Tutti gli articoli relativi a: scuola | formazione

«Quattro edifici su 10 sono insicuri. Serve l’anagrafe», di Adriana Comaschi

Le scuole italiane si confermano insicure: quattro su dieci sono prive del certificato di agibilità, quasi altrettante – il 37% – avrebbero bisogno di manutenzione «urgente». Perché vecchie, collocate in edifici pensati come abitazioni o edificate senza criteri antisismici in zone a rischio terremoto – ben il 62% delle 42 mila scuole italiane è stato edificato prima del 1974; solo l’8,8% secondo criteri anti- sismici. Questa la fotografia del 14° rapporto Ecosistema scuola di Legambiente: l’unico esistente perché, e questo già dice tutto, dopo vent’anni ancora si aspetta dal Miur l’istituzione di una anagrafe degli edifici scolastici. Un’indagine che restituisce un quadro a tutto tondo degli spazi scolastici tra certificazioni, servizi offerti, efficienza energetica, rischi specifici (presenza di amianto o radon), investimenti in corso nei 5.301 stabili di competenza di capoluoghi di provincia esaminati ovvero scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado (discorso a parte per le secondarie di secondo grado, in capo alle Province le cui competenze devono ora passare ai Comuni). La prima certezza per Legambiente è che «l’emergenza delle nostre scuole …

"Se i docenti ritrovano la voce", di Mila Spicola

Voglio che questo commento sulla vicenda degli scatti dei docenti da restituire sia quello che vuole essere: una lettera ai miei colleghi e alle mie colleghe. Il provvedimento di decurtazione è stato ritirato. Siamo stati 10.500 i firmatari della petizione che avevo messo on line domenica sulla piattaforma change.org per un doppio obiettivo: chiedere l’annullamento del provvedimento ma, nello stesso tempo, informare noi colleghi, perché la maggior parte non ne sapeva assolutamente nulla. In modo dignitoso ma determinato abbiamo detto no a un atto ingiusto che comunque avrebbe stabilito un precedente ignobile per l’Italia intera: togliere dalle tasche dei lavoratori somme giustamente percepite e già erogate. Vi aggiorno su quello che è accaduto in questi ultimi giorni. Ho letto, come alcuni di voi, della nota del Mef sabato sera. L’ho segnalata a Davide Faraone, responsabile scuola del Pd, esattamente sabato sera, 4 gennaio. Mi ha risposto che si sarebbe attivato subito per capire cosa stava accadendo. Anni di proteste nel movimento per la scuola però ormai mi han fatto comprendere che solo quando c’è una …

"Pasticcio scatti 2013, interviene Letta. Non ci sarà nessun prelievo in busta paga", da corriere.it

Il prelievo dei soldi già percepiti dalle buste paga degli insegnanti diventa un caso politico. Mentre il governo è al lavoro per rimediare al «pasticcio» degli scatti di anzianità erogati erroneamente nel 2013, è scaricabarile tra il titolare dell’Economia Maurizio Saccomanni e il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. «C’è stato un problema di comunicazione – dice Saccomanni- Il ministero dell’Economia è un mero esecutore. Aspettavamo istruzioni che non ci sono pervenute». In un comunicato ufficiale, il Mef precisa di aver informato il Miur il 9 dicembre scorso, quindi un mese fa, che avrebbe proceduto al calcolo e al recupero delle somme relative agli scatti, dando al Miur il tempo necessario a formulare diverse istruzioni. Istruzioni che però non sono mai arrivate, stando al ministero delle Finanze: motivo per cui «le strutture operative del Mef hanno proceduto secondo le informazioni disponibili e come disposto dalla legge in vigore». La Carrozza per ora chiosa, e parla di «impicci burocratici amministrativi» che possono, come in questo caso, portare ad un «pasticcio» senza che «i ministri e il governo …

"Come demotivare (per pochi euro), di Paolo Conti

Il ministero progetta di chiedere la restituzione delle somme percepite grazie agli «scatti stipendiali» dal 2013 a oggi. Si sta giocando col fuoco, demotivando una categoria per pochi euro. «Quando una società scialacquatrice ha necessità estrema di denaro lo sottrae anche alle scuole. Questo è uno dei più iniqui delitti dell’umanità e il più assurdo dei suoi errori». Maria Montessori, nei suoi scritti, espresse un giudizio chiaro e durissimo sui tagli alla scuola, lo ricordava l’ultimo numero di «Sette». Chissà quanti insegnanti italiani avranno ricordato quella frase nelle ore in cui il ministero dell’Economia progetta di chiedere la restituzione delle somme percepite grazie agli «scatti stipendiali» da gennaio 2013 a oggi. Vengono in mente altre autorevoli parole, quelle pronunciate dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 23 settembre 2013 in occasione dell’apertura dell’anno scolastico: «I risultati di varie ricerche ci dicono che più di altri fattori conta l’apporto degli insegnanti. E quindi ci si deve impegnare a investire — in risorse e iniziative — come il governo ha iniziato a fare, perché la già notevole …

Stipendi docenti scuola, Fabrizio Saccomanni chiede 150 euro agli insegnati. Davide Faraone: "Danno e beffa" da www.huffingtonpost.it

Il ministero dell’Economia chiede la restituzione degli scatti maturati dagli insegnanti – 150 euro – della scuola pubblica nel 2012. Ma il Pd non ci sta e attacca il governo. “Apprendo con preoccupazione – dice Davide Faraone, responsabile Scuola e Welfare dei democrat – della diramazione di una nota del ministero dell’Economia in cui si chiede la restituzione di circa 150 euro mensili ai docenti che hanno maturato gli scatti 2012″. Faraone sottolinea: “Si tratta, infatti, di importi provenienti dal taglio dei fondi di funzionamento delle scuole che erano stati promessi ai docenti come pagamento dei dovuti scatti di stipendio. Il danno, cioè il taglio di quei fondi sacrosanti, si somma adesso alla beffa: una volta percepite e spese queste somme i docenti le dovranno restituire”. Il responsabile Scuola del Pd insiste: “Siamo dunque all’assurdo: dopo i diritti acquisiti e i diritti offesi siamo giunti ai diritti restituiti. Mi auguro che tutto ciò sia un equivoco. Rimango sorpreso perché ancora una volta si va a punire col segno meno l’unica categoria di lavoratori dello Stato …

"Sui pulpiti, le prediche e i chierici di De Anna" di Antonio Valentino

Giuste e sacrosante le argomentazioni di Franco De Anna a proposito delle posizioni e degli appelli, maturati in questi giorni, circa i criteri per la scelta, da parte del Ministro, del nuovo Presidente INVALSI. Giusta la distinzione tra ricerca pedagogica e ricerca educattiva; giusto il richiamo a non fraintendere i compiti e le funzioni del “sistema” della ricerca educativa. Opportuno e sacrosanto anche sottolineare che la “valutazione” messa in capo all’INVALSI ha come caposaldo le rilevazioni dei livelli di apprendimento attraverso le somministrazioni standard relative a Italiano e Matematica. E, soprattutto, che queste “non hanno a che fare con la “valutazione degli alunni”, che è invece “prerogativa insostituibile dell’esercizio professionale ( …) del docente”. Ma veniamo al senso della sua polemica, “puntuta”, come spesso gli capita, contro “il mondo pedagogico”. Reo, a suo dire, di voler contrastare, nella conduzione dell’INVALSI, la prevalenza di “economisti” e di “statistici”, perché tutto teso – il mondo pedagogico – a far valere la messa in primo piano delle competenze educative, pedagogiche, ecc…. Riconosciuto il valore delle tue considerazioni, ti …

"Quelle piccole soluzioni per tutelare i ragazzi", di Mariapia Veladiano

Il punto esatto della questione è che in questo momento non c’è un modo semplice per uscirne. La realtà dei docenti precari nella scuola viene da un’accozzaglia di errori perpetrati con scientifica determinazione per ignoranza, piaggeria, leggerezza, calcolo politico, a seconda delle persone e delle epoche di cui si parla. In disordine sparso: c’è chi, politici si intende, ha promesso e permesso troppo, troppi corsi di laurea univocamente orientati all’insegnamento ad esempio, quando ormai era chiaro che non ci sarebbe stato spazio nella scuola per decenni; c’è chi, e son sindacati, a volte di consistenza quasi omeopatica, ha trovato la sua unica ragione di esistere nel patrocinare i ricorsi degli esclusi, dai concorsi o dalle graduatorie; c’è chi, e stavolta son ministri, non ha fatto concorsi per vent’anni, permettendo che il precariato della scuola diventasse una variante non così lontana dal ruolo; c’è chi poi, ancora ministri, ha scagliato di volta in volta soluzioni sentendosi ciascuno come Dio nel primo giorno della creazione. Come se le professionalità comunque accumulate attraverso il precariato fossero nulla per …