comunicati stampa

Carcere S.Anna di Modena, Pd “Risolto il sovraffollamento, il problema è il lavoro”

Sopralluogo dei parlamentari Pd insieme alla responsabile regionale Giustizia Zanolini 

Finalmente risolto, grazie al nuovo padiglione e alle misure adottate dal Parlamento, l’annoso problema del sovraffollamento, il carcere di Sant’Anna ora  si trova ad affrontare l’altro grande tema, quello della insufficienza dei trattamenti di recupero, in particolare il lavoro: è quanto sostengono gli esponenti Pd che hanno effettuato un sopralluogo alla struttura carceraria cittadina. Al sopralluogo erano presenti, insieme alla responsabile regionale Giustizia Pd Giovanna Zanolini, i parlamentari emiliani Manuela Ghizzoni, Maria Cecilia Guerra, Sergio Lo Giudice e Stefano Vaccari. Presenti pure il sindaco di Castelfranco Reggianini e l’assessore modenese Giuliana Urbelli.

Dai 590 reclusi del dicembre 2013 ai 430 attuali: anche il carcere di Modena ha risentito positivamente delle misure anti sovraffollamento adottate dal Parlamento e dal Governo nei mesi scorsi. L’introduzione della “liberazione anticipata speciale”, la ridefinizione delle misure alternative alla detenzione e la recente sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionale la legge Fini-Giovanardi hanno consentito alla Casa circondariale di offrire condizioni di vita dignitose all’interno delle sue mura. Le misure anti-sovraffollamento erano state assunte dopo che la Corte europea dei diritti umani aveva sanzionato l’Italia per il trattamento inumano e degradante dei suoi detenuti causato dalla eccessiva sovrappopolazione carceraria. Oggi a Modena la situazione è molto diversa, come ha potuto verificare una delegazione di parlamentari modenesi del Partito democratico in visita alla struttura. Insieme alla responsabile regionale giustizia del Pd Giovanna Zanolini, hanno visitato il carcere i parlamentari modenesi Manuela Ghizzoni, Maria Cecilia Guerra e Stefano Vaccari, il senatore  bolognese, componente  della Commissione Giustizia, Sergio Lo Giudice, il sindaco di Castelfranco Emilia Stefano Reggianini e l’assessore modenese alle politiche sociali Giuliana Urbelli. “La messa a regime del nuovo padiglione aperto nel febbraio 2013 ha  consentito di separare i 121 ristretti in attesa di giudizio dai condannati in via definitiva – spiega l’avvocato Zanolini – Ad oggi nel  padiglione ci sono addirittura posti vuoti rispetto alla capienza regolamentare, cosa che per un carcere italiano costituisce una vera rarità”. La sezione speciale dei sex offender (che raccoglie anche detenuti provenienti  da altre parti della regione) ospita ben 100 detenuti sottoposti a percorsi trattamentali speciali e anche, come ha illustrate la direttrice Rosa Alba Casella, a sperimentazioni di integrazione con gi altri ristretti. II 60% degli ospiti è composto da extracomunitari, il 30% da tossicodipendenti. La sezione femminile ospita 27 detenute. “La  nota dolente – hanno sottolineato i parlamentari Pd – riguarda i trattamenti di recupero e in particolare il tema del lavoro. Al’interno della struttura  sono disponibili solo 80 posti di lavoro (cucina, pulizia, piccole riparazioni) che, grazie alle turnazioni, coinvolgono un centinaio di detenuti. I corsi di formazione professionale organizzati finora dalla Provincia hanno avuti effetti positivi, ma anche una controindicazione: non prevedendo  indennità  oraria, hanno messo spesso i reclusi nella difficile scelta fra formarsi  o riuscire a guadagnare quella poche centinaia di euro che in carcere sono utili magari anche solo per comprarsi le sigarette”. Purtroppo gli effetti  della crisi economica (aggravati da terremoto e alluvioni) hanno fatto calare le offerte di lavoro provenienti dal territorio.  “Auspichiamo che un meccanismo virtuoso – continuano i parlamentari Pd – potrà essere innescato dalle recenti misure di incentivi fiscali per le aziende che assumono detenuti approvate di recente dal Parlamento”. Permangono, poi, anche a Modena i mali storici che affliggono il sistema carcerario italiano, dalla carenza degli organici della polizia penitenziaria alla scarsità delle risorse per la  manutenzione ordinaria. “Va sottolineato però il dato positivo – conclude l’avvocato Giovanna Zanolini – da considerasi pur sempre temporaneo, di una disponibilità di metri quadri per detenuto che non ci costringe più a vergognarci, come in passato, di fronte all’Europa”.