Anno: 2013

“Imprese più grandi e ricerca Così l’Italia tornerà a crescere”, di Enrico Moretti *

Occorre un nuovo modello economico: il nanismo delle nostre aziende frena gli investimenti in innovazione e impedisce la creazione di posti di lavoro Da ormai un paio d’anni, il dibattito in Italia è incentrato su occupazione e crescita economica. Sia a destra che a sinistra ci si interroga con urgenza crescente su come uscire dalla crisi. L’errore di fondo che accomuna gran parte degli interventi in questo dibattito è pensare all’Italia come ad un malato con una malattia sì acuta, ma passeggera. Si crede che l’Italia stia soffrendo un problema ciclico di breve periodo, indotto in buona parte dalla recessione mondiale degli ultimi anni. Pensare ai problemi dell’Italia come legati ad un problema transitorio legato alla recessione è un errore grave, perché spinge il governo e le forze politiche a pensare alla politica economica in termini di stimolo di breve periodo: interventi piccoli, disegnati per ridare fiato all’economia per sei mesi o un anno. La realtà è purtroppo molto più grave: i problemi economici italiani sono strutturali e stanno decimando le capacità economiche del paese …

“Conflitto d’interessi. Perché serve una «vera» legge”, di Stefano Passigli

Piaccia o non piaccia al Giornale, a Libero e a quanti nel Pdl tifano per un suo ingresso in politica, per Marina Berlusconi si pone lo stesso problema di conflitto di interessi che si è posto sin dal 1994 per il padre Silvio. E bene ha fatto l’Unità a ricordarlo. Il tema del conflitto è stato sin dall’inizio affrontato sia in termini di «ineleggibilità» che in termini di «incompatibilità». Nel primo caso si è fatto riferimento alla legge del 1957. In quella legge si dichiara ineleggibile il titolare di una concessione pubblica, quale è indubbiamente l’assegnazione di frequenze televisive. Laddove concessionario sia una persona giuridica, l’ineleggibilità colpisce il legale rappresentante della società: nel caso di Mediaset il suo presidente, ma non – secondo l’interpretazione datane in ben sei elezioni dalle giunte di Camera e Senato – Silvio Berlusconi, considerato con eccessiva indulgenza un «mero proprietario», estraneo alla gestione della società. Diverso è il caso di Marina Berlusconi: come presidente e legale rappresentante di Fininvest, società controllante Mediaset, ad essa si applicherebbe a mio avviso la …

“Dove guarda l’Europa”; di Giorgio Ruffolo e Stefano Sylos Labini

Con la globalizzazione sono apparse sulla scena mondiale nuove potenze economiche che stanno registrando tassi di crescita impressionanti: Cina, India, Brasile; e la Russia che è dotata di immense riserve energetiche. L’ascesa di questi paesi sta cambiando gli equilibri di potere poiché si sta accentuando il declino relativo delle economie ricche dei paesi occidentali segnate da una popolazione sempre più anziana e dalla minore possibilità di conseguire una crescita quantitativa paragonabile a quella dei paesi emergenti. In questo scenario l’Europa si presenta disunita e afflitta da lotte intestine: i paesi “virtuosi” del Nord con in testa la Germania, lungi da impegnarsi nel sostegno delle economie del Sud in crisi, con l’effettuazione di politiche di risanamento dei bilanci pubblici ne stanno aggravando le difficoltà. Eppure sarebbe quanto mai necessario avere un’Europa unita e solidale al suo interno, non solo per promuovere il miglioramento delle condizioni delle fasce sociali più deboli, ma anche per poter svolgere un ruolo propulsivo sullo scenario globale. Un’Europa che miri ad aumentare il benessere delle popolazioni costituisce l’unica strada per scongiurare l’ascesa …

“Se la diversità è una vergogna”, di Natalia Aspesi

Un ragazzino si uccide, come hanno fatto altri, perché omosessuale, perché emarginato e schernito dai compagni in quanto omosessuale, perché non sa come dirlo ai suoi genitori che immagina non lo capirebbero. Perché alla fine nel mondo, anche nel suo mondo di riferimento adolescenziale, i gay sono sempre di più: belli, celebri, accettati, capiti, amati, venerati, stilisti e registi, cantanti e attori, nuotatori e tennisti, calciatori e politici. Una élite che vive in un contesto privilegiato dove contano le persone e non le loro preferenze sessuali: persone che sono se stesse, che non si nascondono, che vivono in coppia, che fuori dall’Italia si sposano e adottano figli. Questi modelli vincenti non sono di aiuto, non danno accettazione e sicurezza a un ragazzino che si immagina diverso, o teme di esserlo: e che si sente troppo lontano da quelle figure irraggiungibili che lo fanno sentire un escluso, colpevole di una diversità senza via d’uscita, senza luce, senza amore, senza riconoscimento, nel suo ambiente quotidiano: una diversità imperdonabile, vergognosa, che non si può né nascondere né mostrare, …

“Una questione che ci riguarda”, di Alfredo Reichlin

Ne vedremo delle belle ma anch’io sono convinto che con la condanna di Silvio Berlusconi si chiude una lunga pagina della vicenda italiana. Si aprono nuovi scenari. Penso al bisogno crescente di una forza politica capace di porsi come garante della tenuta e ricostruzione del sistema democratico e parlamentare. Cresce quindi lo spazio per un partito come dovrebbe essere il Pd. Il passaggio è molto stretto, e per affrontarlo non basta la fermezza sui principi. Occorre anche una visione più complessiva degli interessi nazionali e delle conseguenze che comporterebbe il collasso del sistema politico. Ammetto che la mia cultura politica è vecchia. Non posso però fare a meno di ricorda- re agli amici diventati ultra-protestatari e ultra-sinistri che la lotta intorno alle istituzioni non è un fatto che riguarda il Palazzo, ma è «il concentrato della lotta di classe»: mi pare lo dicesse Lenin. Guardiamo le cose italiane così come stanno. Dopotutto non è per caso che il Cavaliere ha dominato la politica per tanti anni. Complicità? «Inciuci»? Quante sciocchezze e stupide accuse. Non è …

“L’arma del lavoro contro la recessione”, di Ronny Mazzocchi

Alcuni mesi fa il Ministro dell’Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni affermò che la crisi degli ultimi cinque anni è addirittura peggiore di quella del 1929. Non è questa la sede più appropriata per stilare una classifica delle varie crisi che si sono succedute nell’ultimo secolo e mezzo nel mondo occidentale. Tuttavia già il fatto che si sia potuto ripetere un episodio anche solo lontanamente paragonabile a quella che è passata alla storia come il più grave crisi del XX secolo dovrebbe essere sufficiente a mettere in discussione quei paradigmi teorici tutt’ora dominanti che considerano il capitalismo un regime economico e di produzione sostanzialmente stabile e quindi non bisognoso di essere controllato, vincolato e guidato. Ma purtroppo c’è di peggio. Lo storico dell’economia Robert Skidelsky, noto soprattutto per essere il biografo di Keynes, scrisse nel 1967 un agile volumetto dal titolo «Politicians and the Slump» in cui raccontò con grande abilità narrativa e con dovizia di particolari l’esperienza del governo laburista inglese del 1929-31 alle prese con la Grande Depressione. A rileggerlo oggi si ritrovano …

“Privilegi e ingiustizie delle pensioni italiane”, di Massimo Franchi

Un grafico a forma di burrone. Dai 91mila euro di Mauro Sentinelli, l’ex manager Telecom che grazie alla Corte Costituzionale ha la certezza di continuare a riceverli ogni mese, ai 236 euro al mese di Elisabetta, che se va bene li vedrà fra 29 anni e ha la certezza che si riducano perché è stata licenziata e non versa più contributi. Per finire con i zero euro che prende Beppe, nonostante 38 anni di lavoro e la certezza ormai sfumata di vederne 1.100 al mese dal 2012. I dati si riferiscono ad un pensionato d’oro, al calcolo dell’assegno pensionistico di una 40enne precaria e a quello di un esodato. Numeri che certificano come il sistema pensionistico italiano, nonostante (e anzi, in parte proprio per) la riforma Fornero, sia uno dei più ingiusti al mondo. Si dirà: «Però questi sono casi limite». Vero. Ma è vero anche che la stragrande maggioranza delle 14 milioni 635mila pensioni hanno un importo medio mensile di 881 euro (e dunque in fondo al grafico-burrone) per di più in costante calo. …