Tutti gli articoli relativi a: università | ricerca

“Università, la rivoluzione non è online”, di Juan Carlos De Martin

Internet, dopo aver trasformato molti altri settori, è forse sul punto di rivoluzionare l’università? I «Corsi massivi online», i cosiddetti Mooc, offerti via Rete a un numero potenzialmente enorme di studenti, avranno per l’università il ruolo dirompente che i file Mp3 hanno avuto per l’industria musicale? Iniziative che offrono corsi online come Udacity, Coursera o Khan Academy manderanno in crisi, e forse addirittura in soffitta, un’istituzione che risale al Medioevo, una delle istituzioni cardine della modernità? A leggere molti articoli, soprattutto negli Stati Uniti dove mi trovo ora, sembrerebbe di sì. E a diffondere questa visione non sono solo gli investitori, attratti da un mercato potenzialmente enorme, o gli imprenditori da loro sostenuti. Anche Clay Shirky, per esempio, docente all’Università di New York, ha recentemente sposato la tesi che la tecnologia ora permetta di fare in maniera molto più efficiente ciò che le università fanno in maniera molto costosa (soprattutto negli Usa). Il cambiamento è quindi inevitabile. Ma è davvero così? È sicuramente vero che l’avvento di Internet costringe tutte le attività che lavorano con …

“Università, 68mila domande”, di Gianni Trovati

«Datemi una cattedra, e solleverò il mondo». Qui da noi il fascino della docenza continua a essere irresistibile, almeno a giudicare dai numeri che l’aspirazione all’insegnamento continua a produrre. Appena terminati i conteggi sui 321mila aspiranti insegnanti al concorsone della scuola, ecco spuntare 68mila domande per l’abilitazione nazionale, il «patentino» creato dalla riforma Gelmini per provare a superare le «concorsopoli» locali e fare in modo che le scelte dei singoli atenei siano costrette a pescare in un bacino di aspiranti professori certificato da un esame uguale per tutti. Oltre al fascino dell’insegnamento, in realtà, a ingigantire le file degli aspiranti c’è anche il congelamento di un panorama che, anche nell’università, non vede tornate concorsuali di rilievo da almeno cinque anni (nella scuola gli anni di attesa sono addirittura 13). I meccanismi accademici e il fatto che l’abilitazione nazionale sia al debutto, due anni dopo la riforma che l’ha istituita, spiegano il resto: il numero delle persone intenzionate a entrare in gara è un po’ più basso e si attesta a circa 46mila persone, perché un …

“Investiamo subito su ricerca e cultura”, di Ignazio Marino

“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tencia”: il primo comma dell’articolo 9 della nostra Costituzione, saggio e lungimirante come tutti gli altri, ha molto da insegnarci. Lo ha ricordato anche il presidente Napolitano nel suo intervento agli Stati Generali della Cultura mettendo in luce la ancora scarsa consapevolezza di quanto sia straordinario il nostro patrimonio.
Straordinario non solo per la ricchezza delle opere d’arte che non ha eguali al mondo e che caratterizza la natura stessa dell’Italia ma anche per i cervelli che non ci mancano. Nonostante questi aspetti inequivocabili, assistiamo con crescente scoraggiamento all’assenza di una strategia per la promozione e la conservazione del patrimonio culturale, per non parlare della totale carenza di un progetto organico a favore della ricerca scientifica. Se è vero che chi governa in questo momento deve cercare di fare quadrare il bilancio dello Stato facendo i conti con l’enorme debito pubblico che ci strangola, è altrettanto vero che non si può guidare un Paese fuori dalla crisi puntando esclusivamente sugli aspetti finanziari. Oltre a …

“Renzi e l’università: come prima peggio di prima”, Francesco Sylos Labini

La riforma Gelmini si è poggiata su una rappresentazione caricaturale dell’università italiana. La strada è stata spianata da una folta schiera di economisti: Roberto Perotti ci ha avvertito che “al di là della retorica, e con le solite dovute eccezioni che è sempre possibile citare, l’università italiana non ha un ruolo significativo nel panorama della ricerca mondiale”, Michele Boldrin ci ha informato del “mediamente basso livello didattico e scientifico dell’università italiana”, Luigi Zingales ci ha ricordato che “nella classifica internazionale creata dall’università di Shanghai, … nel 2008 la prima italiana (Milano) si trova soltanto al 138esimo posto” ed ancora (ma non infine)Alberto Bisin e Alessandro de Nicola hanno risottolineato che “L’università continua a produrre anche se con alcuni distinguo, poca ricerca (Roberto Perotti docet)”. L’incipit delle idee di Matteo Renzi sull’università ricalca queste visioni:“L’Italia, che in molti settori dell’industria e del commercio è ai vertici mondiali, non è ugualmente rappresentata ai vertici delle classifiche delle istituzioni universitarie e di ricerca.” Vero o falso? Nel periodo 1996-2010, l’Italia è ottava al mondo come numero di pubblicazioni …

“Università, in 70mila per un concorso farsa”, di Mario Castagna

Le domande per l’abilitazione si chiuderanno il 20 novembre. I numerosi ricorsi presentati minano la validità della futura prova. I veri posti a disposizione sono infatti pochissimi. Settantamilaottocentotrentuno. Sono le domande arrivate sul sito che il ministero dell’Università ha predisposto per l’abilitazione scientifica nazionale. Un numero enorme, al di là di ogni aspettativa, simile al grande numero di partecipanti al prossimo concorso nazionale della scuola. Segno che esiste una patologia tutta italiana nei sistemi di reclutamento dei professori e dei ricercatori nella scuola e nell’università italiana. Un vero e proprio popolo di giovani ricercatori e di precari che affolla quotidianamente le aule delle università italiane. Il numero dei candidati è anche destinato a salire dal momento che la scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 20 novembre. Il raggiungimento di questo numero di richieste è stato annunciato durante lo svolgimento del convegno «Il sistema dell’Università e della Ricerca in Italia» che Roars, rivista telematica dedicata ai temi dell’università e della ricerca in Italia, ha organizzato per festeggiare il suo primo anno di attività. …

Napolitano: cultura e ricerca per guardare lontano, la sfida del Paese

Sono stato invitato e ho accettato di venire qui perché sono convinto – e non solo per quello che riguarda me stesso, ma per la responsabilità che ricopro – che quando i padri costituenti hanno scritto la nostra Carta fondamentale non hanno immaginato per il Capo dello Stato un ruolo che si risolvesse (come si dice per i re in altri Paesi) nel tagliare nastri alle inaugurazioni. Ho ritenuto che il Presidente della Repubblica dovesse, secondo la nostra concezione costituzionale, prendersi delle responsabilità, senza invadere campi che non sono suoi: le responsabilità del Governo non sono quelle del Presidente della Repubblica, e viceversa. Ma credo di dovere sempre cercare di interpretare le esigenze, gli interessi generali del Paese, anche in rapporto a scelte del Governo – che rispetto, perché non posso assolutamente sostituirmi a chi ha la responsabilità del potere esecutivo – attraverso un dialogo al quale intendo dare il mio contributo. Innanzitutto – se posso dire qualcosa a proposito del titolo di questa assemblea – forse «emergenza dimenticata» non è l’espressione più adatta. Perché …

“Ricerca, arriva il bando da 120 milioni”, di Marzio Bartoloni

Aiutare chi sogna di creare un’impresa innovativa o una start up nell’innovazione sociale, nelle tecnologie, nell’hi-tech e, perché no, anche nella cultura. Con due corsie privilegiate: una per il Sud e l’altra per i giovani under 35. È questa l’idea di fondo del bando da 120 milioni che vedrà la luce all’inizio del prossimo anno e su cui il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, scommette per dare un nuovo segnale di scossa sul fronte della ricerca e dell’innovazione. Un impegno, questo, che lo stesso Profumo ha preso di fronte alla platea degli Stati generali della cultura che, non senza qualche protesta, ha chiesto interventi concreti ai rappresentanti del Governo presenti giovedì a Roma: «Il bando – ha spiegato il ministro – avrà due obiettivi: creare una sinergia tra università, enti di ricerca e sistema delle imprese, esistenti e nuove. Ma anche creare posti di lavoro. L’idea di base è coniugare creatività e innovazione». I tecnici del Miur sono al lavoro per definire nel dettaglio modalità e accesso ai fondi che saranno recuperati in parte dai risparmi …