Tutti gli articoli relativi a: politica italiana

"Renzi studia come sforare il patto di stabilità si apre una nuova partita con Bruxelles", di Federico Fubini

Tra due settimane si saprà se l’Italia è riuscita in ciò su cui si era impegnata. Quando saranno pubblicati i dati sul deficit di bilancio, sarà chiaro anche se Matteo Renzi avrà preso il testimone da un governo che lo ha tolto d’imbarazzo, perché ha rotto il tabù. Benché di poco, il disavanzo potrebbe risultare sopra al 3% del Pil già nel 2013. Non è uno scenario scontato, e la Commissione europea potrebbe comunque mostrarsi tollerante di fronte a un superamento della soglia di appena lo 0,1%. Ma la partita non è chiusa: il fabbisogno di cassa dello Stato è molto elevato, oltre i 70 miliardi, e la ripresina di fine 2013 risulta più fiacca di come il governo l’avesse messa in conto. Matteo Renzi, premier in pectore, potrebbe sentirsene sollevato: se davvero il governo uscente avesse violato il 3%, non dovrà essere lui a portarne la responsabilità. Comunque vada – il dato sul 2013 resta sul filo – i margini per quest’anno si presentano già strettissimi. Il governo Letta prevedeva una crescita dell’1%, ma …

"L’emergenza lavoro non aspetta la politica", di Massimo Franchi

La crisi la pagano gli operai. Anche quella di governo. La staffetta Letta-Renzi ha avuto come prima conseguenza quella di bloccare la convocazione dei tavoli per le aziende in crisi al ministero dello Sviluppo economico. Il primo è stato quello su Termini Imerese di venerdì scorso, domani invece tocca a Electrolux. E nel giro di una settimana verranno rimandati Alcatel (telecomunicazioni, con il rischio licenziamenti molto reale), Lucchini e Thyssen (siderurgia), Ideal Standard (ceramica), tutto il settore del trasporto ferroviario, Unilever (alimentare), Ferretti (cantieristica), Micron (elettronica), Irisbus (bus). Insomma, buona parte dell’industria ita- liana ha vertenze aperte che aspettano risposte e soluzioni nel giro di giorni. E che invece saranno bloccate – se va bene – almeno per tre settimane, rischiando di saltare e di lasciare per strada decine di migliaia di operai e lavoratori. Dato per scontato un cambio della guardia al ministero dello Sviluppo economico – il più accreditato per sostituire Flavio Zanonato è l’ad di Luxottica Andrea Guerra che ieri ha incontrato Renzi – per fare una stima precisa dei tempi che …

"La battaglia negata", di Stefano Menichini

Renzi va a fare il suo governo, con le ovvie difficoltà. Il popolo del Pd e della Leopolda assiste all’avventura che è diventata di uno solo, mentre c’era la speranza che fosse di tutti. Partiti e partitini giocano le proprie carte e, come sempre nel pieno delle consultazioni, fanno facce arcigne, marcano più le distanze che le prossimità. La stampa mainstream, fino all’altroieri inclemente con Letta, ora si mostra infastidita dal modo del cambio in corsa a palazzo Chigi. Nei confronti di Renzi è tutto un aggrottare sopracciglia, porre condizioni, scuotere il capo. La minoranza del Pd ci ripensa ogni mezza giornata e quindi, strattonata da Bersani che si riaffaccia sulla scena, torna a esprimere disagio per la soluzione della crisi. Insomma, il primo giorno dell’Era Renzi, come titolava ieri Europa, non è un letto di rose. Non che l’interessato – ieri tornato per l’ultimo giorno sindaco, con un certo visibile sollievo personale – si aspettasse nulla di diverso. Sa bene di dover camminare, anzi correre, controvento. E il suo mondo? Dove sono, che cosa …

«La sfida? Per lui sarà rottamare l’Europa dell’austerity» di Umberto De Giovannangeli

«Mi sembra che una delle parole vincenti, certamente di maggiore impatto e suggestione, di Matteo Renzi sia stata “cambiamento”. Ora questo orizzonte evocato deve essere praticato. Perché questo è il compito di un leader che si assume l’onere, oltre che l’onore, di guidare un Paese: coniugare, con gli atti di governo, idealità e concretezza. E ciò significa, in chiave europea,andare oltre l’angusto confine dell’austerità. Non basta evocare l’innovazione, occorre dare ad essa un segno sociale, una visione, un progetto di trasformazione. E per Renzi premier questa sfida si gioca in Europa». A sostenerlo è Jean-Paul Fitoussi, Professore emerito all’Institut d’Etudes Politiques di Parigi e alla Luiss di Roma. È attualmente direttore di ricerca all’Observatoire Francais del Conjonctures Economiques, istituto di ricerca economica e previsione, autore di numerosi saggi, tra i quali l’ultimo è «Il teorema del lampione. O come mettere fine alla sofferenza sociale» (Einaudi, 2013). «L’Europa – rimarca ancora Fitoussi – ha un futuro se si libera dall’ossessione del deficit pubblico. Mi auguro che Matteo Renzi ne tenga conto nel suo agire da premier, …

"Contro l'odio che corre sul web", di Giovanni Valentini

Malfgrado il suo aspetto formalmente del tutto definito, il testo digitale è permanentemente e intrinsecamente instabile. (da “Presi nella rete” di Raffaele Simone – Garzanti, 2012 – pagg. 91-92). Con il suicidio della quattordicenne padovana, perseguitata dagli insulti e dalle volgarità su un social network che non merita neppure di essere nominato, è stato raggiunto ormai un punto di non ritorno. Un’invalicabile linea di confine tra la libertà di espressione e la violenza verbale, tra la convivenza civile e la barbarie. E ha fatto più che bene perciò la presidente della Camera, Laura Boldrini, a lanciare nei giorni scorsi un richiamo alla responsabilità e un appello contro il cyber-bullismo. Ora, prodotta tutta la letteratura sociologica e psicoanalitica del caso, bisogna passare alle soluzioni concrete e alle norme di legge. La Rete, come qui abbiamo già detto altre volte, è libertaria e anarchica per sua natura: e queste sue caratteristiche vanno rispettate e salvaguardate. In particolare, i social network sono un luogo virtuale di dibattito e di confronto che si configura legittimamente come una moderna agorà …

"Ma ce la può fare?", di Stefano Menichini

Renzi imprime alla politica italiana un’altra accelerazione formidabile. Il rischio è altissimo, tanti dubbi da vincere, Berlusconi e Grillo in agguato. E da domani nella corsa è coinvolto il popolo italiano. Oggi l’Italia cambia governo, e benché l’evento sia stato vissuto e raccontato in questi giorni come uno scontro fra due individualità, la percezione immediata è che si stia in realtà spalancando la porta a una stagione davvero nuova e inedita dell’intera politica italiana. Enrico Letta lascia dopo aver tenuto il punto ma essendosi fermato un attimo prima di coinvolgere il paese, il sistema politico e il Pd in uno psicodramma pericoloso: una linea di condotta molto “prodiana”. Matteo Renzi si avvia verso l’obiettivo della vita, il governo, col suo solito passo accelerato, e la notizia fa già il giro del mondo suscitando verso l’Italia una curiosità finalmente positiva. Naturalmente rimangono aperti i problemi, le incognite e anche le ferite di questo passaggio di consegne a palazzo Chigi. Ma la politica di questi tempi è impietosa, veloce, impone già di occuparsi del futuro. Anche perché …

"La soluzione per salvare la legislatura", di Elisabetta Gualmini

Nasce il Renzi 1. Da ieri il sindaco-segretario è diventato di fatto primo ministro di un nuovo governo politico di coalizione a guida Pd. Ha detronizzato Enrico Letta e ha deciso di giocarsi il tutto per tutto. Lo ha fatto con una spregiudicatezza non superiore a quella mostrata dagli accaniti sostenitori delle larghe e poi piccole intese rapidamente saliti sul nuovo carro, ma con molto coraggio in più. Renzi vuole cambiare direzione, velocità e ritmo. Per rianimare una legislatura in stato comatoso, che tuttavia – guarda caso – nessuno dei suoi protagonisti vuole interrompere. In assenza di una prospettiva chiara sui destini della legge elettorale e, ancora di più, sulle altre riforme istituzionali (Senato e Titolo V), il leader Pd scommette e rilancia. Senza la consacrazione salvifica delle urne e senza staffetta. Nessuno scambio aggraziato del testimone tra atleti della stessa squadra, nessun passaggio di mano consensuale; tra il segretario e Letta è stata guerra aperta, uno scontro frontale con annesse randellate furenti. Tra due che non si possono vedere. Al confronto quelle tra Veltroni …