Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"Occupazione giovanile: risorse fuori dal deficit", di Bianca Di Giovanni

Europa Fabrizio Saccomanni non ha bisogno di credenziali, visto che è stato uno degli architetti dell’euro. Ma ieri sera e oggi, prima all’Eurogruppo poi all’Ecofin, avrà bisogno di tutta la sua autorevolezza per rassicurare i partner sulla tenuta dei conti italiani. Il fatto è che il governo Letta punta su politiche di crescita. Il primo decreto sull’Imu e sulla Cig è solo un primo passo. L’asse portante sarà l’occupazione giovanile, aiuti alle imprese che assumono, formule nuove per i contratti d’ingresso. Su questo Enrico Giovannini sta preparando un «pacchetto» di interventi che confidano anche in un contributo essenziale dei fondi europei. Secondo indiscrezioni stampa l’esecutivo punterebbe ad ottenere una sorta di «golden rule» per le spese sull’occupazione. Ovvero la possibilità di escludere quelle risorse dal computo del deficit. Stessa cosa che si chiede per gli investimenti. Ma prima di ottenere flessibilità di bilancio, l’Italia dovrà ottenere il disco verde per uscire dalla procedura d’infrazione. La decisione è attesa per fine giugno e sembra a portata di mano. Per il governo molte cose potrebbero cambiare dopo …

I sindacati: il governo dimentica la scuola. "Manca nel programma dei 100 giorni", di Salvo Intravaia

Scuola “dimenticata” tra le priorità dei primi 100 giorni di governo. E scoppia la polemica di sindacati e pezzi del Pd che ricordano al premier Letta i sacrifici che scuola e insegnanti sono stati costretti a fare negli ultimi 5 anni. Il primo a rompere gli indugi è il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima, che parla di grandi assenti, riferendosi a istruzione e formazione. Scrima ricorda al governo come “cento giorni, o poco più, sono anche quelli che ci separano dall’avvio di un nuovo anno scolastico, che vorremmo si aprisse in un clima finalmente nuovo e diverso”. “Non chiediamo – continua i l leader della Cisl scuola – soltanto un recupero di giusta considerazione per una categoria che ha visto negli ultimi tempi diminuire i riconoscimenti e aumentare enormemente i fattori di disagio; è il paese ad aver bisogno di una politica che consideri istruzione e formazione come leve strategiche per la ripresa della crescita”. E “occorre dare un segnale forte ed esplicito di considerazione”, almeno sulle grandi emergenze “edilizia scolastica, stabilizzazione del …

"La sottile lastra di ghiaccio", di Alfredo Reichlin

Insieme all’augurio più affettuoso vorrei trasmettere con questo scritto alcune mie idee a Guglielmo Epifani. Il segno dello smarrimento del Partito demoocratico io lo vedo nell’incapacità di mettere i piedi per terra. Di collocarsi (questo voglio dire) al centro del conflitto vero, là dove si decide, là dove si vince o si perde nel mondo degli interessi reali e a vantaggio di chi e di che cosa. La cosa più triste è che ci siamo impantanati in polemiche, rotture e rese dei conti interni e non riusciamo a misurarci con la questione più grande e la più carica di interrogativi. Quale? Con ciò che uno storico come Massimo Salvadori considera ormai come il profilarsi di una crisi di regime: del regime democratico e parlamentare italiano. Che poi – aggiungo io – è parte di una crisi più ampia che investe l’Europa: una crisi dell’economia che si sta trasformando in crisi della sovranità e della cittadinanza. Dico questo non per sfuggire al «qui e ora» ma perché solo se ripartiamo da una comprensione della realtà che …

"Quando bisogna dire dei no", di Vittorio Emiliani

Ha fatto molto bene la figlia di Enzo Tortora, Silvia, a chiarire a Silvio Berlusconi che suo padre «si difese nel processo e non dal processo», che «si dimise da parlamentare e andò ai domiciliari». Insomma, che è «blasfemo» Berlusconi nel paragonarsi a lui. Punto. Ma se Silvia Tortora ha pienamente ragione, non ne ha chi vorrebbe Berlusconi già in galera. Perché si mette – in materia di garantismo – sullo stesso piano dell’ex premier il quale pretende di essere considerato «di per sé» innocente. Lo scandalo della giustizia in questo nostro infelice Paese non è dato dal fatto che un potente venga processato (in qualche caso assolto, in qualche altro prescritto e in qualche altro ancora condannato), bensì dal fatto che i processi di ogni tipo durino, per i poveracci anzitutto, anni e anni, non dando tempestivamente ragione a chi ce l’ha. In un altro Paese un esponente politico di primissimo piano come Berlusconi avrebbe lasciato ogni incarico politico. Mai avrebbe, in ogni caso, pensato di organizzare manifestazioni di piazza contro i propri giudici, …

"Il Cavaliere si assolve su Canale 5", di Concita De Gregorio

C’è pochissimo da scherzare e ancor meno da ironizzare sul fatto che il principale partner del governo Letta abbia aperto le porte di casa sua a giornalisti della sua rete tv ammiraglia per rifare il processo Ruby senza giudici, con se stesso in maglionicino blu al posto di Ilda Boccassini. C’è poco da scherzare sul format di Canale 5. La guerra dei vent’anni, un ibrido fra Un giorno in pretura, una versione made in Arcore di Report (la versione padronale del concetto di inchiesta giornalistica) e una versione soap della Piccola fiammiferaia dove una povera ragazza marocchina che «non induce nessun sentimento diverso dalla commiserazione », dice Berlusconi, racconta una storia terribile mostrando cicatrici sul suo corpo, fa piangere i commensali, chiede 57 mila euro per aprire un centro estetico in via della Spiga e salvarsi così — un modo come un altro — da una vita di assalti costanti da parte di uomini incessantemente animati da “cattive intenzioni” e trova un benefattore che, commosso, glieli dà. C’è pochissimo da sorridere degli arredi stile tavernetta …

Da Stalin a Silvio quando il leader diventa un “papà”, di Filippo Ceccarelli

Se il sistema politico è davvero, come si dice, impazzito, è anche possibile, anzi assai probabile, che i giornalisti e gli osservatori prendano degli abbagli, anche questi di natura psicopatologica. Ma quando il presidente dei senatori del MoVimento Cinque Stelle Vito Crimi con voce piana ed espressione persino giudiziosa teorizza, nell’intervista a Lucia Annunziata, che Beppe Grillo «è come un padre che accompagna un bambino che sta camminando carponi e lo guida affinché faccia un percorso lontano dai pericoli, a cominciare dai soldi», ecco, ce n’ è quanto basta per prendere sul serio questa storia del Padre e del Bambino che gattona, anche verso il denaro della diaria e dei rimborsi. Con il che, rivelatisi del tutto superflui quarant’anni di cronache partitocratiche, scartati i sacri testi di sociologia della leadership e l’irresistibile tentazione è di concentrare lo sguardo, per quanto possibile, sull’oscuro orizzonte della psicoterapia e delle dinamiche famigliari. Magari incrociando la disputa sugli scontrini con i codici affettivi dell’analisi transazionale: il M5S come “Bambino Naturale”, o “Bambino Adattato (sottospecie “sottomesso” e “ribelle”), “Bambino Astuto”, …

"Piazza contro i giudici, un vicepremier non può", di Michele Prospero

E’ del tutto incompatibile, per un Vice premier che per aggiunta occupa anche il dicastero degli interni, la presenza in una piazza che urla contro la magistratura. Anche se con il codice di procedura penale del 1989 il Viminale non ha più nelle mani il controllo della polizia giudiziaria, Alfano non può permettersi di manifestare contro l’operato di un legittimo potere dello Stato. La certezza del diritto nell’esperienza italiana (diverso è il caso di Francia o Spagna) è stata congiunta dal legislatore alla rigida sottrazione di ogni possibilità di condizionamento da parte del governo. L’esecutivo non può interferire nell’andamento del processo penale e intromettersi nella piega delle indagini svolte dalle toghe che possono districarsi in un regime di piena autonomia. La bestia nera della destra sinora erano stati i pubblici ministeri politicizzati di alcune procure calde. Adesso il grido di rivolta coinvolge tutta la magistratura, inquirente e giudicante. È la separazione dei poteri, come solido principio costituzionale, che in realtà viene aggredito. Le sentenze, in uno Stato di diritto, non possono essere oggetto di mobilitazioni …