“Le donne nel mirino”, di Marino Niola
Due rapinatori sorprendono nel sonno una coppia di turisti olandesi. Li derubano di tutto. E in più violentano la donna. Doppio bottino, doppia violenza. Perché una aritmetica sociale barbarica e premoderna assegna sempre alle donne una quota maggiore di sofferenza. Una violenza nella violenza. Che al trauma dell’ aggressione aggiunge un surplus di dolore. Quasi un debito, una quota fissa che una cultura tribale e ripugnante esige dal secondo sesso ogni volta che se ne presenta l’ occasione. Un “pizzo” in natura che la violenza dei maschi impone con regolarità impunita. E spesso anche inavvertita. Come se l’ aggressione sessuale fosse in fondo solo un peccato veniale. C’ è ancora chi fa fatica a considerarla un reato. Come se l’ altra metà del cielo avesse sempre qualcosa da farsi perdonare. Perfino quando è vittima. Ecco perché quella sulle donne viene troppo spesso percepita come una violenza light. Coperta da un alone di complicità deresponsabilizzante che la rende più leggera, ne occulta l’ orrore dietro una pseudo-cultura fatta di luoghi comuni, di banalità, di stereotipi duri …