Tutti gli articoli relativi a: università | ricerca

Le università contro i valutatori «Affidano tutto agli algoritmi», di Gianna Fregonara

Guerra aperta tra i rettori italiani, il presidente della Conferenza Stefano Paleari in testa, e l’Anvur guidata da Stefano Fantoni, l’Agenzia di valutazione delle università italiane. L’oggetto del contendere è l’avvio della valutazione periodica e di accreditamento dei corsi universitari che dovrebbe cominciare con il prossimo anno accademico. Ma il malessere dei rettori è ben più vasto. «Questa è la goccia che ha superato l’orlo. In quattro anni abbiamo perso il 20 per cento dei finanziamenti, ancora non sappiamo quali sono i fondi disponibili per quest’anno. Il turnover è ancora bloccato, abbiamo fatto uno sforzo gigantesco in questo periodo per sostenere il sistema della valutazione della ricerca (Vqr, conclusosi lo scorso anno), abbiamo accreditato tutti i nuovi corsi di laurea, i dottorati, i dipartimenti. Siamo sommersi dalla burocrazia», spiega Paleari. E infatti, quando è arrivato il documento che presenta le linee guida della valutazione dei corsi di studio degli atenei, la protesta tra i rettori è esplosa. Inizialmente online e sul sito Roars che spesso raccoglie i malumori degli docenti. Ma nell’ultima giunta della Conferenza …

"Università, se la disinformazione è di moda", di Fabio Sabatini

Uno dei luoghi comuni più apprezzati dalla stampa nazionale è che l’università italiana siadominata dai baroni e occupata militarmente da un esercito di fannulloni che percepiscono stipendi altissimi, pagati dai contribuenti, per dedicarsi ad attività poco edificanti come la manipolazione dei concorsi e la compravendita di esami. La passione per la denigrazione dell’università italiana è frutto di una pericolosa mistura di analfabetismo scientifico, difficoltà di approfondire temi complessi, scandalismo e caccia al facile consenso di un pubblico sempre più tarato sulla televisione, che non vede di buon occhio la categoria degli studiosi e ammira tutt’altro tipo di personaggi. Ma anche di una buona dose di verità: i baroni e i concorsi truccati esistono, e spesso – in misura diversa nelle diverse discipline – i professori universitari usano la cattedra come strumento per perseguire interessi molto particolari, che poco hanno a che fare con le ragioni per cui percepiscono uno stipendio pubblico. Ciò nonostante, i ricercatori che lavorano nelle università italiane continuano a produrre – con un lavoro per certi versi eroico, in condizioni difficilissime tra …

"Il delirio burocratico che uccide l’università", di Claudio Sardo

l’università che uccide se stessa È il titolo provocatorio di un post, pubblicato a fine aprile da due professori di filosofia a Tor Vergata, Stefano Semplici e Giovanni Salmeri. Un sasso che sta provocando una valanga. Anzitutto una valanga di adesioni sul web, con centinaia e centinaia di messaggi da tutti gli atenei italiani. Poi sono partite le lettere ai rettori (una di queste, sottoscritta da 90 presidenti di corso di laurea – su 120 – dell’università di Padova). E ieri, a sostegno della protesta, ha preso ufficialmente posizione anche Stefano Paleari, presidente della Crui, la conferenza dei rettori. I docenti non ne possono più della «burocrazia accademica», di quel “delirio” di carte, adempimenti, misurazioni, redazioni, descrizioni, a cui sono quotidianamente costretti e che stanno diventando ormai la loro attività principale, superando il tempo dedicato alla didattica e agli studenti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la pubblicazione, da parte dell’Anvur (Agenzia nazionale di Valutazione del sistema universitario e della ricerca), delle «Linee guida per l’accreditamento periodico delle sedi e dei …

Università: Ghizzoni, proposta Pd per no tax area fino a 20.000 euro

“Lunedì prossimo il Pd depositerà una proposta di legge che punta a rivedere la tassazione universitaria per renderla equa, progressiva e graduale”. Lo afferma Manuela Ghizzoni, deputata Pd e vicepresidente della Commissione Istruzione della Camera. “No tax area fino a 20.000 euro di ISEE, assegnazione agli atenei statali di una quota aggiuntiva di finanziamento in proporzione al numero degli studenti esenti, importo medio regionalizzato della contribuzione studentesca non superiore ai 900 euro. Sono i tre punti chiave della proposta grazie alla quale una platea ampia di studenti potrà accedere agli studi gratuitamente o con costi realmente commisurati alle proprie capacità economiche, senza tuttavia che i bilanci degli atenei entrino in sofferenza. Ecco perché riteniamo la nostra proposta in grado di garantire agli studenti italiani un sistema di accesso all’università finalmente equo e attrattivo”. “Questo tempo, caratterizzato dalla crisi economica e da nuovi bisogni sociali, – continua Ghizzoni – richiede alla politica grandi responsabilità e capacità di innovare, motivo per cui riteniamo che la proposta del M5S sia inadeguata e parziale: prevedendo infatti l’abrogazione di una …

"Università: l’analisi e la diagnosi dell’ANVUR e le intenzioni della Ministra Giannini", di Fabio Matarazzo

Cosa dovrebbe fare un ministro alla luce della mole di informazioni fornite dal Rapporto sullo stato dell’università e della ricerca dell’ANVUR? Fabio Matarazzo, già Direttore Generale del MIUR, non solo dà qualche suggerimento, ma sottolinea l’urgenza di rottamare alcuni vacui ritornelli: “Le 615 pagine del rapporto ci consentono ora di conoscere da vicino, come mai finora, le specifiche situazioni in cui si articola il sistema. … E’ importante, migliorarne standard e risultati. Ma se si vuole intraprendere questa via, l’unica, a mio parere, in grado di assicurare il progresso di tutte le diversificate realtà con un percorso di continuo accompagnamento, deve dimenticarsi il risonante ma, alla prova dei fatti, vacuo ritornello della competitività, del merito, dei premi che poi non arrivano e delle punizioni che poi si rivelano impossibili.” L’Agenzia di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) ha presentato a Roma, il 18 marzo, il suo primo rapporto biennale, cioè il “ Rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca per il 2013”. La versione integrale, di ben 615 pagine, si può …

Università: Ghizzoni (Pd), da Pd impegno per realizzare proposta CUN su organico

“Oggi il Consiglio Universitario Nazionale ci ha presentato un quadro davvero fosco, che peraltro conoscevamo bene, dovuto alla forte decurtazione dei finanziamenti statali e alla prolungata mancanza di assunzioni di giovani ricercatori e di promozioni dei professori più meritevoli”. Lo dichiara Manuela Ghizzoni, deputata del Pd e vicepresidente della commissione Cultura della Camera, dove si è tenuta l’audizione di una rappresentanza ufficiale del CUN per discutere del problema della forte diminuzione in atto del numero di professori universitari che porterà, se non arginata, ad avere nel 2018 addirittura la metà dei professori ordinari che erano in servizio nel 2008, con inevitabili gravi conseguenze sulla didattica e sulla ricerca negli atenei. “Tuttavia l’aspetto più interessante appreso oggi – afferma Ghizzoni – è una proposta tecnica concreta per mettere in sicurezza il sistema e rendere l’organico stabile e autosostenibile finanziariamente”. Il riferimento è a un piano straordinario di assunzioni contingentate di professori ordinari e di ricercatori a tempo determinato, che si aggiungerebbe a quello già stabilito dalla legge nel 2010 per i professori associati. “E’ ovvio che …

"In fuga dall'Università devastata", di Pietro Greco

Sostiene Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea: con il 22,4% di laureati nella fascia di età compresa tra i 30 e i 34 anni, nell’anno 2013 l’Italia risulta ultima assoluta tra i 28 Paesi dell’Unione Europea. Superata, negli ultimi quattro anni, anche dalla Slovacchia (26,9%), dalla Repubblica Ceca (26,7%) e, di poco, dalla Romania (22,8%). Sostiene l’Unione Europea: se vogliamo entrare nella società della conoscenza entro il 2020 dovremo avere una media del 40% di laureati tra i giovani dell’Unione. Oggi ci siamo vicini: siamo al 36,8%. Molti Paesi si sono dati obiettivi nazionali più ambiziosi. In Scandinavia si parla del 50%. L’Irlanda, che già è al 52,6%, ha come traguardo il 60% di laureati. L’Italia, invece, si è data l’obiettivo più basso in assoluto dell’Unione: 27% di laureati tra i giovani di età compresa tra 30 e 34 anni entro il 2020. Una soglia così piccola che, come nota De Nicolao sul sito Roars, tutti gli altri, a eccezione di Bucarest, già oggi hanno centrato. Sostiene la Fondazione Agnelli: con un taglio del 9,4% del …