Anno: 2013

“Tra i due eserciti divisi dal Nilo”, di Bernardo Valli

Il venerdì della “collera”, decretato dai Fratelli musulmani, è cominciato sul ponte 15 maggio, tra le due sponde del Nilo. È là che ci sono stati i primi morti, per quel che mi è capitato di vedere. Ingrossato dai fedeli usciti dalle moschee, dopo le preghiere del venerdì, il corteo islamista proveniente dai sobborghi nord orientali era diretto a piazza Ramses, nel cuore della capitale, dove era prevista una grande manifestazione. L’avanguardia, con la bandiera egiziana e quella nera dell’Islam, è stata fermata in mezzo al ponte da una grandine di pallottole. Erano tiri di intimidazione che si incastravano nell’asfalto a qualche metro davanti ai ragazzi in prima fila. Un proiettile di rimbalzo ha ferito alla gamba destra un mingherlino, di non più di diciotto anni, che gridava a squarciagola «no al golpe militare» e «Dio è grande». È stato un parapiglia. C’era chi ordinava di avanzare, e dava l’esempio continuando a marciare verso l’altra sponda del Nilo; chi sfoderava un fucile fino a quel momento nascosto e si appostava dietro al parapetto; e chi …

“La filosofia dell’ombrellone”, di Massimo Adinolfi

A Ferragosto è facile strappare un consenso generale intorno a questa proposizione: sotto il sole agostano, l’ombrellone è un bisogno naturale. Come resistere senza un po’ d’ombra? In realtà, nulla è meno ovvio. Ci si potrebbe accontentare di un cappellino. Soprattutto si potrebbe contestare che sia na- turale l’esposizione prolungata al sole. Il bisogno dell’ombrellone è insorto d’altronde in una condizione storicamente determinata, quella novecentesca del turismo di massa. «L’ombrellone» di Dino Risi costituisce il documento inoppugnabile di una precisa epoca storica, purtroppo lontana. Esattamente 50 anni dopo il film, nel 2005, il leader dell’Ulivo Romano Prodi ebbe a dire che si augurava un Paese con meno yacht e più ombrelloni, non sospettando che di lì a poco sarebbe venuta meno la scelta: non meno di una cosa e più dell’altra, ma purtroppo meno di entrambe. Volendo però filosofeggiare non sotto l’ombrellone ma proprio a tal proposito, va detto che sin da quando Platone provò a tracciare i confini di una città «sana», non ancora gonfiata da pretese arbitrarie, è stato difficile indicare la soglia …

“Ferragosto”, di Marino Niola

Da antica festa pagana a nuovo capodanno del turismo last minute. Da tradizionale celebrazione dell’Assunta a ultima liturgia del tempo libero. Da giorno sacro al riposo, contadino e operaio, a migrazione stagionale del popolo delle vacanze. E adesso che quel popolo è diventato interinale, disperso, insicuro del presente e incerto sul futuro, anche il Ferragosto si adegua. E diventa liquido, interstiziale, frugale. Un’autentica spending review delle ferie, per far fronte a una crisi che spesso ci fa rimpiangere il passato e ci costringe a reinventare il presente. In effetti, come tutte le festività, la pausa agostana assume gli umori del momento. E questo ne spiega le continue trasformazioni. Come dire che la parola resta mentre i comportamenti e gli atteggiamenti cambiano. Ma non del tutto. Perché anche nel nostro frenetico Ferragosto mordi e fuggi resta comunque qualcosa del rito di passaggio. Dell’avvicendamento tra la stagione vecchia e la nuova, che noi continuiamo di fatto a celebrare. A modo nostro. Mescolando vecchio e nuovo, sacro e profano, consuetudini famigliari e abitudini affluenti. Col risultato di farne …

“Cosa c’è dietro l’attacco al presidente”, di Michele Prospero

Cosa si muove dietro l’attacco reiterato di certi ambienti politico-culturali contro il Presidente della Repubblica? Tra gli affondi spericolati dei falchi della destra, le giravolte aggressive di Grillo e le sciabolate provenienti da un giustizialismo antipolitico caldeggiato da influenti giornali-partito, esiste una grande convergenza nel puntare il fuoco contro il Quirinale. C’è di sicuro del metodo in così tanta follia. E in effetti, entro una crisi di sistema che potrebbe subire in qualsiasi momento una improvvisa torsione catastrofica, il Colle è rimasto l’essenziale elemento di tenuta dell’ordinamento repubblicano. Franati sono i partiti, che per la loro evanescenza ed elevata frammentazione interna non possono più operare come reali fattori di stabilizzazione. Il Parlamento versa in un continuo stato di affanno per la presenza di un tripolarismo polarizzato che impone rimedi di emergenza e sollecita continui sforzi del Colle per costringere gli attori in campo ad adottare un minimo di razionalità strategica. Il valore politico della stabilità è al centro della politica istituzionale dell’ultimo Napolitano. La tenuta del quadro parlamentare è da lui percepita come un elemento …

“Precari, in migliaia passeranno il Ferragosto senza stipendio”, di Alessandro Giuliani

I mancati pagamenti riguardano in prevalenza il servizio svolto negli ultimi mesi dell’anno: su internet è stata pubblicata la lista nera con tanto di nominativi degli istituti “morosi”. Non pochi supplenti hanno già provveduto ad inviare alle scuole un atto di diffida e messa in mora. Ma per tanti la situazione non si sblocca. E il malessere cresce. A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico sono migliaia i docenti, amministrativi, tecnici e ausiliari della scuola che attendono di essere pagati dagli istituti dove hanno svolto supplenze cosiddette “brevi”: mancate autorizzazioni, ritardi negli stanziamenti, eccesso di burocrazia ed ora rallentamenti dovuti alla carenza di personale, stanno costringendo tantissimi supplenti a vivere l’estate senza il corrispettivo economico che avrebbero dovuto percepire. In alcuni casi anche da diversi mesi. Se la maggior parte di loro attende gli stipendi dei mesi di aprile, maggio e giugno, non mancano infatti i casi in cui i mancati pagamenti riguardano addirittura gli ultimi mesi del 2012. Dal ministero dell’Istruzione continuano a sostenere che si tratta di casi sporadici. Qualche giorno fa, …

“Crisi dimenticate: da Nord a Sud persi 180mila posti”, di Massimo Franchi

Se proprio il settore industriale pare trainare la ripresina italiana, l’elenco infinito di aziende in crisi dice tutt’altro. A fianco dei casi che fanno notizia (Indesit, Acciaierie di Terni, Alcoa e Fiat) ci sono tantissime crisi che passano inosservate, ma sono quelle che più colpiscono sul territorio, quelle che, sommate una all’altra, formano i numeri della crisi. Secondo la Filctem Cgil dal 2008 tra licenziamenti, mobilità, cassa integrazioni e processi di ristrutturazione, i lavoratori coinvolti nei settori chimici, tessili, energia e farmaceutico (tutto il comparto industriale tranne il metalmeccanico) ha già coinvolto più di 180mila lavoratori. Una cifra in costante aumento. Perché la crisi continua a colpire e la luce in fondo al tunnel i lavoratori non la vedono per niente. DESERTIFICAZIONE INDUSTRIALE Ecco dunque una mappa della crisi invisibile, un Giro d’Italia nei territori più colpiti dalla de-industrializzazione. Si parte da Marghera, un tempo la Mecca della chimica italiana. Accanto agli operai della Vinyls, che se all’Asinara hanno occupato l’isola dei cassintegrati a Marghera sono saliti sul campanile e sulle torce spente del petrolchimico, …

“Il fallimento dell’islamismo moderato”, di Roberto Toscano

Quello che si temeva è avvenuto: l’esercito egiziano ha dato inizio – con l’uso delle armi e con l’impiego di mezzi blindati e bulldozer – alle operazioni per lo sgombero degli accampamenti allestiti dagli aderenti al movimento dei Fratelli Musulmani per protestare contro il colpo di Stato e l’arresto del presidente Morsi e di altri dirigenti del movimento. Si registrano già centinaia di vittime, sia al Cairo che in altre località, e fra i morti ci sono anche giornalisti stranieri (fra cui un cameraman di Sky). Vi sono pochi dubbi sull’esito della repressione militare. Gli accampamenti verranno di certo smantellati, e il potere del generale al-Sisi ne risulterà rafforzato. Intanto, è stato proclamato lo stato di emergenza, che fornirà all’esercito ulteriori strumenti di controllo e repressione. Diventa così sempre più difficile definire l’intervento militare come qualcosa di diverso da un colpo di Stato. Non si tratta di disquisizioni politologiche, ma di semplice constatazione di fatti reali – fatti che rendono insostenibile la tesi del “golpe per la democrazia”, a meno di non volere parafrasare quel …