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L’Italia giusta: Università e ricerca per ripartire

1. Da dove partiamo? Molte ombre e qualche luce nei dati sull’università italiana. I tagli alla radice della crisi. L’Italia spende 4.9% del PIL in istruzione contro una media OCSE del 6.2% e UE-21 del 5.9%. In istruzione universitaria investiamo poco più della metà della media UE (-0,8% contro 1,3%). Tra il 2009 e il 2013 -13% del finanziamento statale. Negli ultimi 20 anni istruzione e ricerca sono le uniche voci del bilancio pubblico scese drasticamente (-5,4%). Una scelta inspiegabile per la strategia di crescita culturale ed economica di un paese avanzato, adottata senza alcun confronto pubblico e senza che né i cittadini né il Parlamento si siano espressi in tal senso. La fuga dall’università. Dal picco di 338.482 (2003-2004) immatricolati, siamo crollati a 280.144 (2011-2012), con un calo del 17%. Solo nell’ultimo anno, i diplomati che si iscrivono all’Università sono calati del 10%. Per laureati nella fascia di età 25-34 anni l’Italia è al 34° posto su 37 paesi OCSE. La Strategia Europa2020 prevede entro il 2020 il 40% di laureati nella fascia 30-34 …

"Diritto allo studio, tagliato il 90 per cento dei fondi", di Mario Castagna

Un taglio del 90%. Non proprio la risposta che gli studenti si aspettavano dal ministro Profumo durante il negoziato che stanno portando avanti in questi giorni sul nuovo decreto sul diritto allo studio. A denunciarlo è Luca Spadon, portavoce del sindacato studentesco Link, durante l’assemblea che ieri Left ha organizzato per porre alla coalizione di centrosinistra alcune questioni cruciali per salvare la ricerca e l’università italiana. E Spadon, per dimostrare che l’apertura del ministro rischia di essere solo un bluff, ha portato le tabelle ministeriali con gli impegni di bilancio per gli anni 2013/2015. E i dati parlano chiaro. Per il 2013 sono a disposizione sul bilancio Miur, per il pagamento delle borse di studio, quasi 103 milioni di euro. Per il 2014 ed il 2015 invece i milioni diventano poco meno di 13. Un taglio del 90%, una doccia fredda per gli studenti che solo ieri hanno incontrato il ministro per discutere del contestato decreto. Se i soldi rimanessero così pochi, il crollo delle iscrizioni denunciato pochi giorni fa dal Cun sarebbe destinato ad …

«+ sapere = sviluppo». Oggi a Roma il convegno di Left, di Mario Castagna

Ci sarà spazio per il cahier de doléances, le lamentazioni sullo stato comatoso dell’università italiana. Ma gli organizzatori hanno pensato alla giornata di oggi come un momento per discutere del futuro dell’Italia attraverso il futuro dell’università e della ricerca del nostro Paese. Oggi al Teatro Piccolo Eliseo a Roma si ritroveranno studenti, ricercatori, docenti chiamati a raccolta da Left. «+ Sapere = Sviluppo» è il titolo di questo grande appuntamento che il settimanale offre alla coalizione guidata da Pier Luigi Bersani per confrontarsi con un mondo troppo bistrattato dalle politiche degli ultimi governi. A poche settimane dalla scadenza elettorale gli operatori della conoscenza chiederanno precisi impegni alla politica. In primis, uno stop alla contrazione delle risorse pubbliche, per le quali l’Italia è agli ultimi posti tra i Paesi Ocse. Poi, un nuovo slancio per la ricerca pubblica, fondamentale per l’innovazione tecnologica, insieme a nuove politiche industriali. E una riforma del sistema di valutazione, tanto importante quanto oggi inefficiente. Infine, un nuovo sistema per il diritto allo studio, su cui il ministro Profumo ha recentemente redatto …

"Tagli ai posti di contingente dei docenti statali all'estero: soddisfazione per l'impegno del PD Scuola", di Anna Rita Sordo

Come è noto, con l’approvazione del D.L. 95/2012 sulla Revisione della Spesa alcuni burocrati contabili del MIUR, hanno previsto di tagliare di più del 40% in pochi anni il contingente dei docenti statali da inviare all’estero, ragion per cui l’Italia dovrà rinunciare, di qui a poco, a quasi la metà del la propria presenza culturale nel mondo. In precedenza il contingente all’estero era composto da circa 1.000 unità ed oggi, dopo l’applicazione della prima “tranche” di tagli, vi sono già ben 134 posti in meno, con la conseguenza che molti Lettorati e Corsi di italiano sparsi per il pianeta sono stati di fatto chiusi. Il “dimagrimento” del 14% del personale avvenuto quest’anno (molto più del 10% totale imposto dal succitato D.L. alle altre amministrazioni) ha già quindi causato gravi scompensi nella rete delle Istituzioni Scolastiche Italiane all’estero, tuttavia se si dovessero tagliare anche i previsti 266 posti e si dovesse quindi malauguratamente arrivare ai -400 totali, allora rimarrebbe ben poco della Promozione della Lingua e la Cultura italiana nel mondo. A più riprese i docenti …

"Quanto è difficile valutare i docenti", di Pier Aldo Rovatti

Come è noto, stanno insediandosi le commissioni nazionali che dovranno stabilire liste di idonei nei vari raggruppamenti scientifici dell’università. Da queste liste gli atenei dovranno poi pescare i futuri insegnanti. Bisogna considerare che l’imbuto è strettissimo (conformemente alle misere risorse disponibili) e che a questa prima tornata si è presentato un vero esercito di aspiranti, ciascuno dei quali dovrà essere valutato. È evidente che le commissioni svolgeranno con molta difficoltà il loro compito, con il rischio di esplodere di fronte a un lavoro immane. La macchina, comunque, è stata avviata. Bisogna, però, anche ricordare che il tutto è stato preceduto da una sottile e generale misurazione bibliometrica: da tempo, infatti, un’Agenzia nazionale ha avuto l’incarico di classificare i “prodotti” di questa imponente massa di candidati servendosi di indici numerici che hanno permesso di stabilire una linea “mediana”, in- somma una soglia da superare per poter essere considerati idonei. Alle spalle del lavoro delle commissioni sta insomma un processo di valutazione, supposto oggettivo, che non ha mancato di suscitare un mare di perplessità e di critiche, …

"Università. Crollano le borse di dottorato, gli assegnisti fuggono lontano dagli atenei", di Alessandra Migliozzi

Ricerca, crollano le borse di dottorato nelle universita’. Mentre aumentano, in parallelo, i posti senza copertura economica, soprattutto dopo che il governo Berlusconi ha tolto il limite del 50% del totale per i dottorati senza borsa. E che fine fanno gli assegnisti, i precari della ricerca che si formano nelle nostre universita’? Il 93% continua la propria carriera all’esterno perche’ nell’accademia per i giovani cervelli non c’e’ posto. È quanto rivela una indagine Adi, l’Associazione dei dottorandi, presentata oggi a Roma. IL CROLLO DELLE BORSE – I sussidi segnano un -24,33% negli ultimi 5 anni passando dalle 5.045 del 2008/2009 alle 3.804 del 2012/2013. La media di borse per ateneo scende da 245,4 a 185,7. Sono i dati resi noti oggi dall’Adi che riguardano un campione di 21 universita’ statali e rivelano un calo molto brusco fra il 2009 e il 2010 con quasi mille borse in meno. Mentre negli ultimi due anni accademici c’e’ stato un leggero incremento. Il bilancio del quinquennio resta pero’ negativo. Guardando ai dati relativi alle singole universita’, la variazione …

Università: Ghizzoni, il nostro obiettivo è bloccare il precariato

“Eravamo facili profeti quando anticipavamo gli esiti negativi del disinvestimento progressivo nell’università e della riforma Gelmini. – lo dichiara Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura, Scienze e Istruzione della Camera dei Deputati, commentando i dati dell’indagine Adi, l’Associazione dei dottorandi. – Oggi sono arrivati i dati sconfortanti che denunciano la sconfitta definitiva di una modalità di reclutamento che non conduce ad alcuna soddisfacente carriera accademica. Sono solo qualche centinaia i contratti a tempo determinato che – osserva Ghizzoni – hanno prospettive di essere convertiti in contratti a tempo indeterminato. Il nostro obiettivo – conclude la deputata Pd – sarà quello di bloccare definitivamente il precariato universitario per valorizzare il lavoro dei giovani di talento e dare prospettive di crescita, anche sociale e culturale, al nostro Paese.”