Tutti gli articoli relativi a: economia

"Ma i sacrifici non sono stati inutili" , di Stefano Lepri

Guardando solo un numero, quello spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi che ormai tutti conoscono, siamo tornati ai livelli che fecero cadere il governo Berlusconi, nel novembre 2011. Inutili allora tutti i sacrifici che il governo Monti ci sta facendo fare, andare in pensione più tardi, pagare l’Imu, i prezzi cresciuti a causa della maggiore aliquota Iva, i tagli alle spese che si sentiranno via via? No. E’ una crisi dell’Europa questa – il timore che l’euro si spacchi – nel contesto di una economia mondiale ovunque peggio messa rispetto all’anno scorso, con gli Stati Uniti che stentano a ripartire, la Cina, l’India e il Brasile che rallentano. A dircelo sono sempre i numeri, se li guardiamo bene, se ne guardiamo più di uno. Non è tornato alla stessa vetta del novembre 2011 il tasso di interesse che il Tesoro italiano paga: resta ancora di circa un punto sotto il massimo raggiunto allora. La differenza sta nel rendimento dei titoli tedeschi, i Bund , scesi a un livello bassissimo, innaturale. I capitali internazionali …

"Noi, appesi come foglie d'autunno", di Barbara Spinelli

Nessuno di noi sa quel che voglia in concreto il governo tedesco: se vuol salvare l’euro sta sbagliando tutto. Se gioca allo sfascio ci sta mettendo troppo tempo. Nessuno sa come intenda procedere la Banca centrale europea. Draghi ha detto a Le Monde che l’euro è irreversibile che la Bce «è molto aperta e non ha tabù». Ha detto perfino che «non siamo in recessione». Ma venerdì scorso ha deciso che non accetterà più titoli di stato greci in garanzia, dando il via alle danze macabre attorno a Atene e votandola all’espulsione. Decisione singolare, perché qualche giorno prima Jörg Asmussen, socialdemocratico tedesco del direttorio Bce, aveva detto alla rivista Stern che bisogna «aver rispetto per gli sforzi greci». Una contrazione di 5 punti di pil sarebbe tremenda per chiunque, Germania compresa: «Dovremmo almeno dire a Atene: ben fatto, buon inizio». La maggioranza nella Bce non sembra d’accordo: smentendo che siamo in recessione, si allinea non tanto alla Merkel ma all’ala più dura del suo governo. Nessuno sa infine a che siano serviti 19 vertici di …

"La speculazione. Austerità, contagio greco e allarme Regioni ecco le sei cause della tempesta perfetta", di Federico Rampini

Il salva-banche non convince, lo scudo antispread non scatta, la recessione avanza mentre altri allarmi si accendono: le regioni spagnole a rischio bancarotta, ma anche la Sicilia oberata di debiti spaventano e alimentano la speculazione. Gli ultimi vertici europei non sono stati in grado di dare un segnale forte e così sulle Borse senza bussola piovono le vendite. In questa situazione di incertezza i grandi investitori si chiedono se abbia ancora un senso l’austerity spinta, che invece di risanare alimenta la recessione. IL “SALVA-BANCHE” NON CONVINCE È una constatazione: la caduta dei titoli bancari in Spagna indica che i mercati non credono all’efficacia del salvataggio. Malgrado l’eurozona abbia previsto di stanziare 100 miliardi, di cui 30 entro pochi giorni, gli investitori continuano a vendere le azioni delle banche. Le ragioni sono diverse. Da una parte gli istituti di credito spagnoli, insieme con la loro vigilanza e il loro governo, hanno mentito troppo a lungo sullo stato di salute reale dei bilanci: non hanno più credibilità. L’altra causa di sfiducia, è un effetto perverso degli aiuti …

"Dieci grandi città a rischio crac", di Paolo Baroni

In cima alla “lista nera” i capoluoghi di Campania e Sicilia. Boom di commissariamenti negli ultimi due anni Ci sono dieci grandi città italiane con più di 50 mila abitanti che sono ad un passo dal crac. Napoli e Palermo in cima alla «lista nera», anche se da settimane una task force a Palazzo Chigi sta facendo di tutto per evitare il peggio. Poi Reggio Calabria, finita in rosso già nel 2007-2008 ed ora oggetto di un’inchiesta della magistratura. E poi tante altre amministrazioni, grandi e meno grandi (come Milazzo), magari fino ad oggi virtuose, potrebbero essere costrette a chiedere il «dissesto», che significa scioglimento della consiglio, entrata in campo della Corte dei Conti e commissario prefettizio. L’ultimo colpo, o se vogliamo il colpo di grazia, sta infatti per arrivare: è una norma inserita nel decreto sulla spending review che nelle pieghe delle nuove regole che impongono l’«armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio» impone di svalutare del 25% i residui attivi accumulati sino ad oggi. Si tratta di entrate contabilizzate ma non …

"Allarme spread: sfondati i 525 punti"

Borse in picchiata, Piazza Affari -3,1%. Euro ai minimi sul dollaro e sullo yen. Alta tensione sui titoli di Stato. Da Fmi e Germania no a nuovi aiuti o a proroghe per la Grecia milano E’ già un lunedì nero. Le Borse europee crollano e gli spread di Italia e Spagna schizzano a livelli record. Milano (-3,1%) e Madrid (-3,5%) segnano i maggiori ribassi, con le banche in picchiata. Avvio in rosso anche per Londra, Parigi e Francoforte. E dopo il venerdì nero è ancora tensione sui titoli di Stato: il differenziale tra il Btp e il Bund tedesco ha sfondato questa mattina i 525 punti facendo salire ancora il rendimento dei titoli decennali italiani. Male anche i Bonos spagnoli: spread addirittura oltre quota 640 punti con il rendimento che tocca un nuovo record oltre il 7,5% . Le piazze asiatiche hanno chiuso in rosso. L’euro è sceso sotto la soglia psicologica di 1,21 dollari, per la prima volta dal giugno 2010, e sotto i 95 yen, come non succedeva da 11 anni. La moneta …

"Ecco come i super ricchi del Pianeta sottraggono al fisco 21mila miliardi", di Roberto Mania

Super ricchi oppure super evasori. Qualche volta, più rozzamente, super delinquenti globali. Perché c’è una manciata di persone di tutto il mondo che ha depositato nei paradisi fiscali qualcosa come 21 mila miliardi circa di dollari americani. È una cifra impressionante, stratosferica. È una somma pari al Pil prodotto negli Stati Uniti e a quello giapponese messi insieme, due tra i paesi più ricchi del Pianeta. Sono soldi sottratti al fisco, qualunque esso sia; soldi tolti agli investimenti produttivi e al lavoro; soldi molto spesso frutto di operazioni di riciclaggio della criminalità organizzata o del terrorismo internazionale. Sono soldi che arrivano da tante parti ma che si fermano nei cosiddetti paradisi fiscali, dalle Isole Cayman alla Liberia, con una identica principale motivazione: non pagare le tasse, o pagarne molto meno del dovuto. Sono soldi che per tante ragioni “devono” restare nascosti nei forzieri off-shore. Tanto chi li possiede se li può godere ugualmente, grazie a una rete di complicità che vede le banche (le stesse che dai subprime hanno generato la crisi) principali protagoniste insieme …

"Una sola strada da percorrere", di Tito Boeri

Se c’è qualcosa di utile nell’escalation della crisi, questo è l’avere mostrato che le misure adottate al vertice europeo del 29 giugno non sono in grado di evitare il peggio. La Spagna, come candidamente riconosciuto dal governo, a queste condizioni non è in grado di finanziare il suo debito pubblico. L’Italia è messa meglio perché grazie all’azione del governo Monti è oggi percepita meno a rischio della Spagna ed ha gestito meglio le sue aste di titoli. Ma è chiaro che uno spread che non solo non si riduce, ma addirittura si allarga, nonostante una manovra di più di 80 miliardi, è socialmente insostenibile e neanche troppo alla lunga. È bene esserne consapevoli: lo scudo antispread accolto in Italia trionfalmente non può funzionare. Non tanto perché la Corte Costituzionale tedesca si pronuncerà a riguardo a settembre, quanto perché non ha la potenza di fuoco per invertire le aspettative dei mercati. Il nuovo fondo ha in dotazione solo 60 miliardi in più di quello già esistente. Anche quando il nuovo fondo diventasse operativo, sarebbe un invito …