Anno: 2011

"Deregulation edilizia e fiscale. Berlusconi senza sviluppo", di Bianca Di Giovanni

Berlusconi alza le mani: «sullo sviluppo non posso fare niente». Lite tra Tremonti e Romani sulle risorse. Domanici sarà solo un primo esame. Tra le norme, concordato fiscale e silenzio assenso per costruire. Deregulation edilizia e fiscale. Queste le linee della bozza del decreto sviluppo filtrata ieri dalle stanze del governo. Tra le misure allo studio, anche la possibilità di deliberare lo stato d’emergenza per le infrastrutture strategiche nel caso in cui «si evidenzino gravi difficoltà – si legge nel testo – o particolari complessità nella realizzazione». Si pensa alla Tav in Val di Susa o al Ponte sullo Stretto? Non si sa. Sta di fatto che il governo sceglie la legislazioned’emergenza per le opere pubbliche. E non solo. Rispunta anche il silenzio assenso per il permesso a costruire. In sostanza c’è l’assenso se non viene espresso un «motivato diniego» entro 90 giorni dalla richiesta. Una norma che era già comparsa nel decreto di maggio e che probabilmente oggi si vorrebbe rinforzare. Sul fronte fiscale si parla ancora di un concordato, anche questo già presente …

l boom degli obiettori "Tra cinque anni in Italia non si potrà più abortire", di Maria Novella De Luca

Ha fatto dimezzare gli aborti e reso le coppie più consapevoli verso la maternità. Ha spezzato la clandestinità e spinto fuori dal silenzio il dramma secolare di milioni di donne. Adesso però la legge 194 rischia di scomparire. Nell´arco di cinque anni o poco di più. Travolta da un esercito di obiettori (il 70,7% dei ginecologi) che hanno desertificato i reparti di interruzione volontaria di gravidanza, mentre per i pochi medici non obiettori la vita è diventata una trincea: emarginati, vessati, costretti a fare soltanto aborti e a turni massacranti, penalizzati nella carriera. «Ho smesso perché non ce la facevo più – racconta M. G. ginecologa – lavoro in un ospedale pubblico delle Marche, dove la direzione sanitaria ha fatto dell´obiezione di coscienza la sua bandiera. Otto anni senza ferie, senza potermi occupare di né di parti né altri interventi, solo e soltanto aborti. Nel gelo e nel disprezzo degli altri colleghi, come fossi una ladra. Ho avuto un esaurimento. Ho detto basta. Adesso il servizio Ivg è chiuso». Infatti. I non obiettori sono ormai …

"In duemila contro il Galan grande", di Guido Moltedo

Hanno superato quota duemila le firme raccolte dalla Nuova Venezia. Ieri sera, alle 8.45, erano 2063. Firme di intellettuali (tra i primi firmatari, Andrea Zanzotto), ma soprattutto di cittadini, di veneziani ma anche di tanti amanti di Venezia, che hanno sottoscritto un appello pubblicato dal quotidiano veneto e rivolto a Giancarlo Galan, nel quale si chiede al ministro per i beni culturali di rinunciare alla designazione di Giulio Malgara e di «non cancellare l’esperienza di Paolo Baratta alla presidenza della Biennale con una nomina inadeguata, come rischia di accadere, garantendo invece una reale continuità con il lavoro che egli stava svolgendo anche a favore della città, offrendo nel caso una rosa di nomi su cui anche Venezia possa esprimersi». (http:// temi.repubblica.it/nuovavenezia-a ppello/?action=vediappello&idappell o=391224). L’ennesimo appello di intellettuali, che non lesinano la propria firma sotto qualsiasi pezzo di carta antiberlusconiano, pur di “esserci”? Non è il caso di questa iniziativa veneziana, di carattere e di portata “popolare”. In epoca di “indignados”, anche questa raccolta di firme è nel segno dell’indignazione. Indignazione per una decisione chiaramente dettata …

"Finisce la farsa dei ministeri al Nord", di Filippo Ceccarelli

Quando il regime degli spettacoli prende in ostaggio le istituzioni, l´effetto circo non solo è garantito, ma di norma assume anche la sua più inconfutabile forma pagliaccesca. Con tale avvertenza ha principio e fine l´epopea ridanciana, ma pure abbastanza triste, dei ministeri al Nord: se ne trova originaria traccia in un disegnino sul biglietto d´auguri natalizio del ministro Calderoli, vedi un po´ come, quando e da dove rotolano le soluzioni del decentramento amministrativo all´italiana. Poi Natale passa, Pasqua pure, la Lega prende un bagno al primo turno delle elezioni e il 22 maggio, tra una pernacchia e l´altra, Bossi chiede due ministeri al Nord. Sarebbe questa la «sorpresa» annunciata a un partito e a un elettorato che stanno annaspando. Ma per dire l´accoglienza, in pratica risponde con sdegno solo il sindaco di Roma, Alemanno, che pochi mesi prima, coram populo, ha offerto rigatoni con la pajata al Senatùr – e la Polverini, per l´occasione aggregatasi al «cerchio magico», l´ha addirittura imboccato. Dopo la sventola del secondo turno c´è molto altro di più impellente a cui …

"L'operazione verità del Colle", di Federico Geremicca

L’ultimo braccio di ferro, per fortuna, non attiene alle sue responsabilità, né dirette né indirette: ma potesse dir qualcosa sulla sconcertante vicenda della nomina del Governatore di Bankitalia, Napolitano non nasconderebbe delusione e disappunto. Di quel che si è mosso e si muove intorno alla sostituzione di Mario Draghi, non gli è piaciuto probabilmente niente: non le sponsorizzazioni politiche di questo o quel candidato e nemmeno certi comportamenti personali – diciamo talune impuntature – che hanno ulteriormente complicato la ricerca di una soluzione. Del resto, non è che manchino campi e questioni sulle quali il Presidente sia da tempo costretto a manifestare la propria combattiva amarezza: e ieri, intervenendo alla tradizionale cerimonia per la nomina dei nuovi cavalieri del lavoro (con al fianco un Berlusconi stanco e sonnecchiante) ha appunto rielencato questi campi e queste questioni. Aggiungendovene un paio del tutto nuove: la preoccupazione che il clima sempre più preelettorale peggiori ulteriormente le cose, e poi quella che ha definito «la frustrazione giovanile», andata in piazza sabato a Roma e deturpata dall’azione irresponsabile di frange …

"Strappo istituzionale", di Eugenio Scalfari

Sta per accadere un fatto di estrema gravità, riguarda la nomina del nuovo governatore della Banca d´Italia, successore di Mario Draghi che tra nove giorni sarà insediato alla guida della Banca centrale europea «nonostante sia italiano», come dissero informalmente la Merkel e Sarkozy quando nel giugno scorso quella scelta fu approvata all´unanimità dal Consiglio dei capi di governo dell´Unione europea. È appunto dal giugno scorso che se ne parla. Si tratta infatti di un atto complesso con tre attori: il presidente della Repubblica che firma il decreto presidenziale di nomina, il presidente del Consiglio cui spetta il diritto di proporre il nome del candidato e il Consiglio superiore della Banca d´Italia che è chiamato ad emettere il suo parere, obbligatorio ma non vincolante. Finora il governatore è sempre stato scelto all´interno della Banca d´Italia salvo per l´appunto la nomina di Draghi che avvenne perché l´allora governatore Antonio Fazio era stato rinviato a giudizio sulla questione della scalata della Banca Antonveneta da parte dei “furbetti” e “furboni” del quartierino, come allora furono chiamati. Ma nonostante i …

Università, Pd a Miur: eliminazione vincolo sembrava troppo bello

Ghizzoni: ma governo difende norma profondamente sbagliata. “Sembrava troppo bello, ma dopo la precisazione del Miur è evidente che il governo intende difendere una norma criticata profondamente da tutto il mondo universitario e messa in discussione anche da autorevoli esponenti della maggioranza che, in commissione cultura alla camera, hanno valutato positivamente e annunciato adesione alla proposta di legge del Pd per eliminare il vincolo di assunzione per gli atenei che spendono per il personale più del 90% delle risorse statali”. Lo afferma la capogruppo del Pd in commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni che aveva salutato positivamente l’annuncio di una norma del dl sviluppo che eliminava il vincolo di assunzione di docenti per gli atenei in rosso. ****** Sviluppo, Pd: reclutamento prof anche per atenei in rosso? Marcia indietro che apprezziamo “Se confermata, la notizia dell’inserimento nel dl Sviluppo dell’eliminazione del vincolo di assunzione per gli atenei che spendono per il personale più del 90% delle risorse statali è un passo indietro del Governo che apprezziamo. Si tratta di una richiesta che il Pd aveva …