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Calamità naturali, un primo passo verso una strategia nazionale

alluvione

Quello compiuto giovedì dal Consiglio dei ministri è un importante passo in avanti verso quella strategia nazionale per affrontare le calamità naturali che come parlamentari PD emiliano-romagnoli abbiamo più volte invocato mentre, insieme ad enti territoriale e cittadini, ci siamo confrontati prima con un sisma, poi con una tromba d’aria ed infine con l’alluvione, che colpirono il nostro territorio in meno di due anni. Data la straordinaria concomitanza di eventi calamitosi, per le aree del modenese vennero create norme ad hoc, che consentirono di veder riconosciuti risarcimenti anche per i danni dell’alluvione, cosa mai accaduta prima. E siamo probabilmente stati degli apripista. Con il via libera di giovedì diventa finalmente operativa, infatti, la norma contenuta nella legge di stabilità 2016 che, per la prima volta, riconosce in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale un contributo ai cittadini e alle imprese danneggiati dalle alluvioni e dalle calamità naturali, che si sono verificati tra il 2013 e il 2015, quindi incluse quelle recenti di Parma e Piacenza. Per la prima volta si guarda alla fase successiva all’emergenza, definendo una procedura veloce ma trasparente per risarcire i cittadini privati e le attività produttive colpite da un disastro naturale. Prima di questa norma, è bene ricordarlo, ai cittadini coinvolti da una calamità – e quindi in un momento di fragilità e bisogno – non era garantito alcun diritto risarcitorio oltre alla mera assistenza immediata. In Italia, ad ogni sisma, ad ogni calamità si è data una risposta diversa, a secondo della congiuntura economica, della capacità di pressione dei territori, della sensibilità del Governo. Ora cominciamo a superare questa situazione, estranea ad un paese civile. Siamo quindi di fronte ad un provvedimento necessario, che finalmente risponde alle legittime aspettative di chi ha dovuto purtroppo fare i conti con una calamità.
Nello specifico saranno riconosciuti fino all’80 % dei danni riportati dagli immobili privati, accertati sulla base di criteri rigorosi, per un massimo di 150mila euro. Il massimo è di 450mila euro invece per le attività produttive, con il riconoscimento fino al 50% dei danni subiti dagli edifici e dell’80% per macchinari e scorte di materie prime. E già la Legge di Stabilità 2016 aveva stanziato in questo senso risorse rilevanti, fino a un massimo di 1,5 miliardi di euro. Quanto varato dal Governo anticipa anche gli obiettivi della legge delega di riordino della Protezione civile, attualmente in discussione al Senato, che alla ripresa dei lavori parlamentari a settembre mi auguro possa trovare rapida e definitiva approvazione.

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