Anno: 2009

“Tremonti bond a rischio flop”, di Gianluca Paolucci

Dovevano servire, i Tremonti bond, per dare credito alle piccole e medie imprese e per sostenere i parametri patrimoniali delle banche, messi a dura prova dalla crisi finanziaria. Due modi di guardare lo stesso problema – parametri patrimoniali più solidi significano anche maggiore capacità di dare finanziamenti -: la solidità del sistema del credito. E un dato di fatto: non arrivano, inceppati dalla farraginosa burocrazia italica. Delle quattro banche che ne hanno fatto richiesta – Banco Popolare, Bpm, Mps e Creval, per un totale di 4,05 miliardi – solo due hanno completato l’iter e solo una, il Banco Popolare, li ha incassati. In settembre, Giulio Tremonti dirà che le banche che non vi avrebbero fatto ricorso non facevano l’interesse del Paese. Quelle che lo hanno fatto, aspettano ancora i soldi. «Una volta manca una carta, la volta successiva una firma», si sfoga uno dei banchieri coinvolti. Sembra quasi la solita storia di malaburocrazia, del cattivo rapporto tra imprese e pubblica amministrazione. Ma in questo caso non è l’artigiano che si lamenta con le lentezze degli …

“‘Denunciate al Comune i clandestini’. Il manifesto della giunta leghista”, di Sandro De Riccardis

MILANO – L’invito alla denuncia del clandestino arriva alla fine di un manifesto che riporta un paio di articoli e relative pene del decreto Maroni sulla sicurezza: “Chiunque fosse a conoscenza della presenza sul territorio comunale di immigrati clandestini è pregato di comunicarlo con tempestività al sindaco, all’ufficio di polizia municipale o all’ufficio anagrafe del Comune per i necessari atti conseguenti. Grazie della collaborazione”. Firmato: l’amministrazione comunale. Da una settimana a San Martino dall’Argine, mille e ottocento abitanti a 25 chilometri da Mantova, nel comune con la più bassa percentuale di immigrati di tutta la provincia, sono comparsi i manifesti. In centro e in periferia, vicino alle scuole e lungo le strade che portano alle piccole fabbriche e alle aziende agricole. Dopo il caso bresciano di Coccaglio, dove la giunta leghista ha inaugurato i controlli agli immigrati con il permesso di soggiorno in scadenza intitolandolo al “Bianco Natale”, ora un altro comune lombardo invita tutti i residenti a segnalare gli irregolari. “L’obiettivo è informare sulle nuove norme. Ora bisogna stare attenti a dare in affitto …

“Giustizia, tre idee per una vera riforma”, di M. AL.

Si fa presto a dire «fate presto». Con il processo breve, battezzato dalla maggioranza di governo, due anni e basta per ogni grado di giudizio; altrimenti tutti a casa, niente assoluzione né condanna. E perché non due giorni? Siccome la giustizia è la grande ammalata della nostra cittadella pubblica, questa riforma finirà per innalzare ulteriormente il numero delle prescrizioni, già oggi indegno d’un paese civile. Tuttavia se la giustizia è una lumaca, non ha senso ammazzare la lumaca; serve piuttosto sgombrare il suo percorso dai troppi ostacoli. Quali? Spulciando i dati esposti a fianco ne ricaviamo almeno tre lezioni. Primo: non è vero che l’Italia spenda poco per il suo apparato giudiziario. Però spende male, dilapida quattrini in un’organizzazione elefantiaca, che avrebbe bisogno d’una robusta cura dimagrante. E spende una miseria per i poveri, che a conti fatti sono anche i più penalizzati dall’inefficienza del sistema. Lo dimostra il doppio record circa la spesa destinata al patrocinio legale gratuito (la più bassa in Europa), nonché circa il costo dei processi (il più alto d’Europa). Secondo: …

“Obbligo di felicità e solitudine. Il dramma delle neo mamme”, di Silvia Vegetti Finzi

Diventare mamma è stato sempre considerato un evento naturale e istintivo e si sottolinea il fatto che «quando nasce un bambino nasce una madre». Il tragico e per fortuna eccezionale fatto accaduto nel Padovano, dove una donna da poco madre di una neonata ha ucciso il primogenito di tre anni, ci ricorda che le cose non sono così semplici e che, come tutte le relazioni umane, anche quella primaria va preparata e protetta. Il parto è un evento critico che non si esaurisce con la nascita del neonato ma si protrae per tutto il primo anno, quando il bambino passa dal grembo alle braccia della madre, dal dentro al fuori. Rispetto alla intimità della gravidanza, il parto può essere vissuto come un distacco, una perdita che suscita un sentimento di lutto. Come tale viene aggravato dalla solitudine in cui si trovano molte puerpere da quando la famiglia estesa ha lasciato il posto a quella nucleare. In quei frangenti accadono momenti transitori di malinconia ma ci si deve preoccupare quando si profila uno stato protratto di …

“Governo, tutti contro tutti. Il Pd: stanno esplodendo”, di Ninni Andriolo

Un battello alla deriva, si cerca di chiudere una falla e se ne apre un’altra. Il governo naviga a vista, mentre il comandante impegna le sue energie per cavarsi dagli impicci giudiziari che lo investono. Più di un ministro sembra sull’orlo di una crisi di nervi. Altro che “maggioranza solida” e legislatura che non è a rischio. Il Corriere di ieri dava conto dell’attacco all’arma bianca di Renato Brunetta a Giulio Tremonti. “E’ ora di cambiare passo – si sfogava il ministro della Pubblica Amministrazione – Tremonti esercita veti ciechi e conservatori sull’attività di tutti noi: ha praticamente commissariato l’esecutivo”. Che i rapporti tra Brunetta e il super titolare dell’Economia non siano idilliaci lo sanno anche i bambini. Il 13 novembre scorso, durante la seduta del Consiglio, “Giulio” minacciò di prendere a “calci nel sedere” il collega di governo. SCORTESIE Ma qui i rapporti personali, come “le scortesie”, c’entrano e non c’entrano, con buona pace di Maurizio Sacconi che cerca di gettare acqua sul fuoco con un eloquente “chi se ne frega delle liti Tremonti-Brunetta”. …

“Temporanei e badanti dignità al lavoro”, di Luisa Grion

I contributi consentono all´Inps di coprire maternità e pensioni. E di normalizzare un´attività destinata a crescere ancora. Si aspettavano 600mila domande, ne sono arrivate la metà. Si fatica a capire che rispettare le regole significa anche rispettare le persone. Una famiglia italiana su dieci ammette che non potrebbe farne a meno, eppure badanti e colf sono e restano un pianeta sommerso: una su quattro delle collaboratrici presenti sul territorio nazionale risulterebbe priva di documento di soggiorno; fra le straniere – che sono la netta maggioranza – una su due lavorerebbe del tutto o parzialmente in nero. Mettendo insieme i dati resi disponibili dalle più recenti indagini sulle collaboratrici familiari – professioniste senza le quali, in buona parte della case italiane, non si sopravviverebbe – il quadro dipinto da Istat e Acli resta sconfortante. A poco sono valse le campagne di emersione contributiva portate avanti negli anni scorsi dall´Inps. Sotto tono è stato anche il risultato della maxisanatoria appena conclusa (fine settembre): l´eccezione “strappata” alla legge che punisce la clandestinità con l´espulsione della persona non regolarizzata …

“Chi vogliamo essere”, di Barbara Spinelli

Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? La domanda, antica, può produrre pensiero profondo oppure ottusità, veggenza oppure cieco affanno. Ci sono momenti della storia in cui la domanda secerne veleni, chiusura all’altro. Uno di questi momenti fu la vigilia delle prima guerra mondiale: nella Montagna incantata, Thomas Mann parla di Tempi nervosi. Anche oggi è uno di questi momenti. La fabbricazione di un’identità con ferree e univoche radici è piena di zelo in Francia, Inghilterra, e nervosamente, astiosamente, in Italia. In Italia un partito xenofobo è al governo e addirittura promette «Natali bianchi», liberati dagli immigrati che saranno scacciati ­ parola del sindaco di Coccaglio, presso Brescia ­ profittando dei permessi di soggiorno in scadenza. Come in certi film tedeschi (Heimat, Il Nastro bianco) è un villaggio-microcosmo che genera mostri. Genera anche irrazionalità, come ha spiegato un medico del lavoro di Bologna, Vito Totire, in una bellissima lettera inviata il 19 novembre al direttore della Stampa: non sono gli italiani a compiere oggi le bonifiche dell’amianto, «ma gli immigrati, per pochi euro, in condizioni …