“Università, la rivoluzione non è online”, di Juan Carlos De Martin
Internet, dopo aver trasformato molti altri settori, è forse sul punto di rivoluzionare l’università? I «Corsi massivi online», i cosiddetti Mooc, offerti via Rete a un numero potenzialmente enorme di studenti, avranno per l’università il ruolo dirompente che i file Mp3 hanno avuto per l’industria musicale? Iniziative che offrono corsi online come Udacity, Coursera o Khan Academy manderanno in crisi, e forse addirittura in soffitta, un’istituzione che risale al Medioevo, una delle istituzioni cardine della modernità? A leggere molti articoli, soprattutto negli Stati Uniti dove mi trovo ora, sembrerebbe di sì. E a diffondere questa visione non sono solo gli investitori, attratti da un mercato potenzialmente enorme, o gli imprenditori da loro sostenuti. Anche Clay Shirky, per esempio, docente all’Università di New York, ha recentemente sposato la tesi che la tecnologia ora permetta di fare in maniera molto più efficiente ciò che le università fanno in maniera molto costosa (soprattutto negli Usa). Il cambiamento è quindi inevitabile. Ma è davvero così? È sicuramente vero che l’avvento di Internet costringe tutte le attività che lavorano con …