Anno: 2014

"Prof, parliamo di orari ma anche di stipendi", di Mara Carocci e Grazia Rocchi*

Il coinvolgimento di docenti, dirigenti, personale ATA, studenti e genitori è senza dubbio la condizione fondamentale perchè una riforma del nostro sistema scolastico possa essere realizzata. Non seguire questo metodo è stato uno dei gravi errori commessi nel passato. Dobbiamo avere prima di tutto a cuore i bisogni formativi dei bambini e dei ragazzi e ogni nuovo assetto della funzione docente deve essere funzionale ad un nuovo modello di scuola che parta da una reale autonomia scolastica organizzativa e progettuale. In questo quadro, bisogna credere nella scuola, nelle tante intelligenze che, nel tempo e nonostante tutto, hanno alimentato una rete di grandi esperienze e di proposte formative: tutto ciò non va nuovamente umiliato, ma valorizzato. Detto questo, pensiamo che vada rivista l’organizzazione del lavoro degli insegnanti, ma contemporaneamente ad un riconoscimento economico e di carriera, considerando che il loro lavoro va ben oltre le ore svolte in classe e nelle riunioni collegiali: ora che queste attività vengano riconosciute, partendo dal rinnovo del contratto bloccato da ben sette anni. Non siamo pregiudizialmente contrarie a che la …

"Linee Guida sulla fondazione eterologa adottare criteri di qualità e sicurezza", di Luigi Ripamonti

Martedì 8 Luglio, 2014CORRIERE DELLA SERA© RIPRODUZIONE RISERVATA Linee Guida sulla Fondazione eterologa adottare Criteri di Qualità e Sicurezza Il ministro della Salute vuole ritardare l’introduzione della fecondazione eterologa in Italia? Questa è l’intenzione che è stata attribuita a Beatrice Lorenzin dopo un’intervista pubblicata ieri sul Corriere della Sera . Un’interpretazione corroborata, in alcuni casi, come quello dell’Associazione Luca Coscioni, da analisi tecniche e giuridiche approfondite. La decisione del ministro di aspettare linee-guida e passaggi in Parlamento per partire con la fecondazione eterologa può prestare il fianco alla critica di voler normare qualcosa per cui le norme già esistono. Il rischio sarebbe quello di avviarsi su un percorso scandito da una successione di sentenze che potrebbero poi smontare pezzo per pezzo ciò che in fase di attuazione è stato modificato, o forzato, a partire dalle leggi esistenti. Un percorso già visto proprio con la legge 40. Detto questo, non si può non concedere che quello del ministro possa essere invece un legittimo esercizio di prudenza. Non è un mistero, per esempio, che recenti casi di …

Carcere S.Anna di Modena, Pd “Risolto il sovraffollamento, il problema è il lavoro”

Sopralluogo dei parlamentari Pd insieme alla responsabile regionale Giustizia Zanolini  Finalmente risolto, grazie al nuovo padiglione e alle misure adottate dal Parlamento, l’annoso problema del sovraffollamento, il carcere di Sant’Anna ora  si trova ad affrontare l’altro grande tema, quello della insufficienza dei trattamenti di recupero, in particolare il lavoro: è quanto sostengono gli esponenti Pd che hanno effettuato un sopralluogo alla struttura carceraria cittadina. Al sopralluogo erano presenti, insieme alla responsabile regionale Giustizia Pd Giovanna Zanolini, i parlamentari emiliani Manuela Ghizzoni, Maria Cecilia Guerra, Sergio Lo Giudice e Stefano Vaccari. Presenti pure il sindaco di Castelfranco Reggianini e l’assessore modenese Giuliana Urbelli. Dai 590 reclusi del dicembre 2013 ai 430 attuali: anche il carcere di Modena ha risentito positivamente delle misure anti sovraffollamento adottate dal Parlamento e dal Governo nei mesi scorsi. L’introduzione della “liberazione anticipata speciale”, la ridefinizione delle misure alternative alla detenzione e la recente sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale la legge Fini-Giovanardi hanno consentito alla Casa circondariale di offrire condizioni di vita dignitose all’interno delle sue mura. Le misure anti-sovraffollamento …

"Semestre italiano ed errori europei", di Leonardo Becchetti

Il semestre italiano è un’occasione da non perdere dove possiamo giocare un ruolo da protagonisti. Per tentare di raddrizzare la situazione economica del Paese e dell’Unione Europea. La crisi finanziaria è nata negli Usa. Ma da allora in poi gli americani hanno fatto molto per uscirne in fretta mentre l’Ue che non ne era l’epicentro ne rima- ne ancora oggi investita in pieno. Nel 2009 gli Stati Uniti avevano un tasso di disoccupazione attorno al 9% contro il 7% dell’Italia. Oggi loro sono scesi al 6% mentre noi viaggiamo verso il 13%. Il con- fronto in termini di tassi di crescita cu- mulati dal 2009 ad oggi tra Ue, Stati Uni- ti e Giappone è altrettanto impietoso e, all’interno dell’Ue, le diseguaglianze tra area Nord e area Sud dell’Euro sono esplose. Per usare una metafora è come se in una gara di Coppa America l’equipaggio Usa abbia preso un lato della re- gata e quello nostro l’altro lato. Il primo ha cominciato a correre, mentre il secondo si è impallato e adesso insegue a di- …

"I ricorsi inutili che affondano la giustizia", di Gian Antonio Stella

Da secoli, la giustizia italiana è alle prese con arretrati da spavento: quasi 8 milioni di processi pendenti. «Vogliamo e ordiniamo che al fine di limitare le spese ai sudditi ed ai litiganti», stabilì alla fine del Trecento Eleonora d’Arborea, «circa vertenze o liti che non superano i 100 soldi sia vietato appellarsi a Noi o ad altri funzionari regi…». E se qualche cocciuto litigante voleva andare a tutti i costi in appello? «L’appello inoltrato non deve essere accettato, e la sentenza pronunciata dai nostri funzionari deve considerarsi definitiva…». Un solo processo, per le bagatelle, bastava e avanzava. Era chiarissimo, quel codice di leggi noto come la «Carta de Logu», sulla necessità che uno Stato serio non perda tempo e soldi nelle dispute piccole piccole incoraggiando alle risse tribunalizie i cittadini più rissosi. Tanto più in un Paese come il nostro che, come avrebbe notato molto tempo dopo Montesquieu, è da sempre esposto alla tentazione di andare per vie legali: «Non c’è palazzo di giustizia in cui il chiasso dei litiganti e i loro accoliti …

"Riforme, i dieci finti sì del M5S al Pd", di Rudy Francesco Calvo

In serata il blog di Beppe Grillo pubblica la risposta scritta chiesta dai Democratici. Ma la convergenza appare molto lontana Dopo una giornata di tira e molla, con l’appuntamento annullato tra le delegazioni del Pd e del M5S, l’attacco di Grillo e poi il mezzo passo indietro, è arrivata la risposta scritta dei Cinquestelle ai quesiti posti dal Pd sul tema delle riforme, come pre-condizione per il dialogo. Si tratta di dieci sì, che però nascondono qualche “ni” e tanti “ma”, che difficilmente possono conciliarsi con le posizioni espresse da Matteo Renzi. Ecco quali sono i principali punti controversi. Premio di maggioranza. Il M5S accetta la sfida del ballottaggio, ma alza la soglia per la vittoria al primo turno fino al 50 per cento (nell’Italicum è al 37, ma si ipotizza di portarla a 40) e concede un premio alla lista più votata, che non raggiungerebbe comunque più del 52 per cento dei seggi. Troppo poco per assicurare una governabilità che duri per tutta la legislatura, senza sottoporre governo e maggioranza ai ricatti di gruppetti …

"La forza della politica", di Claudio Tito

La politica ha sempre una logica. È quella che fa riferimento ai numeri e al consenso. E quindi ai rapporti di forza. E quel che è successo ieri dentro il Movimento 5Stelle è esattamente la dimostrazione che la politica alla fine trova la sua utilità in quella logica. ERA diventato impossibile anche per un “istrione” come Beppe Grillo confinare i consensi del suo movimento nel congelatore dell’inazione e dell’isolamento. Ibernarli per un presunto futuro radioso che però non stava sorgendo all’orizzonte. Le aperture al dialogo cui l’ex comico è stato costretto dai suoi stessi sostenitori trovano la ragion d’essere proprio in quella “logica della politica”. L’ultimo risultato elettorale, quello delle europee, ha lasciato il segno. Il 40,8% del Pd e il sostanziale arretramento dell’M5S hanno decisamente invertito i rapporti di forza. Grillo ha dovuto adesso — forse in maniera definitiva — prendere atto che la sua linea politica ha perso. La trincea del “no” ad ogni confronto era già stata travolta il 25 maggio scorso, quella sconfitta è stata ora metabolizzata. Con un effetto, però, …