accuse di golpe o di complotto – rilanciate dai vertici del Pdl – aggravano la posizione del Cavaliere. Le garanzie dell’ordinamento non sono in discussione. Ed è ridicolo prendersela con il «falso» puritanesimo della sinistra: piuttosto chi è vicino al Cavaliere gli consigli di cambiare avvocati, perché questa sentenza è anche figlia dell’arroganza, della presunzione, dell’atteggiamento di sfida al buon senso che è stata tenuta per mesi in Parlamento, nelle aule di giustizia, nel Paese. Ma si è accorto Berlusconi che il bunga bunga è diventato il simbolo del discredito, non solo suo, ma di un Paese che tollerava un simile premier? Berlusconi decida che strategia seguire nei processi che lo riguardano. La scelta degli avvocati appartiene a lui. Decida pure se tenersi il partito come proprietà personale oppure se favorire la nascita di un centrodestra democratico, aperto, scalabile. Ma una cosa non appartiene a Berlusconi: il governo e il destino …