Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"Un percorso per l'Europa", di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini

Il tasso di disoccupazione in Francia è balzato al 10,8% nel primo trimestre del 2013 raggiungendo il livello più alto dal 1998, mentre i giornali hanno riportato, alcuni con grande rilievo, altri con scettica sufficienza, le dichiarazioni del presidente Hollande sulla necessità di riprendere decisamente il cammino verso l’unità politica europea. Non è possibile ignorare queste dichiarazioni per l’autorità della persona da cui provengono e perché sono pronunciate in nome di un paese che si è distinto finora nel difendere con accanimento competenze e prerogative nazionali. Tuttavia non è la prima volta che il tema dell’unità politica viene appassionatamente evocato in Francia (vedi Mitterrand) senza che ne seguano misure corrispondenti. Anche nel discorso di Hollande il richiamo all’unità europea non si accompagna ad alcuna misura specifica rivolta a rafforzarla: la retorica europeista non è un’esclusiva italiana. Ricordiamo che le riforme realizzate sul cammino dell’unità sono state accompagnate non da discorsi appassionati ma da un percorso concreto: ad esempio le modalità di transizione dalle monete locali all’euro vennero stabilite dal Trattato di Maastricht del 1992 relativo …

"La frana del cavaliere", di Massimo Giannini

Per uno schieramento politico purtroppo allenato all’autodafé e poi all’autoflagellazione è sempre pericoloso cantare vittoria. Ma stavolta, al contrario di quello che è successo tre mesi fa alle politiche, la sinistra le elezioni amministrative le ha vinte sul serio. Non basta a lenire il rammarico per la grande occasione perduta a febbraio, e neanche a sgombrare il campo dai problemi che restano, e che sono tanti. Ma la vittoria è netta, omogenea e inequivoca. Allo stesso modo in cui è netta, omogenea e inequivoca la sconfitta della destra e la scomparsa grillina. Rafforzando il risultato del primo turno di quindici giorni fa, anche ai ballottaggi la rivincita dei progressisti va al di là di ogni aspettativa. Soprattutto se si considera che avviene nel fuoco di una feroce guerra intestina. A questa prima considerazione preliminare se ne aggiungono altre due. Una, non meno importante, riguarda il rapporto tra i cittadini e il voto. Dopo queste amministrative, la dissoluzione finale della democrazia rappresentativa si è purtroppo compiuta. Il partito astensionista sfonda per la prima volta nella storia …

"Guai a cadere nella trappola semi-presidenzialista", di Antonio Lettieri

Sembrava che tutti fossero d’accordo sul superamento dell’indecente modello elettorale, non a caso definito Porcellum. Ora, il Pdl pone come condizione e contropartita l’abolizione del regime parlamentare e il passaggio al semipresidenzialismo. L’aspetto ricattatorio è fuori discussione. Ma, al di là delle circostanze, bisogna riconoscere che il presidenzialismo è sempre stato per la destra la madre di tutte le riforme costituzionali, essendo basato sul principio di un potere «forte», concentrato in un leader, più o meno carismatico, direttamente eletto dal popolo. A maggio di un anno fa Berlusconi e Alfano avevano avanzato la proposta del semipresidenzialismo come «l’atto fondativo della terza Repubblica». E Giovanni Sartori scriveva: «Improvvisamente Berlusconi (che di fiuto ne ha da vendere e che non si rassegna certo a stare in panchina) tira fuori dal cappello il modello francese». L’aspetto più intrigante è che la destra italiana non ha mai guardato al modello presidenzialista per eccellenza, vale a dire, quello americano, vecchio di più di due secoli e punteggiato da una storia di grandi presidenti. Qual è il motivo di questo mancato …

"Napolitano, la mia vita dal Pci al Colle “Sì al bis per superare la paralisi ora riforme, poi ognuno per la sua strada”, di Simonetta Fiori

«Ora vi rivelo un retroscena», ha detto ieri a Firenze Eugenio Scalfari nel presentare la videointervista con Giorgio Napolitano. «Poco prima della scadenza del suo mandato, andai a trovarlo al Quirinale per proporgli di venire a Repubblica delle Idee, e lui accettò, nella convinzione che non sarebbe stato più presidente». Ma in quello stesso incontro, Scalfari gli chiese la disponibilità a farsi rieleggere. «Ero latore di un messaggio che proveniva da due alte cariche del partito democratico, dunque aggiunsi: ambasciatore non porta pena. Il presidente mi lasciò parlare e poi mi disse: no, tu la pena ce l’hai, perché non sei un ambasciatore neutrale. E mi spiegò dettagliatamente le ragioni per cui non voleva essere rieletto ». Poi le cose sono andate diversamente e nell’intervista Napolitano ripercorre i passaggi più delicati. Il dramma di un Parlamento «impotente» e la sua scelta di accettare il bis. Fino ad arrivare ad una fase, quella delle larghe intese, in cui le riforme «devono essere fatte», a partire dalla legge elettorale. Poi «ciascuno riprenderà la sua strada». Un gremito …

"Sporcarsi le mani", di Claudio Sardo

Dopo gli anni neri di Alemanno, Roma può voltare pagina. Il ballottaggio di oggi e domani ha un grande valore politico: per i cittadini della capitale anzitutto, che meritano di avere un’amministrazione capace di progettare il futuro, di rianimare imprese e servizi, di ricostruire coesione sociale. Ma il governo di Roma è anche un pezzo importante del governo nazionale. Quando Roma è stata capace di trainare e di liberare risorse, ne ha beneficiato l’intero Paese. Negli ultimi anni invece Roma è stata l’immagine del declino nazionale: e il discredito del governo della città è diventato un moltiplicatore di sfiducia e di spinte centrifughe. Ignazio Marino rappresenta ora una speranza. Di ricostruzione, non solo di cambiamento nella dimensione civica. In questo tempo di profonda crisi e di stallo istituzio- nale, è in gioco la possibilità di rinnovamento della politica, è in gioco la rigenerazione del circuito democratico, è in gioco la stessa unità nazionale, di cui Roma può essere collante se non viene percepita come un peso. Marino è una personalità originale nel centrosinistra. Il suo …

"Non serve un re all'Italia che cambia", di Eugenio Scalfari

Ci sono almeno tre questioni che hanno assunto in questi giorni grande attualità. Quella che più interessa i cittadini e le imprese riguarda il rilancio dei consumi e degli investimenti. Per ottenere in un tempo breve — diciamo entro un anno — questi risultati sono necessari i seguenti interventi: un’iniezione di liquidità di almeno 50 miliardi, un aumento consistente del credito bancario alle imprese, incentivi fiscali alle aziende che assumono lavoratori, diminuzione di almeno 5 punti di cuneo fiscale, potenziamento del contratto di apprendistato, nessun aumento della pressione fiscale. Il tutto nel rispetto degli impegni assunti con l’Europa. Per ottenere risorse a copertura dei suddetti interventi è necessaria una politica fiscale decisamente progressiva nei confronti delle rendite, dei consumi voluttuari, dei patrimoni esorbitanti, dell’evasione e del riciclaggio organizzato dalla criminalità mafiosa. Ma ci vuole contemporaneamente un’autorevole politica europea che imprima uno slancio dell’Unione e dell’Eurozona verso la crescita e l’equità. Il cittadino italiano, come quello di qualunque altro Paese, non ha né il tempo né il modo di seguire questo complesso di obiettivi che costituiscono …

Epifani avverte il Cav «Basta ricatti a Letta», di Simone Collini

Il timore è che questo sia un modo per preparare il terreno, in caso arrivino a fine mese sentenze a lui sfavorevoli su Mediaset, Ruby e Mondadori. Ecco perché Guglielmo Epifani dice a Silvio Berlusconi di stare «attento a non mettere in crisi il governo per le sue ragioni personali». Il segretario del Pd teme che le ultime uscite del leader del Pdl sul governo e sulla necessità che il premier Enrico Letta sfidi Angela Merkel sul tema dell’austerità siano puramente finalizzate a porre le premesse per uno strappo qualora negli ultimi dieci giorni di giugno Corte costituzionale e Corte di cassazione esprimano due condanne penali e l’obbligo di pagare oltre 500 milioni alla Cir di Carlo De Benedetti. «Saranno i fatti a dimostrare le vere intenzioni di Berlusconi», dice ora Epifani aggiungendo che l’ex premier «in passato ha spesso anteposto le sue esigenze a quelle del Paese». Il segretario del Pd non vuole lasciare il leader del Pdl libero di muoversi mettendo a repentaglio la tenuta del governo: «Il Paese ha bisogno di una …