Anno: 2011

«Un governo di tutti o meglio il voto subito», intervista a Rosy Bindi di Vladimiro Frulletti

Primo questo Governo deve andare a casa, «perché oramai è ovvio che il problema non può diventare la soluzione». Poi o un governo con dentro tutti, dalla Lega all’Idv, di responsabilità nazionale nazionale per salvare l’Italia e magari rifare la legge elettorale. O meglio andare al voto. La vicepresidente della Camera Rosy Bindi ha fretta. Deve andare a presiedere la seduta di un’Aula dentro cui rimbalzano le notizie di un esecutivo oramai in rotta. Presidente, il governo è in caduta libera, almeno dal punto di vista politico. È un governo che in pratica non c’è più. Ma rischia di trascinare con sé anche l’Italia. Come se ne esce? «La via maestra sono le dimissioni del governo e le successive decisioni da parte del Presidente della Repubblica. Perché con questo governo non è più possibile procedere. Non ci sono più le condizioni per fare le scelte che servono all’Italia, che l’Europa ci chiede.Ormai è evidente che il governo è parte della crisi non può essere certo la soluzione della crisi». Le riforme che servono al Paese, …

Damiano: “Lo scalone Maroni è stato limato per evitare una situazione di ingiustizia”, di R.GI.

Lo “scalone” non è stato cancellato, ma addolcito in “gradini”, e l’età di pensionamento reale sta salendo. Pensare che quella riforma sia la causa dei problemi pensionistici d’Italia è ridicolo, e Sacconi lo sa». Cesare Damiano, lei come ministro del Lavoro di Prodi riformò lo «scalone» Maroni. Il suo successore, Maurizio Sacconi, accusa: quella riforma ci è costata 10 miliardi, e oggi l’Italia sarebbe a posto. «Sacconi dice una sciocchezza. Il costo relativo alla rettifica dello “scalone” nell’arco di ben dieci anni, tra il 2008 e il 2017 – è di 7,5 miliardi. Lo dice la Ragioneria. Gli altri 2,5 miliardi servivano per le pensioni dei lavori usuranti, misura attuata con tre anni di ritardo da questo governo. Quel costo peraltro era pienamente compensato da tagli interni al sistema pensionistico: razionalizzazione degli enti, aumento dell’aliquota dei parasubordinati, blocco della scala mobile delle pensioni “ricche”, taglio dei fondi speciali. Tutte misure compensate, frutto di un accordo con Cgil-Cisl-Uil e Confindustria». Ma senza la sua riforma, quei miliardi non li avremmo spesi… «Senza questa correzione dolce, avremmo …

"La coerenza negoziabile", di Luigi La Spina

In politica fare previsioni è sempre azzardato. Ma rispondere alla domanda che tutti si fanno, in queste ore, è davvero impossibile. Perché l’esistenza del governo è appesa non solo al filo della difficilissima intesa con la Lega sulle pensioni, ma alla credibilità delle promesse contenute nella lettera che il premier, oggi, si porta in tasca per presentarla al nuovo vertice europeo.Se l’accordo, o il mezzo accordo, proclamato ieri sera porterà solo aggiustamenti minimali e poco incisivi al nostro sistema previdenziale, la reazione dei nostri partner stranieri e, soprattutto, quella dei mercati finanziari potrebbe sopraffare il desiderio della coppia Berlusconi-Bossi di evitare, in questo momento, le elezioni anticipate. C’è un’unica scienza, invece, in grado di prevedere il futuro, almeno quello prossimo, con sufficiente attendibilità: la demografia. Una disciplina del tutto trascurata dai nostri politici, perché ha due caratteristiche molto scomode. Non consente quella flessibilità d’interpretazione che aiuta a giustificare le tesi più disparate e, soprattutto, le giravolte più spericolate. Ma ha un difetto, poi, davvero imperdonabile: si occupa, appunto, del futuro. Un tempo che proprio non …

Fassina, pensioni: la scusa della Lega

La lega difende parametri pensionistici che ha già approvato. Dica chiaramente il motivo del disaccordo e lasci in pace gli operai, che ha già penalizzato con la manovra economica. “E’ evidente che la Lega sta utilizzando la scusa di ulteriori interventi sulle pensioni per tentare di staccare la spina al governo Berlusconi. Qualcuno dovrebbe ricordare al ministro Bossi che la Lega ha giá approvato l’innalzamento dell’etá pensionabile a 67 anni, sia per gli uomini che per le donne, come ha giá approvato l’innalzamento dei requisiti per il pensionamento di anzianitá, sostanzialmente in linea con la Germania. L’Italia arriverá al pensionamento a 67 anni prima di quasi tutti gli altri Paesi europei, 10 anni prima della Germania. L’on Bossi non si faccia scudo degli operai del Nord per provare a smarcarsi dalla zavorra Berlusconi. La Lega, insieme a Sacconi e Tremonti, ha giá pesantemente colpito gli operai con il collegato lavoro, con l’art 8 della manovra di Ferragosto, con i brutali tagli ai servizi sociali delle regioni, province e comuni”. www.partitodemocratica.it

Il governo degli annunci è nel caos, l’Italia è appesa

Da Napolitano, parole sagge e opportune: “Compiere tutte le scelte necessarie per rendere più credibile il nostro impegno ad abbattere il debito e a rilanciare la crescita economica”. Letta: “l’Italia deve rispondere in modo adeguato alle richieste europee”. Dopo il nulla di fatto del Consiglio dei ministri di ieri sera, il caos sembra prevalere all’interno dell’esecutivo, che non regge più sotto la pressione dei ricatti e dei veti interni. Infatti mancano ormai 24 ore alla scadenza dell’ultimatum dell’Unione europea, al quale sembra che Berlusconi voglia rispondere con una dichiarazione di intenti e non con un provvedimento varato dal Consiglio dei Ministri. “Il governo – ha dichiarato Antonio Misiani, tesoriere e deputato del PD – come si è visto bene durante la giornata di ieri, con un susseguirsi di vertici e cene inconcludenti, non è più in grado di fare nulla, figuriamoci quello che serve davvero all’Italia per ripartire. La verità è che non sono minimamente in grado di fare in 3 giorni quello che non hanno fatto in 3 anni. La sorte dell’Italia – ha …

"Un regime vuoto", di Ezio Mauro

Incapaci di salvare l´Italia, tentano disperatamente di salvare se stessi. A questo si è ridotta la forza titanica del berlusconismo, la “rivoluzione liberale”, il governo “del fare”, il vento del Nord leghista. Un ceto politico spaventato, timoroso ormai di mostrarsi al suo stesso popolo, impotente a governare la crisi, non riesce a dare le risposte di governo di cui il Paese ha bisogno. L´unica risposta è un accordo al ribasso, inadeguato e probabilmente inutile, nella speranza che possa imbrogliare l´Europa garantendo uno spazio ulteriore di sopravvivenza alla disperazione congiunta di Bossi e Berlusconi, chiusi nel recinto di governo trasformato in ultimo bunker. L´Europa aveva imposto il principio di realtà ai trucchi contabili italiani e alla falsa rappresentazione dei conti del Paese. Passata la dogana, anche Berlusconi aveva dovuto parlare di crisi, negata per mesi nei comizi telefonici e nei comunicati imperiali che rimbalzano perfetti nei telegiornali di corte. Una manovra riscritta quattro volte, sotto il diktat europeo, era la prova regina del governo dell´impotenza e del commissariamento europeo, con Napolitano ormai unico punto di riferimento, …

"Prevenzione dimenticata", di Mario Tozzi

Buoni ultimi in Europa, gli italiani sembrano scoprire, nell’autunno 2011, che il regime delle piogge è cambiato. Non ci sono più le pioggerelline invernali, né le rugiade primaverili. No, qui deflagrano vere e proprie bombe d’acqua. Bombe d’acqua che scaricano in poche ore la stessa quantità di pioggia che un tempo cadeva in qualche mese. Quasi 130 mm di pioggia a Roma (con due vittime) in un paio d’ore, una vittima nel Salernitano, 140 mm in una sola ora alle Cinque Terre e ancora dispersi. Peccato che le alluvioni istantanee (flash-flood) siano ormai da tempo diventate la regola nel nostro Paese e investano anche bacini fluviali minori. Questo non è più il tempo delle grandi piene del Polesine o dell’Arno: nell’Italia del terzo millennio tocca e toccherà sempre più all’Ofanto, piuttosto che al Brachiglione. Le bombe d’acqua sono figlie del clima che si surriscalda e si estremizza: più energia termica a disposizione dei sistemi atmosferici significa maggiore possibilità di eventi fuori scala rispetto al passato. Ma tutto peggiora quando, anziché guardare in terra, si continua …