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"Allarme spread: sfondati i 525 punti"

Borse in picchiata, Piazza Affari -3,1%. Euro ai minimi sul dollaro e sullo yen. Alta tensione sui titoli di Stato. Da Fmi e Germania no a nuovi aiuti o a proroghe per la Grecia
milano

E’ già un lunedì nero. Le Borse europee crollano e gli spread di Italia e Spagna schizzano a livelli record. Milano (-3,1%) e Madrid (-3,5%) segnano i maggiori ribassi, con le banche in picchiata. Avvio in rosso anche per Londra, Parigi e Francoforte.

E dopo il venerdì nero è ancora tensione sui titoli di Stato: il differenziale tra il Btp e il Bund tedesco ha sfondato questa mattina i 525 punti facendo salire ancora il rendimento dei titoli decennali italiani. Male anche i Bonos spagnoli: spread addirittura oltre quota 640 punti con il rendimento che tocca un nuovo record oltre il 7,5% .

Le piazze asiatiche hanno chiuso in rosso. L’euro è sceso sotto la soglia psicologica di 1,21 dollari, per la prima volta dal giugno 2010, e sotto i 95 yen, come non succedeva da 11 anni. La moneta unica viene scambiata a 1,2099 dollari contro gli 1,2200 dollari delle quotazioni Bce di venerdì. Sulla riapertura dei mercati pesa l’uno-due Spagna-Grecia. Mentre a Madrid, infatti, si allunga la lista delle regioni a rischio default e proseguono le proteste, dal settimanale tedesco “Der Spiegel” arriva la notizia, da fonti «ufficiali» non meglio identificate dell’Ue, che il Fondo Monetario sarebbe intenzionato a bloccare gli aiuti alla Grecia con un probabile default del Paese a settembre. Atene non ce la farebbe infatti a ridurre il debito al 120% del Pil entro il 2020 e mantenere i propri impegni sulle riforme. Questo vorrebbe dire per i Paesi dell’Eurozona un ulteriore esborso in aiuti di 10-50 miliardi. E nessuno sarebbe intenzionato a spendere ancora di più.

L’Ue non commenta: il portavoce del commissario agli Affari monetari Olli Rehn si limita a dire che «non sappiamo da dove vengano queste informazioni dello “Spiegel” su cui non facciamo commenti» ricordando inoltre che la nuova missione della troika incaricata di valutare la situazione di Atene non si è ancora messa in marcia e, ha ricordato Simon O’Connor, «deve partire martedì 24». Ma da Berlino il ministro dell’Economia, Philipp Roesler, rilancia, dicendosi «più che scettico» sulla possibilità che Atene rispetti gli impegni: e «se la Grecia non soddisfa i requisiti chiesti, non ci potranno essere più risorse verso il Paese», spiega. «Per me un’uscita della Grecia non rappresenta più da tempo uno spauracchio», aggiunge il ministro, secondo il quale bisogna tuttavia attendere la prossima missione ad Atene della troika composta dai rappresentanti di Ue, Bce e Fmi.

Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble intanto ha lanciato un ulteriore avvertimento alla Grecia affinché intensifichi gli sforzi per conformarsi alle condizioni del piano di salvataggio imposto dai creditori internazionali. In un’intervista al quotidiano Bild in edicola stamane Schaeuble ha affermato: «Se ci sono dei ritardi, la Grecia deve provvedere a risolverli». Ma il ministro conservatore si è rifiutato di fare previsioni sulla permanenza o meno di Atene nella zona euro. «Non voglio precedere la troika. Quando il suo rapporto sarà pronto l’Eurogruppo si riunirà», ha detto Schaeuble facendo riferimento alle conclusioni attese dall’Unione europea, dal Fondo monetario internazionale e dalla Bance centrale europea, i tre creditori della Grecia. Schaeuble ha anche affermato di non vedere paralleli tra la situazione della Grecia e quella della Spagna, per la quale l’Eurogruppo ha approvato venerdì un piano di aiuti al settore bancario da 100 miliardi di euro: «Le cause della crisi nei due Paesi sono diverse. L’economia spagnola è molto più competitiva e ha una struttura differente. Il Paese si riprenderà rapidamente», ha concluso il ministro tedesco.

Gli esperti della troika sono attesi ad Atene questa settimana per un esame approfondito del programma economico del nuovo governo greco. Il loro rapporto sarà determinante per la concessione del nuovo prestito da 31,5 miliardi di euro previsto per settembre. Tutti guardano ora anche alla Bce. Il presidente, Mario Draghi, cerca di tenere le fila: «L’euro è irreversibile» – spiegava ieri – e non c’è un pericolo «esplosione» dell’unione monetaria. Ma l’Eurotower – sottolineava anche – non ha il mandato di risolvere i problemi finanziari degli Stati, ricordando anche il recente taglio del costo del denaro. Mentre in Italia il direttore generale del Tesoro, Annamaria Cannata, rassicurava sul buon andamento delle ultime aste. In attesa che il 12 settembre la Corte costituzionale tedesca si pronunci sul meccanismo di difesa europeo iniziando così il percorso per innescarlo in caso di attacchi speculativi, il premier Mario Monti agisce su due fronti: estero e interno. Il Professore ha già iniziato il suo “road show” da Mosca dove incontrerà le massime cariche ma anche gli imprenditori. Poi volerà in Finlandia, per cercare di superare le «resistenze» del Paese, spiegava Monti, infine in Spagna.

In Italia, in mancanza della rete di protezione europea, molti sperano comunque in un intervento in caso di attacchi, il governo si preparerebbe a fronteggiare l’agosto bollente con un’ulteriore sforbiciata alla spesa tra i 6 e gli 8 miliardi. Il menù del terzo step della spending review sarebbe pronto: taglio ai trasferimenti ai partiti e ai sindacati, revisione degli sconti fiscali, taglio e razionalizzazione degli aiuti alle imprese, ulteriore intervento sul pubblico impiego e un dettagliato pacchetto di dismissioni. Il Parlamento è già preallertato. Ma se i Palazzi dovranno aprire a metà agosto si saprà solo a partire da domani e molto dipenderà appunto dall’andamento dei mercati. La situazione è ’esplosivà anche se il Tesoro, grazie al buon andamento delle entrate, ha cancellato l’asta di titoli di agosto prendendo così un pò di tempo in più. Gli spread di Spagna e Italia venerdì si sono impennati fino a toccare i 610 e i 500 con rendimenti altissimi del 7,2% e del 6,1% e le borse hanno chiuso a picco.

da www.lastampa.it

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