Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

"La riscossa dei prof precari: il giudice li indennizza", di Ro.Da.

Sei un professore precario da oltre tre anni? Bene, anzi male. Però coraggio: significa che hai diritto ad essere assunto stabilmente. In attesa che il ministero apra le maglie delle assunzioni, hai diritto ad un risarcimento danni di circa 22mila euro per l’ingiusto precariato oltre agli scatti di anzianità. E’ quanto ha deciso il giudice del lavoro di Urbino accogliendo 27 ricorsi (22 docenti e 5 amministrativi) presentati dalla Flc Cgil. Altri 80 ricorsi sono in attesa di decisione avanti al tribunale di Pesaro. Il risarcimento stabilito dal giudice è pari a 12 mensilità più scatti di anzianità relativi agli anni di precariato. Tra i beneficiari del provvedimento del giudice, anche insegnanti delle superiori con contratti a tempo da oltre 10 anni. SCRIVE in una nota Lilli Gargamelli, della Flc Cgil: «Due anni fa, abbiamo avviato una vertenza nazionale contro la reiterazione di contratti a tempo determinato a favore del personale precario in servizio nelle scuole con almeno tre anni di servizio, al fine di ottenere la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato …

"Se un liceo abolisce i voti bassi. Umiliazione o insegnamento?", di Annachiara Sacchi

Martedì 27 marzo, seduta pomeridiana, il collegio docenti è quasi concluso. Dopo le solite discussioni, il piano di offerta formativa, i programmi e i precari, il preside — siamo al liceo classico Berchet, storico istituto milanese con decine di diplomati eccellenti, da Luchino Visconti ad Andrea De Carlo fino a Giuliano Pisapia — lancia la proposta: «Vorrei escludere, in sede di scrutinio, i voti inferiori al 4. I due e i tre creano troppa frustrazione nei ragazzi. Che cosa ne pensate?». I professori ammutoliscono. Poi, superato lo choc, cominciano a discutere. Ma è troppo difficile dire sì o no subito. «Ne riparliamo dopo Pasqua». Punire con un due chi non termina la versione di latino o dare un quattro che non lasci troppe ferite? Rimandare con un tre (quasi una condanna a ripetere l’anno) o limitarsi a un’insufficienza più digeribile? Il votaccio fa solo male o fa crescere? Dibattito che divide. E divisi sono gli insegnanti del liceo di via Commenda — il primo dei classici statali nella classifica milanese della Fondazione Agnelli — dopo …

"Scuole paritarie scadenti? Una indagine voluta da Gelmini lo confermerebbe", di P.A. da La Tecnica della Scuola

Oltre l’Ocse, a dirlo sarebbe pure uno studio, commissionato dall’ex ministra Gelmini, che dichiarerebbe l’arretratezza della scuole paritarie. Nonostante rette e finanziamenti sarebbero in ritardo di ben 10 anni rispetto alle pubbliche. Repubblica, che ha esaminato il primo monitoraggio sullo stato della riforma Gelmini nel primo ciclo, pubblicato il 2 aprile dal ministero dell’Istruzione, lancia la notizia, sottolineando che “il quadro che emerge dal report di viale Trastevere sulle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado” è desolante e scaglia granate di cifre, sfatando così pure l’antica litania della destra che per le scuole private ha avuto sempre un debole particolare. Mentre il 99,3% delle scuole pubbliche – tra quelle dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado – è dotata di laboratori tecnologici e multimediali, la percentuale crolla al 48,6% per quelle paritarie. Le scuole private sono anche meno connesse con Adsl rispetto alle pubbliche: 78% contro 90%. Le paritarie sono indietro anche per le lavagne interattive multimediali (lim), solo una su cinque ne è dotata, rispetto all’82% di quelle pubbliche. Ma anche sotto …

"Regione Lombardia, sì alla legge scuola i supplenti scelti dagli istituti. Salta l´ordine delle graduatorie", di Andrea Montanari

La Cisl parla di “balcanizzazione”, contrario il Pd E dal pacchetto sviluppo saltano gli incentivi per le autostrade . Via libera del Consiglio regionale alla riforma della scuola in salsa lombarda con il professore a chiamata, uno degli assi portanti del cosiddetto pacchetto Crescilombardia fortemente voluto dal governatore Roberto Formigoni in perenne sfida col governo. Per tre anni, quanto durerà la sperimentazione, i presidi potranno scegliere direttamente i supplenti annuali senza passare dal provveditorato, li dovranno pescare dalle graduatorie ma non dovranno rispettare l´ordine delle liste. Un passo indietro rispetto al progetto di legge originario della Regione, che non parlava di graduatorie e demandava alla giunta i criteri per gli inserimenti nelle scuole. Ma un deciso passo in avanti rispetto alla normativa precedente. Il testo uscito dall´aula ieri è stato ulteriormente ridimensionato. Prevede infatti che le modalità di espletamento del bando di concorso saranno definite «solo sulla base di un accordo con lo Stato». E che ogni sei mesi la giunta dovrà relazionare sulla sperimentazione alla commissione regionale competente. «Una riforma incostituzionale», secondo la responsabile …

"A tre anni dalla riforma, classi di concorso provvisorie", di Mario D'Adamo

Il ministero conferma: anche il prossimo anno alle superiori . Ogni scuola decide le confluenze in base agli indirizzi. Con danni imprevedibili per gli abilitati esclusi. Attenzione ai cosiddetti insegnamenti atipici, quelli che, in seguito alla riforma degli ordinamenti delle scuole superiori, possono confluire in più d’una delle vecchie classi di concorso (d.m. n. 39 del 30 gennaio 1998). Poiché parallelamente alla riforma degli ordinamenti non sono ancora state introdotte le previste nuove classi di concorso, sono le scuole, dirigenti scolastici e collegi dei docenti, a sceglierne una. Se l’operazione non viene svolta correttamente e rigorosamente si possono determinare inconvenienti al funzionamento delle scuole (discontinuità, ad esempio) e danni al personale docente in attesa di nomine, che potrebbe anche non ottenere l’incarico. Anche per il prossimo anno scolastico 2012/2013, il terzo della riforma, la definizione degli organici degli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado, licei e istituti tecnici e professionali, e le conseguenti operazioni di mobilità del personale docente devono fare riferimento alle vecchie classi di concorso, integrate e modificate per farvi corrispondere discipline e …

"Nessuna crescita sugli organici", di Pippo Frisone

Gli organici di diritto del personale docente nel 2011/12 ammontavano complessivamente a 600.839 unità. Il Governo dei tecnici e dei professori compie il miracolo e per il 2012/13 conferma l’organico dell’anno precedente. In particolare ad un aumento di 617 posti corrisponde un taglio di 617 posti. Crescono i posti nella primaria + 275 e nella media di 1° grado +342 mentre diminuiscono nell’infanzia -167 e nelle superiori -450. La situazione non è omogenea nelle diverse regioni. La ragione risiede sul diverso andamento della popolazione scolastica. In aumento nelle regioni del centro nord e in calo nelle regioni meridionali e isole. Così ci troviamo di fronte a regioni come la Sicilia (-349 ), Puglia (-289), Calabria ( -277), Campania (- 214), Basilicata (-112) che pagano un prezzo salatissimo in termini di tagli e di contro regioni come l’Emilia Romagna ( +392), la Toscana (+226) e la Lombardia (+218) , Piemonte (+182), Veneto (+173) che incrementano i posti rispetto all’anno precedente. Ad una prima lettura dei dati sembrerebbe tutto chiaro e scontato ma così non è. Prendiamo …

"I professori dell'autoriforma", di Sergio Luzzatto

Ci sono le cose ridicole, e ci sono le cose serie. Nella top list delle cose ridicole che abbiamo potuto leggere di recente a proposito della scuola italiana, sta la notizia secondo cui la Divina Commedia di Dante andrebbe espurgata perché contiene «stereotipi, luoghi comuni, frasi razziste, islamofobiche e antisemite». Ma allora – è stato sarcasticamente notato su queste colonne – perché non espurgare anche Boccaccio, o Shakespeare? Come a dire: i rischi del politically correct quando vuole farsi Nuova Inquisizione. Poi ci sono le cose serie. E fra queste c’è il problema – grande come una casa – non di quello che andrebbe tolto dall’insegnamento della nostra scuola, ma di quello che andrebbe aggiunto. In altre parole, c’è il problema dei “buchi” di una didattica che fatica ad aggiornarsi sia nelle forme, sia nei contenuti. E c’è il problema – grande come una città – degli insegnanti che vanno sempre più perdendo il contatto con gli studenti. Docenti giovani o meno giovani, simpatici o antipatici, volenterosi o sfaticati, colti o ignoranti, che ai ragazzi …