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Il burkini, tra divieti e libertà. I tanti dubbi che la questione solleva

Burqini

 

Tutti i dubbi che la questione “burkini” solleva. Ogni tentativo di ridurre la portata dell’argomento a un tema securitario o di laicità di una comunità, mi sembra, non colga appieno la complessità di quello di cui si sta discutendo in questi giorni sulle spiagge francesi, e, di risulta, nella cronaca italiana. La mia prima riposta, quella che mi viene spontanea, è: ogni donna deve avere la libertà di abbigliarsi come meglio ritiene opportuno nel momento e nel luogo dato. Quindi, riportato al dibattito odierno, in spiaggia si può decidere di optare per il topless come per il burkini. La condizione imprescendibile è che sia la donna a poter scegliere, secondo intendimenti che sono propri e non indotti o costretti dall’esterno. E qui inizia la complessità. Sul corpo delle donne si intrecciano questioni filosofiche, etiche, religiose, giuridiche e di costume. E’ inutile aggiungerci, ora, schieramenti ideologici o partitici. Sulla “decenza” (o supposta indecenza) dell’abbigliamento, ognuno di noi ha episodi, spesso paradossali, da raccontare. Io ricordo un’estate a Montecassino che per poter vedere pitture paleo-cristiane provenienti da El Fayyum dovetti calarmi un po’ i calzoncini a coprire le ginocchia e aggiungere un maglione per coprire quella fascia di addome che, nel frattempo, era diventata visibile. Allora mi indignai. Mi indigno ancora, quando si vuole vietare o imporre un certo tipo di abbigliamento, burkini compreso. Eppure attorno rimangono questioni inevase. Lo scrittore francese di origini marocchine Ben Jelloum, oltre un anno fa, ci ricordava che, per quanto attiene il burkini, i precetti religiosi non c’entrano nulla, mentre in ballo ci sono piuttosto posizioni sessuofobiche. Ha ragione quando dice: quando fa caldo, tutti, uomini e donne, ci svestiamo e cerchiamo refrigerio. Perché non ci sono uomini che fanno il bagno con il burkini? Ma ha ragione anche la giornalista italo-pakistana Sabika Shah che ricorda come un burkini non sia molto diverso da una muta e nessuno si è mai scandalizzato se qualcuno (non musulmano) la indossa per fare windsurf o immersioni. Una donna a cui viene vietato il burkini può sentirsi, per questo, emarginata da una comunità che non riesce ad accettare anche i suoi valori. Un bel dilemma. Parliamone e confrontiamoci, ma, per favore, non in modo che vada, comunque, a discapito delle donne.

 

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