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Flc-Cgil scrive a Carrozza: sanate “Quota 96”, di P.A. da La Tecnica della Scuola

Domenico Pantaleo, il segretario generale della Flc-Cgil, prende la penna a favore del personale di “Quota 96” e scrive alla ministra Carrozza: assuma tutte le iniziative per la risoluzione dell’ingiustizia dalla riforma Fornero nei riguardi del personale della scuola che aveva maturato i precedenti requisiti per il pensionamento al 31 agosto del 2012 La Flc-Cgil del resto aveva già preso posizione su questa scottante quanto assurda vicenda che ha penalizzato circa 3500 lavoratori, colpevoli di avere a disposizione la sola finestra di uscita corrispondente con la fine dell’anno scolastico per la pensione. Oggi questa ulteriore spinta in modo da risolvere al più presto il torto subito e ripristinare il dirittoprima che inizi il nuovo anno scolastico. La Riforma, dice infatti Pantaleo, non ha tenuto in conto che per il comparto scuola il servizio prestato si valuta sull’anno scolastico e non su quello solare. Nella stessa lettera la FLC CGIL chiede che venga consentito l’accesso al pensionamento a coloro che, appartenendo a profili o insegnamenti in esubero, hanno i requisiti richiesti dall’articolo 14 della spending review …

"Ricostruzione della carriera, via al riconoscimento dei gradoni", di Antimo Di Geronimo

Al via il riconoscimento dei gradoni nelle ricostruzioni di carriera. A partire dal 22 maggio scorso, infatti, il sistema informativo dell’istruzione (Sidi) è stato aggiornato con delle nuove funzioni che consentono di applicare il contratto del 13 marzo. E cioè, l’accordo che dispone il recupero dell’utilità del 2011 ai fini della progressione di carriera. Lo ha fatto sapere il ministero dell’istruzione, con una nota emanata il 22 maggio scorso (AOODGSSSI n.1211). Il provvedimento è stato inviato alle scuole, perché le ricostruzioni di carriera rientrano tra gli adempimenti a carico delle istituzioni scolastiche (tra le tante, si veda la circolare 9 maggio 2001, n.86). Fatte salve le ricostruzioni le cui domande siano state presentate prima del 1°settembre 2000. Per tutte le altre la competenza è delle scuole. Che devono provvedere direttamente a determinare gli importi derivanti dal riconoscimento dei servizi per il ruolo. E cioè dei servizi prestati dai lavoratori interessati prima dell’accesso al ruolo di appartenenza. Riconoscimento che determina, a sua volta, la collocazione nella classe stipendiale corrispondente al numero di anni di servizio effettivamente …

"Basta con il blocco degli stipendi", di Antimo Di Geronimo

No al blocco della contrattazione, dei gradoni e dell’indennità di vacanza contrattuale. La scuola è stata utilizzata troppo spesso «come luogo di prelievo forzoso di risorse». E un altro blocco degli incrementi stipendiali finirebbe per aggravare ulteriormente la sofferenza di un comparto, che negli ultimi anni è stato già duramente colpito dai tagli. Il monito viene dalla VII commissione istruzione del Senato, presieduta dal pd Andrea Marcucci, che lo ha formalizzato in un parere approvato il 29 maggio scorso. Le osservazioni del collegio senatoriale riguardano lo schema di decreto del Presidente della Repubblica, recante il regolamento in materia di proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti. E sono state trasmesse alla commissione affari costituzionale di palazzo Madama. Che esaminerà la bozza di provvedimento oggi dalle 14.30 in poi con eventuale prosieguo domani alla stessa ora. La commissione istruzione ha fatto presente, inoltre, che il governo dovrebbe riqualificare le spese per tutto il comparto pubblico della conoscenza, tenuto conto che, secondo le conclusioni del Consiglio europeo del 28-29 giugno 2012, …

"Carrozza: Fondi in arrivo per la scuola ma tempi incerti", da La Tecnica della Scuola

Serviranno a combattere la dispersione scolastica e favorire la mobilità sociale. Tra le misure immediate rimane quella di aprire gli istituti il pomeriggio. Per un quadro più dettagliato sui progetti del nuovo responsabile del Miur bisognerà attendere il 6 giugno, quando di fronte alle commissioni Cultura di Camera e Senato presenterà le linee programmatiche del suo dicastero. Le buone intenzioni del ministro Carrozza cominciano a scontrarsi con la dura realtà. Composta da un Governo particolare, decisamente a corto di fondi e tutto proteso a far quadrare i conti. “Stiamo lavorando per reperire fondi per l’istruzione e la ricerca, ma i tempi per un provvedimento specifico sono ancora incerti”, ha detto il ministro dell’Istruzione a margine della consegna della Costituzione ai diciottenni a Buti (Pisa). Per poi aggiungere una frase, stavolta indicativa sul programma del nuovo responsabile del Miur. “Faremo squadra con gli altri ministri – ha sottolineato Carrozza – per reperire fondi per le misure sull’occupazione, ma anche per sfruttare quelli sulla coesione per combattere la dispersione scolastica e favorire la mobilità sociale, oltre a …

"Se ai ragazzi insegnamo la diseducazione civica", di Benedetto Vertecchi

Premetto che considero l’educazione civica un aspetto dell’attività delle scuole al quale sarebbe necessario rivolgere un’attenzione ben più ampia di quanto il più delle volte accada. Ma, proprio per questo, mi chiedo se le condizioni politiche e sociali in cui la scuola opera siano le più favorevoli a costituire uno sfondo di riferimento. Non si può ignorare, infatti, che l’educazione civica, anche più di quanto non avvenga per altri aspetti dell’educazione scolastica, rischia di produrre effetti controproducenti nel profilo di bambini e ragazzi se la proposta di cui è portatrice si presenta contraddittoria rispetto alla sua traduzione empirica, ovvero al modo in cui determinati principi sono concretamente attuati, o inattuati, nell’esperienza quotidiana. In breve, non si può continuare a dire a bambini e ragazzi che la Repubblica è fondata sul lavoro, se poi non ci si preoccupa di superare le angosciose incertezze che segnano la condizione di vita di milioni di lavoratori o di giovani in cerca di occupazione. Non si può spargere moralità sociale se si consente che una parte consistente del reddito sfugga …

"Pensioni, si riaprono i giochi", di Nicola Mondelli

Il tema della previdenza torna ad agitare la scuola. Sia tra il personale scolastico in servizio con contratto a tempo indeterminato, infatti, che tra le decine di migliaia di docenti e Ata precari, si sta registrando una certa preoccupazione per le voci, sempre più insistenti, di possibili modifiche alle norme previdenziali in vigore introdotte dal decreto legge n. 201/2011 (riforma Fornero), a condizione che si reperiscano i fondi necessari, che sarebbero all’esame del governo in carica. Nell’ambito delle ipotizzate modifiche ci sarebbe anche la soluzione, da tempo auspicata, del problema sollevato da alcune migliaia di docenti e di personale Ata che non hanno potuto fare valere, ai fini pensionistici, i requisiti richiesti dalla normativa previgente l’entrata in vigore del predetto decreto legge «quota 96» perché tali requisiti li maturavano entro l’anno scolastico 2011/2012 e non entro il 31 dicembre 2011, come richiedeva l’art. 24 del decreto. Sul personale della scuola le modifiche potrebbero da un lato consentire soprattutto al personale femminile di accedere alla pensione con una età anagrafica meno elevata rispetto a quella attualmente …

"Ultimatum di carrozza. Più soldi alla scuola o non faccio il ministro", di Pietro Piovani

O si trovano più soldi per la scuola pubblica oppure io smetto di fare il ministro dell’Istruzione. Maria Chiara Carrozza ha occupato il suo ufficio da neanche un mese, ma subito si è scontrata con lo stesso ostacolo che ha fermato tutti i suoi predecessori: la mancanza di risorse. Interpellata da Radio24, ha dipinto un quadro che in verità già tutti conoscevano: «Siamo in una situazione drammatica. Dobbiamo mettere in sicurezza le nostre scuole, dobbiamo metterle in grado di proteggere i nostri bambini, non di metterli a rischio. Abbiamo bisogno prima di tutto di un investimento nell’edilizia scolastica, e poi abbiamo bisogno di più insegnanti». E se non si trovano i finanziamenti? Si devono trovare, risponde la Carrozza, «perché altrimenti devo smettere di fare il ministro dell’Istruzione». IL SISTEMA PUBBLICO Il ministro non parla genericamente di istruzione, ma specifica che la sua richiesta è per «un reinvestimento nel servizio pubblico e nella scuola pubblica». Una definizione che sembra voler fugare i dubbi e le polemiche nate dopo le sue dichiarazioni a proposito del referendum sulla …