Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"Ciao maestro", di Mariapia Veladiano

Qui si deve proprio dire che tutto si tiene. E parlare di donne e scuola ci costringe a parlare del nostro mondo. Di qual è l’immagine sociale degli insegnanti. Di quanta importanza è attribuita alla scuola, alla cultura, alla formazione. Di quale prestigio è associato all’insegnamento. Di quanto c’entrano le pari opportunità e l’equità. E infine, dell’effetto che fa, sulla scuola e sugli studenti. E quindi sulla società. L’insegnamento è una professione di donne (88% del totale, è l’ultimo dato messo a disposizione dal ministero). Quasi esclusivamente di donne nelle scuole d’infanzia e del primo ciclo. Appena un po’ meno alle superiori. Il dato è vero per la totalità dei paesi europei, con l’eccezione della Turchia e in questo caso cercare le ragioni porterebbe lontano. Ma in Italia il divario fra docenti uomini e docenti donne è un abisso e dal momento che da noi la disoccupazione è in prevalenza donna — siamo il paese dell’Unione europea con la percentuale più bassa di occupazione femminile — ci si può certo fare qualche domanda. Che cosa …

"Ciao maestro", di Mariapia Veladiano

Qui si deve proprio dire che tutto si tiene. E parlare di donne e scuola ci costringe a parlare del nostro mondo. Di qual è l’immagine sociale degli insegnanti. Di quanta importanza è attribuita alla scuola, alla cultura, alla formazione. Di quale prestigio è associato all’insegnamento. Di quanto c’entrano le pari opportunità e l’equità. E infine, dell’effetto che fa, sulla scuola e sugli studenti. E quindi sulla società. L’insegnamento è una professione di donne (88% del totale, è l’ultimo dato messo a disposizione dal ministero). Quasi esclusivamente di donne nelle scuole d’infanzia e del primo ciclo. Appena un po’ meno alle superiori. Il dato è vero per la totalità dei paesi europei, con l’eccezione della Turchia e in questo caso cercare le ragioni porterebbe lontano. Ma in Italia il divario fra docenti uomini e docenti donne è un abisso e dal momento che da noi la disoccupazione è in prevalenza donna — siamo il paese dell’Unione europea con la percentuale più bassa di occupazione femminile — ci si può certo fare qualche domanda. Che cosa …

"Gli errori del Ministro", di Raffaele Simone

Dopo il marasma dei quesiti mal formulati nelle prove del cosiddetto Tfa (indispensabili per accedere al “concorsone” per insegnanti), il ministro Profumo risponde alle generali proteste pubblicando in rete i nomi degli estensori. Si tratta di un centinaio di persone, che, essendo sconosciute ai più, corrono al massimo il rischio di suscitare qualche risatina nel proprio condominio. Basta pubblicare quei nomi per ricomporre la gigantesca figuraccia? Direi di no, anche perché quella del Tfa non è che l’ultima di una serie di infortuni, non tutti conosciuti, in cui è incappata la gestione attuale del ministero. Il primo fu, alla fine del 2011, la pubblicazione del bando per il finanziamento della ricerca universitaria di interesse nazionale (i cosiddetti fondi Prin), presentato dopo anni di plumbea indifferenza gelminiana. Il bando conteneva però tali restrizioni per i richiedenti che il ministero fu costretto a fare un goffo passo indietro allargando in extremis i criteri per l’accesso. Comunque, il meccanismo di selezione dei progetti risultò talmente macchinoso che ancora si attendono i risultati. Non basta. Qualche mese dopo fu …

"Gli errori del Ministro", di Raffaele Simone

Dopo il marasma dei quesiti mal formulati nelle prove del cosiddetto Tfa (indispensabili per accedere al “concorsone” per insegnanti), il ministro Profumo risponde alle generali proteste pubblicando in rete i nomi degli estensori. Si tratta di un centinaio di persone, che, essendo sconosciute ai più, corrono al massimo il rischio di suscitare qualche risatina nel proprio condominio. Basta pubblicare quei nomi per ricomporre la gigantesca figuraccia? Direi di no, anche perché quella del Tfa non è che l’ultima di una serie di infortuni, non tutti conosciuti, in cui è incappata la gestione attuale del ministero. Il primo fu, alla fine del 2011, la pubblicazione del bando per il finanziamento della ricerca universitaria di interesse nazionale (i cosiddetti fondi Prin), presentato dopo anni di plumbea indifferenza gelminiana. Il bando conteneva però tali restrizioni per i richiedenti che il ministero fu costretto a fare un goffo passo indietro allargando in extremis i criteri per l’accesso. Comunque, il meccanismo di selezione dei progetti risultò talmente macchinoso che ancora si attendono i risultati. Non basta. Qualche mese dopo fu …

"Fuga dalla scuola. Un ragazzo su cinque senza diploma", di Valentina Santarpia

Due ragazzi su dieci in Italia non riescono a ottenere un diploma. Per combattere la dispersione scolastica, che resta un problema serissimo del nostro Paese, il ministero dell’Istruzione ha pubblicato un bando che punta ad abbattere l’abbandono degli studi nelle regioni più a rischio: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, dove saranno distribuiti fondi europei per 25 milioni di euro entro il 2014 e investiti altri 75 milioni messi a disposizione dal ministero dell’Interno per risistemare strutture sportive, teatrali, ricreative. I dirigenti scolastici, i sindaci, gli assessori possono chiedere di partecipare fino al 15 settembre (info: www.istruzione.it), elaborando progetti in collaborazione con associazioni culturali: l’obiettivo è quello di seguire e stimolare bambini e ragazzi dai 3 ai 15 anni, fino alla fine dell’obbligo scolastico. I dati ci dicono che 52 mila ragazzi nel 2011/2012 si sono iscritti a una scuola secondaria (liceo o istituto tecnico) ma poi non hanno portato a termine l’anno scolastico: perché si sono trasferiti e poi non hanno più frequentato (28.800), perché si sono ritirati (2.200), perché hanno abbandonato senza formalizzare la …

"Fuga dalla scuola. Un ragazzo su cinque senza diploma", di Valentina Santarpia

Due ragazzi su dieci in Italia non riescono a ottenere un diploma. Per combattere la dispersione scolastica, che resta un problema serissimo del nostro Paese, il ministero dell’Istruzione ha pubblicato un bando che punta ad abbattere l’abbandono degli studi nelle regioni più a rischio: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, dove saranno distribuiti fondi europei per 25 milioni di euro entro il 2014 e investiti altri 75 milioni messi a disposizione dal ministero dell’Interno per risistemare strutture sportive, teatrali, ricreative. I dirigenti scolastici, i sindaci, gli assessori possono chiedere di partecipare fino al 15 settembre (info: www.istruzione.it), elaborando progetti in collaborazione con associazioni culturali: l’obiettivo è quello di seguire e stimolare bambini e ragazzi dai 3 ai 15 anni, fino alla fine dell’obbligo scolastico. I dati ci dicono che 52 mila ragazzi nel 2011/2012 si sono iscritti a una scuola secondaria (liceo o istituto tecnico) ma poi non hanno portato a termine l’anno scolastico: perché si sono trasferiti e poi non hanno più frequentato (28.800), perché si sono ritirati (2.200), perché hanno abbandonato senza formalizzare la …

"Otto euro per la formazione e aiuti dalle famiglie. Chi è l'insegnante del 2012", di V. San.

Non più giovanissimi, a volte demotivati, pieni di voglia di fare nonostante le difficoltà oggettive moltiplicate dalla crisi economica: sono gli insegnanti italiani, oltre 700 mila persone che ogni anno cercano di istruire i quasi 8 milioni di studenti delle 9.500 scuole statali di ogni ordine e grado. Non ci sono solo i 600 mila docenti di ruolo, che percepiscono regolarmente uno stipendio che va dai 1.300 a 2.000 euro in base all’anzianità, con ferie e tredicesima retribuite: ci sono anche 60mila insegnanti di sostegno e 50 mila precari, che in questi giorni aspettano con ansia di essere richiamati in servizio per cominciare a lavorare, ma senza ferie retribuite e con la malattia pagata solo al 50% se l’incarico non è annuale. La maggior parte è donna, il 79,4%. E moltissimi non sono più giovani: se l’età media degli insegnanti di ruolo è 49 anni (dati del ministero dell’Istruzione), nel 2007-2008 più della metà dei docenti italiani in servizio nella scuola secondaria era over 50, tra i più vecchi in Europa, mentre nella scuola primaria …