"Quando a Milano c'erano i furbetti della monnezza", di Antonio Massarutto
Negli anni Novanta il capoluogo lombardo rischiò il collasso-spazzatura. Ma con uno spregiudicato artificio burocratico i rifiuti “urbani” si trasformarono in rifiuti “speciali” e furono smaltiti fuori dalla Lombardia, in impianti localizzati in varie regioni italiane. I trucchi che si possono fare con l’immondizia sono degni di Totò e Peppino e possono diventare ottimi affari. Forse anche i californiani li conoscono bene. Se fior di tecnici che stimo e rispetto non sono riusciti a venire a capo della catastrofe della munnezza napoletana, non sono certo così pazzo da pensare di risolverla dal comodo salotto di casa (dove peraltro stazionano ben cinque pattumiere separate per la raccolta differenziata). Non intendo neppure pronunciare la parola “inceneritore”, onde evitare che la mia casella mail venga bombardata di spam dai grillini di tutta Italia e il sito de lavoce.info venga sommerso dagli strepiti di indignados e anime belle. Forse, però, prima che qualcuno pensi di indire un referendum anche per la monnezza, una ripassatina alla storia recente farebbe bene a quanti – politici, esperti (veri e fai-da-te), semplici cittadini …
