“Non è un’estate pazza. Purtroppo, come già ampiamente previsto da meteorologi come il modenese Luca Lombroso, il progressivo cambiamento del clima tende a rendere consueti fenomeni che, in passato, erano davvero eccezionali. Siamo vicini ai territori dell’Area Nord e della zona delle Terre di Castelli e della cintura cittadina che, tra venerdì e sabato, sono stati colpiti, in due momenti diversi, da violenti nubifragi, accompagnati da vento forte e grandine, che hanno causato ingenti danni che sono ora in corso di quantificazione. Come già in passato, siamo in ascolto del nostro territorio e rinnoviamo la nostra disponibilità a farci interpreti a Roma delle istanze locali. E’ chiaro che devono attuarsi tutti i passaggi istituzionali e burocratici previsti dalle norme, a cominciare dalla dichiarazione dello stato di calamità naturale, ma, dopo l’ultima Legge di stabilità, ci si può appellare a una norma specifica che ha già garantito risarcimenti in situazioni analoghe, come ad esempio, la calamità naturale che colpì il parmense e il piacentino. Nella prossima Legge di stabilità, tra l’altro, c’è l’impegno del Governo a prevedere risarcimenti per i danni ai pereti della zona di Finale Emilia. Anche in questa occasione, quindi, massimo impegno al fianco dei nostri territori”.
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Il burkini, tra divieti e libertà. I tanti dubbi che la questione solleva
Tutti i dubbi che la questione “burkini” solleva. Ogni tentativo di ridurre la portata dell’argomento a un tema securitario o di laicità di una comunità, mi sembra, non colga appieno la complessità di quello di cui si sta discutendo in questi giorni sulle spiagge francesi, e, di risulta, nella cronaca italiana. La mia prima riposta, quella che mi viene spontanea, è: ogni donna deve avere la libertà di abbigliarsi come meglio ritiene opportuno nel momento e nel luogo dato. Quindi, riportato al dibattito odierno, in spiaggia si può decidere di optare per il topless come per il burkini. La condizione imprescendibile è che sia la donna a poter scegliere, secondo intendimenti che sono propri e non indotti o costretti dall’esterno. E qui inizia la complessità. Sul corpo delle donne si intrecciano questioni filosofiche, etiche, religiose, giuridiche e di costume. E’ inutile aggiungerci, ora, schieramenti ideologici o partitici. Sulla “decenza” (o supposta indecenza) dell’abbigliamento, ognuno di noi ha episodi, spesso paradossali, da raccontare. Io ricordo un’estate a Montecassino che per poter vedere pitture paleo-cristiane provenienti da El Fayyum dovetti calarmi un po’ i calzoncini a coprire le ginocchia e aggiungere un maglione per coprire quella fascia di addome che, nel frattempo, era diventata visibile. Allora mi indignai. Mi indigno ancora, quando si vuole vietare o imporre un certo tipo di abbigliamento, burkini compreso. Eppure attorno rimangono questioni inevase. Lo scrittore francese di origini marocchine Ben Jelloum, oltre un anno fa, ci ricordava che, per quanto attiene il burkini, i precetti religiosi non c’entrano nulla, mentre in ballo ci sono piuttosto posizioni sessuofobiche. Ha ragione quando dice: quando fa caldo, tutti, uomini e donne, ci svestiamo e cerchiamo refrigerio. Perché non ci sono uomini che fanno il bagno con il burkini? Ma ha ragione anche la giornalista italo-pakistana Sabika Shah che ricorda come un burkini non sia molto diverso da una muta e nessuno si è mai scandalizzato se qualcuno (non musulmano) la indossa per fare windsurf o immersioni. Una donna a cui viene vietato il burkini può sentirsi, per questo, emarginata da una comunità che non riesce ad accettare anche i suoi valori. Un bel dilemma. Parliamone e confrontiamoci, ma, per favore, non in modo che vada, comunque, a discapito delle donne.
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Dal 2 al 7 settembre prossimi si svolgerà a Firenze “Costruire il Futuro”, la Festa de l’Unità Nazionale Tematica su Scuola e Università e Ricerca, nell’ambito della Festa del PD Metropolitano di Firenze. Sarà l’occasione per fare il punto sulle Riforme che abbiamo realizzato e che vogliamo attuare sui temi dell’istruzione. “PIÙ VALORE AL CAPITALE UMANO. L’UNIVERSITÀ MOTORE DI SVILUPPO”, questo il titolo dell’iniziativa cui prenderò parte, mercoledì 7 settembre, insieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Tommaso Nannicini, la vicepresidente della Regione Toscana Monica Barni, il rettore dell’Univerità di Firenze Luigi Dei e Rebecca Ghio di Run. L’appuntamento è fissato per le ore 21.00.
Sisma, in arrivo risorse per la ricostruzione dei beni storici
Abbiamo più volte ripetuto come dopo la prima fase della ricostruzione post sisma dedicata in particolare alle scuole, all’edilizia privata e produttiva, doveva esserne avviata una seconda che si occupasse del recupero degli edifici pubblici, chiese e monumenti, diventati loro malgrado simboli dei danni provocati dal terremoto del 2012. Ferite aperte nel cuore di quelle comunità che con gli stanziamenti assegnati oggi dai ministri dei Beni culturali Dario Franceschini e delle infrastrutture Graziano Delrio potranno finalmente iniziare ad essere rimarginate. Sono circa 51 milioni, complessivamente, i fondi in arrivo in Emilia-Romagna per la realizzazione di 75 interventi di conservazione, manutenzione, restauro e valorizzazione di beni culturali, i cosiddetti “Cantieri della cultura”, secondo le previsioni del comma 338 della Legge di Stabilità 2016 che ha destinato specifiche risorse per il quadrienni 2016/2019 al potenziamento degli investimenti infrastrutturali nel settore della cultura. La gran parte di questi finanziamenti nella nostra regione sarà destinata al recupero dei beni storico-artistici danneggiati dal sisma del 2012. In particolare per la provincia di Modena, l’intervento si traduce in risorse pari ad oltre 27 milioni di euro, suddivise tra i comuni di Cavezzo, Finale Emilia, Medolla, Mirandola, San Felice sul Panaro e la stessa Modena città dove saranno destinati all’archivio di Stato e al Monastero di San Pietro. Perché è anche attraverso il recupero del suo patrimonio culturale che la Bassa modenese potrà finalmente ritrovare la sua quotidianità.
photo credit: Medolla via photopin (license)
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Approvato il dl Enti locali, novità importanti per infanzia, vigili del fuoco e la Bassa colpita dal sisma 2012
L’Aula del Senato ha approvato nella tarda mattinata di oggi il decreto che contiene misure finanziarie urgenti per gli enti locali e il territorio. I voti favorevoli sono stati 165. Il provvedimento, già approvato dalla Camera, è legge dello Stato. Diventano così operative alcune importanti novità che riguardano anche il territorio modenese, a cominciare dal pacchetto di azioni per le aree del cratere sismico.
Innanzitutto viene confermata la proroga del termine per iniziare la restituzione delle rate dei mutui accesi dalle imprese per pagare le tasse: non più il 30 giugno, ma il 31 ottobre del 2016. Le rate saranno poi diluite nel tempo: il pagamento avverrà ogni sei mesi, dal giugno 2017 fino a dicembre 2020. I Comuni, inoltre, potranno beneficiare di una riduzione graduale dei tagli al Fondo di solidarietà, da cui, finora, erano stati esentati. Il taglio avrebbe dovuto scattare, tutto insieme, con l’inizio del 2017, ora avverrà in maniera graduale, spalmato su quattro anni. Prevista inoltre la possibilità per la Regione Emilia-Romagna (così come per Lombardia e Veneto), nonché per i Comuni e le Prefetture impegnate nella ricostruzione, di assumere personale a termine, nel biennio 2017 e 2018, in deroga ai limiti vigenti per il resto della Pubblica amministrazione. Disposta, infine, anche una proroga al 30 settembre 2016 (al posto del 30 giugno) per la comunicazione al Ministero dell’Economia e delle Finanze delle spese sostenute per affrontare la ricostruzione. Tutte misure che erano state sollecitate dagli imprenditori e dalle loro associazioni e dai Comuni.
Sempre con l’approvazione in via definitivi dal dl Enti locali, arrivano buone notizie anche per il corpo dei vigili del fuoco. Via libera a ulteriori 593 assunzioni, rispetto alle 250 già disposte lo scorso anno, e lo stanziamento di 10 milioni di euro l’anno da destinare a investimenti in mezzi di soccorso ed equipaggiamenti di sicurezza per il personale.
Infine il settore istruzione con le misure introdotte dall’articolo 17 del decreto, che consentono la stabilizzazione del personale insegnante ed educativo delle scuole d’infanzia e degli asili nido comunali, in deroga alla normativa vigente sul turn-over per il pubblico impiego. Un piano di assunzione straordinario triennale che garantisce da un lato continuità e stabilità ai servizi educativi 0-6 anni gestiti dai Comuni e dall’altro maggiori tutele occupazionali per il personale docente ed educativo.
Il mio 2 agosto
Domani non potrò essere alla cerimonia per ricordare le vittime dell’attentato terroristico fascista del 2 agosto 1980. Lo celebro oggi, con un mio atto solitario, ma con gli stessi sentimenti di rabbia e pietà (identici a quelli che provai allora, solo lo sbigottimento ha lasciato il posto alla consapevolezza) e lo stesso groppo alla gola che avrei domani, sfilando insieme a chi non vuole dimenticare. Alla stazione di Bologna oggi, come allora, c’è tanta tanta gente, tanti viaggiatori carichi di valige, in attesa o che corrono trafelati per raggiungere il treno che li porterà a casa o in vacanza. Davanti al muro squarciato della sala d’spetto non si ferma invece nessuno. Lo faccio io. Ostento la mia sosta davanti alla lastra di vetro che rappresenta la frattura con un prima della bomba, e un dopo. Qualcuno penserà che sono matta, con le spalle al binario 1, guardando il “nulla”. Poi scatto qualche foto. E solo allora un paio di persone, adulte, si incurioscono al mio gesto. Sento che si domandano “ma cos’è?”. Leggono la targa. Forse capiscono. E scattano anche loro. Mi dico: “ok. Hanno capito. Anche nel frangente di un viaggio verso le vacanza c’è spazio per l’esercizio di memoria”. Sarà davvero così? Voglio crederlo. Innanzitutto per le 85 vittime, che a casa o in vacanza non ci arrivarono mai. Per le loro famiglie, che hanno atteso, anno dopo anno, un ritorno impossibile e che anno dopo anno ogni 2 agosto tornano alla Stazione di Bologna per dire a tutti che non dimenticano e non dimenticheranno. Per la giustizia italiana, che è stata lenta, depistata, osteggiata. Per il nostro intero Paese, che non può e non deve dimenticare come la notte della Repubblica è sempre lì, prossima al giorno, che a volte pare volgere al termine.
Di Prof.Quatermass – Opera propria, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=12843360
Calamità naturali, un primo passo verso una strategia nazionale
Quello compiuto giovedì dal Consiglio dei ministri è un importante passo in avanti verso quella strategia nazionale per affrontare le calamità naturali che come parlamentari PD emiliano-romagnoli abbiamo più volte invocato mentre, insieme ad enti territoriale e cittadini, ci siamo confrontati prima con un sisma, poi con una tromba d’aria ed infine con l’alluvione, che colpirono il nostro territorio in meno di due anni. Data la straordinaria concomitanza di eventi calamitosi, per le aree del modenese vennero create norme ad hoc, che consentirono di veder riconosciuti risarcimenti anche per i danni dell’alluvione, cosa mai accaduta prima. E siamo probabilmente stati degli apripista. Con il via libera di giovedì diventa finalmente operativa, infatti, la norma contenuta nella legge di stabilità 2016 che, per la prima volta, riconosce in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale un contributo ai cittadini e alle imprese danneggiati dalle alluvioni e dalle calamità naturali, che si sono verificati tra il 2013 e il 2015, quindi incluse quelle recenti di Parma e Piacenza. Per la prima volta si guarda alla fase successiva all’emergenza, definendo una procedura veloce ma trasparente per risarcire i cittadini privati e le attività produttive colpite da un disastro naturale. Prima di questa norma, è bene ricordarlo, ai cittadini coinvolti da una calamità – e quindi in un momento di fragilità e bisogno – non era garantito alcun diritto risarcitorio oltre alla mera assistenza immediata. In Italia, ad ogni sisma, ad ogni calamità si è data una risposta diversa, a secondo della congiuntura economica, della capacità di pressione dei territori, della sensibilità del Governo. Ora cominciamo a superare questa situazione, estranea ad un paese civile. Siamo quindi di fronte ad un provvedimento necessario, che finalmente risponde alle legittime aspettative di chi ha dovuto purtroppo fare i conti con una calamità.
Nello specifico saranno riconosciuti fino all’80 % dei danni riportati dagli immobili privati, accertati sulla base di criteri rigorosi, per un massimo di 150mila euro. Il massimo è di 450mila euro invece per le attività produttive, con il riconoscimento fino al 50% dei danni subiti dagli edifici e dell’80% per macchinari e scorte di materie prime. E già la Legge di Stabilità 2016 aveva stanziato in questo senso risorse rilevanti, fino a un massimo di 1,5 miliardi di euro. Quanto varato dal Governo anticipa anche gli obiettivi della legge delega di riordino della Protezione civile, attualmente in discussione al Senato, che alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre mi auguro possa trovare rapida e definitiva approvazione.
photo credit: #allertameteoCAL via photopin (license)