Giorno: 7 Giugno 2015

“Lezioni sul nostro patrimonio”, di Marco Carminati 07.06.15

L’Italia è un Paese con un eccezionale concentrato di opere d’arte e con l’onere, la responsabilità e il dovere etico di conservarle al meglio. Ogni danno al patrimonio artistico italiano (il crollo di un muro a Pompei, il distacco di un pezzo d’intonaco agli Uffizi, il danno inflitto a un monumento da un vandalo) trova grande rilievo sui mezzi di comunicazione, ovviamente gettando un’ombra negativa sulla reputazione del nostro Paese. Eppure l’Italia è la nazione leader in fatto di tutela, conservazione e restauro, e tale primato d’eccellenza è noto e riconosciuto in tutto il mondo. Per renderlo noto anche agli italiani (che talvolta sembrano non esserne del tutto consapevoli), il Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo ha organizzato a Milano un ciclo di nove incontri dal titolo Conservare per ricordare. Un viaggio tra le eccellenze italiane, fortemente voluto da Ilaria Buitoni Borletti, Sottosegretario di Stato del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, e realizzato nell’ambito di Expo 2015. Il ciclo – partito ieri nel Palazzo di Brera (sede di tutti gli …

“Donatello, il Crocifisso dimenticato. Ritorna un capolavoro” di Antonio Pinelli – 07.06.15

PADOVA Ricordate quando infuriavano giustificate polemiche sugli insensati sforacchiamenti degli affreschi di Vasari in Palazzo Vecchio alla vana ricerca di una fantomatica larva della Battaglia d’Anghiari e sull’acquisto pubblico di un crocifissino seriale, che si fregiava incautamente di un’attribuzione al giovane Michelangelo? Mentre sui media divampavano le dispute su questi scoop immaginari, passava sotto silenzio la scoperta, non virtuale ma concretissima, di uno strepitoso Crocifisso inedito di Donatello, sebbene fosse stata resa nota con inoppugnabili argomenti da due articoli usciti nel 2008 su Prospettiva, rivista di storia dell’arte, che è fra le più autorevoli in circolazione nel mondo. La vicenda era cominciata nel 2006 nella Beinecke Library di Yale, dove Marco Ruffini, un valente studioso di letteratura artistica formatosi tra Roma e Berkeley, era intento a uno scrupoloso scrutinio delle preziose annotazioni a penna, vergate ai margini di un esemplare delle Vite vasariane da due anonimi bene informati sulle vicende artistiche venete, che lo possedettero poco dopo la sua pubblicazione nel 1550. Giunto al brano in cui Vasari enumera le varie opere eseguite da Donatello …

“L’immunologo ad Auschwitz”, di Sergio Luzzatto – Il Sole 24 Ore 07.06.15

Primo Levi ha riconosciuto come decisivo per la sua sopravvivenza ad Auschwitz il fatto di avere potuto lavorare, da un certo momento in poi, nel Kommando Chimico di Monowitz-Buna. Di essere stato reclutato, grazie alla sua laurea scientifica, in quella caricatura della ricerca sperimentale che nella fabbrica Buna corrispondeva al laboratorio del Reparto Polimerizzazione. L’ebreo italiano tatuato con il numero 174517 è sopravvissuto perché aveva superato, al cospetto del «Doktor Pannwitz», un «esame di chimica» (è il titolo di un capitolo di Se questo è un uomo) talmente improbabile e grottesco da contenere – forse – l’«essenza della grande follia della terza Germania». Un anno prima di lui, a un altro uomo di scienza toccò di avvicinare l’essenza di quella grande follia. Era un uomo di oltre vent’anni più vecchio del venticinquenne Primo Levi, e ben più noto di lui prima di essere deportato. Era un medico polacco, un ebreo di Galizia che si chiamava Ludwik Fleck e che aveva pubblicato in tedesco, nel 1935, Genesi e sviluppo di un fatto scientifico: una pietra miliare …