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"Libertà di ricerca. Nella mappa mondiale Italia come Croazia e Iran", di Cristina Pulcinelli

Libertà va cercando. Ma non la troverà, pare, in Italia. Dal terzo congresso mondiale per la libertà di ricerca scientifica che si è aperto ieri a Roma emerge infatti che il nostro Paese ha qualche problema su questo fronte. A farcelo notare ci ha pensato Andrea Boggio, professore associato di Legal studies alla Bryant University (Stati Uniti), che ha aperto il congresso intitolato «Colmare il divario tra scienza e politica», promosso dall’Associazione Luca Coscioni e dal Partito radicale, con la collaborazione dell’Università di Manchester e dalla European Society for Human Reproduction (ESHRE), con il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero della Salute e di Roma Capitale. Boggio ha presentato una novità: l’indice di libertà e autodeterminazione. Si tratta di uno strumento per misurare a livello mondiale il grado di libertà di ricercatori e pazienti. Alla realizzazione di questo progetto hanno lavorato alcuni studiosi già dal 2008 e ora, finalmente, è pronto. Tutto parte da una premessa: «Espandere il sapere scientifico mediante la ricerca, accrescere il benessere dei pazienti attraverso i trattamenti medici e …

Abilitazione scientifica nazionale, Ghizzoni e Galli “Serve chiarezza”

I deputati modenesi Pd hanno depositato una risoluzione in Commissione Istruzione. Sta per prendere avvio la seconda tornata della procedura per ottenere l’abilitazione come docenti universitari. Si tratta non di un concorso, ma della verifica ad personam della raggiunta maturità scientifica del richiedente. La normativa per molti versi contraddittoria e gli esiti, in alcuni casi clamorosi, della prima tornata, impongono chiarezza. E’ per questo che i parlamentari modenesi del Pd Manuela Ghizzoni, vicepresidente della Commissione Istruzione e Università della Camera, e Carlo Galli, professore dell’Università di Bologna, hanno depositato una risoluzione con l’intento di indicare alcuni indirizzi di azione concreta per uscire dall’impasse. Con il tempo è passata l’idea che si tratti di un concorso, alcuni nomi noti e stimati non sono riusciti a “passarlo”, e la prima tornata ha innescato una mole ingente di ricorsi al Tribunale amministrativo regionale. L’abilitazione scientifica nazionale, introdotta dalla cosiddetta “riforma Gelmini” dell’Università, è in realtà una verifica ad personam della raggiunta maturità scientifica per coloro che aspirano al ruolo di professore universitario o che sperano di progredire nella …

"L’università nel caos", di Giovanni Valentini

Fioccano le sospensioni e gli annullamenti del Tribunale amministrativo del Lazio, competente per gli atti dell’amministrazione statale su tutto il territorio nazionale, dopo la pioggia di ricorsi contro l’esito dell’Abilitazione scientifica (non didattica) per i professori universitari. In diversi i casi, i giudici del Tar hanno stabilito anche che le commissioni esaminatrici devono essere interamente ricostituite per emettere un nuovo verdetto entro 60 giorni. Un terremoto insomma – per l’Università italiana, già minata dalle sue croniche carenze e disfunzioni. All’origine della vertenza c’è la controversa introduzione ex post dei parametri di “sottosettorialità” che hanno ribaltato le graduatorie originarie, compilate secondo i criteri oggettivi e meritocratici previsti dalla riforma ministeriale. Con questo sistema, molti aspiranti che in base alle loro pubblicazioni vantavano titoli scientifici specialistici, studiosi già noti e apprezzati nelle rispettive discipline, sono stati scavalcati da concorrenti con un curriculum più generico e meno qualificato. E spesso, a favore di figli o allievi dei potenti “baroni” universitari. Ma ora le ordinanze del Tar, come in una reazione a catena, stanno praticamente azzerando la situazione in …

"Milano e Torino, i risultati migliori del mondo (occidentale)", di Gianna Fregonara e Orsola Riva

I ragazzi di Piemonte e Lombardia sono i più bravi del mondo, inteso come mondo occidentale, lasciando perdere l’Estremo Oriente scolastico che come si sa è inarrivabile. Sono a soli 3 punti dai mitici quindicenni di Shanghai, i più bravi in assoluto quando si misurano le competenze in matematica. E sono seguiti a ruota dai ragazzi del Nordest, superati soltanto dagli australiani della regione di Perth. Che cosa fa dei ragazzi di Milano e Torino i migliori quando si tratta di usare quelle capacità che per molti imprenditori e cacciatori di teste sono oggi tanto irrinunciabili quanto rare (per non dire introvabili)? Va detto che l’Italia del Nord ottiene buoni risultati anche nelle competenze matematiche e linguistiche e dunque una buona scuola funziona anche quando è ora di usare la logica o di affrontare problemi reali e complessi. Il curriculum variegato e i lavori di gruppo aiutano a sviluppare queste capacità Ad avvantaggiare gli studenti italiani in generale, ma soprattutto quelli che frequentano scuole di qualità, sarebbe, a sentire gli esperti dell’Ocse, il curriculum variegato: …

"E’ possibile non disperdere i talenti degli studenti deboli?", di di Francesco Avvisati, ricercatore Ocse-Pisa

La complessità e il cambiamento dell’economia e della società significano che il successo nella vita e nel lavoro è sempre più determinato dalla nostra capacità di adattarci a nuove situazioni, di imparare dagli errori che commettiamo e di trovare nuove vie per affrontare problemi complessi. Sono queste le qualità che i quindicenni di oggi apprendono a scuola? Lo studio Ocse-Pisa del2012ha cercato di rispondere a questa domanda, sottoponendo gli allievi quindicenni di 44 paesi ed economie ad una serie di test volti a misurare le loro capacità nella risoluzione di problemi non scolastici (problem solving). Un ambiente virtuale – creato al computer – è stato usato per simulare situazioni di vita reale, quali un dispositivo elettronico che non funziona oppure un viaggio da pianificare. Lo studio ha permesso di osservare la capacità di misurarsi con problemi la cui soluzione non è immediata. Ai giovani studenti era richiesto di mostrarsi aperti alle novità, di accettare il dubbio e l’incertezza, e talvolta di osare una soluzione sulla base del loro intuito. Ma anche di ragionare in modo …

"La bellezza matematica nascosta nel mondo", di Piergiorgio Odifreddi

L’artista, il musicista e il poeta percepiscono le meraviglie del mondo attorno a sé, raffigurandole e trasfigurandole nelle loro opere. Osservano i variopinti colori dei fiori nei prati, riproducendoli in tele realiste o impressioniste. Ascoltano i gorgheggianti canti degli uccelli, riverberandoli in composizioni pastorali. Guardano oltre una siepe, fingendosi sovrumani silenzi e profondissima quiete. Osservano la danza della graziosa e silenziosa Luna, domandandosi che ci fa in cielo. Ma rispetto all’artista, al musicista o al poeta, il matematico va oltre, e non al-trove. E la sua visione del mondo non sottrae bellezza alla descrizione dell’umanista, ma gliene aggiunge. Perché la bellezza c’è a tutti i livelli della Natura, dal microcosmo al macrocosmo: non solo al livello antropico, al quale siamo tutti abituati e allertati, ma che rimane marginale e secondario rispetto al tutto. Ad esempio, quando il matematico osserva un fiore, dietro al numero dei suoi petali nota la successione di Fibonacci e la proporzione aurea alla quale essa tende. Dietro ai suoi colori, riconosce le lunghezze e le frequenze di velocissime onde luminose. Dietro …

"La sfiducia nella scienza danneggia tutti", di Eugenia Tognotti

Semmai ci fosse (ancora) bisogno di verificare il peso e l’influenza della cultura scientifica in Italia, ecco arrivare, da una parte, le dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Trani, balzato agli onori delle cronache per aver avviato un’indagine sul possibile legame tra vaccino trivalente e autismo. Dall’altra, le notizie su una prossima discesa in campo di diverse Procure, indifferenti ai pronunciamenti di esperti, autorità sanitarie, dello stesso ministro della salute, che hanno ribadito come manchi, allo stato attuale, ogni evidenza scientifica per sospettare un nesso di causa-effetto. Ogni richiamo, ogni appello alla ragionevolezza ha avuto lo stesso ascolto delle proverbiali prediche di San Giovanni Battista nel deserto. Di certo non sembrano aver scalfito le certezze del procuratore di Trani che ha affermato di essersi basato – nientemeno – sul presupposto «che diverse sentenze del giudice del lavoro, competente per i risarcimenti, hanno accertato che esiste un nesso di probabile causalità». Aggiungendo di aver affidato la scelta dei periti ai carabinieri del Nas che si rivolgerà a «esperti di profilo internazionale e assoluta imparzialità». Affermazione che …