Tutti gli articoli relativi a: lavoro

Baruffi, Ghizzoni e Kyenge “Rifinanziare la cassa in deroga”

I parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni e Cécile Kyenge hanno firmato una mozione che impegna il Governo a rifinanziare al più presto gli ammortizzatori sociali in deroga. Come da più parti denunciato, con le risorse attualmente disponibili si riuscirà a coprire le richieste dei lavoratori delle aziende in crisi solo fino alla fine del mese di maggio. Un impegno concreto a sostegno del lavoro e dell’occupazione: i parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni e Cécile Kyenge hanno firmato una mozione che impegna il Governo “ad assumere ogni iniziativa utile, anche con carattere d’urgenza, per assicurare la copertura finanziaria per il ricorso agli ammortizzatori sociali in deroga necessari per tutto l’anno 2013”. Come denunciato da Regioni e sindacati, la situazione si sta facendo drammatica: con le risorse disponibili si arriverà a coprire le richieste solo fino alla fine del mese di maggio. “Quella che si prospetta è una vera e propria emergenza sociale – scrivono i deputati modenesi del Pd insieme al capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza e all’ex ministro …

"Cassa in deroga già finita: servono altri 2,5 miliardi", di Massimo Franchi

«Siamo tutti molto preoccupati, i soldi stanno già finendo». E le risorse che il prossimo governo dovrà trovare non sono più il miliardo finora previsto, ma molto probabilmente più del doppio: 2,5 miliardi. Sulla cassa integrazione e mobilità in deroga, gli ammortizzatori sociali che riguardano piccole aziende (sotto i 15 dipendenti) e settori non industriali e che non è finanziata direttamente da imprese e lavoratori (come invece cassa integrazione ordinaria e straordinaria), il grido di dolore arriva direttamente dagli assessori regionali al Lavoro, coloro che gestiscono le richieste delle imprese in difficoltà. Se un mese fa, assieme ai sindacati, avevano sostenuto che i soldi stanziati dal governo sarebbero bastati fino a giugno, ora si devono ricredere. «Le richieste sono aumentate molto più di quanto avevamo previsto, siamo al 60% in più dell’anno scorso», spiega Gianfranco Simoncini, assessore toscano e coordinatore del settore lavoro per la Conferenza delle Regioni. Quasi tutti i suoi colleghi hanno fatto pubbliche dichiarazioni dello stesso tenore: non abbiamo più soldi. L’esempio della Toscana è forse uno dei meno urgenti, ma rende …

Povera una famiglia su sei, serve subito un piano straordinario

Sulla povertà non si scherza. In Italia una famiglia su sei è povera e la soglia di povertà è di circa 8.500 euro. E’ quanto emerge dall’indagine della BCE sui bilanci delle famiglie nell’aerea dell’euro. La soglia di povertà nazionale è al 16,5% contro il 13% dell’area euro. Mentre se si considera la soglia di povertà unica ( che tiene conto dei diversi livelli di prezzi e tratta tutte le nazioni come unico paese), la percentuale dell’Italia sale al 20% e per l’area euro al 14,6%. Allarmanti anche i dati che ci arrivano dall’Istat. Crolla il potere d’acquisto, crolla anche il reddito ma soprattutto naufraga la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici, pari all’8,2% nel 2012: è il livello annuo più basso da quando è disponibile il dato, cioè dal 1990. “La fotografia scattata dall’Istat è impressionante – ha commentato il deputato del Pd Francesco Boccia – e racconta il paese reale che non è quello oggi rappresentato da chi scimmiotta la prima repubblica e annuncia folkloristiche occupazioni delle istituzioni democratiche”. Duri i commenti dei …

"L'ultimatum dell'Emilia Romagna", di Ilaria Vesentini

I dati congiunturali sul manifatturiero della via Emilia presentati ieri a Bologna gettano benzina sul fuoco acceso cinque giorni fa dal grido d’allarme di Confindustria Emilia-Romagna, che per la prima volta in 40 anni di vita dell’associazione ha chiamato a raccolta i presidenti di tutte le territoriali e di categoria per lanciare un ultimatum alla politica romana. Un’esasperazione di fronte all’inerzia del Governo acuita dal graduale peggioramento delle performance 2012 delle piccole (che soffrono di più) e grandi industrie regionali: -4,3% produzione e fatturato su base annua e -4,8% gli ordini, segnale non rincuorante sulle prospettive a breve. Con l’aggravante di un gap sempre più ampio tra le attese delle imprese e il reale andamento di produzione e domanda. «Il 2013 doveva essere l’anno in cui si concretizzavano i segnali di risveglio che si respirano in Europa e che altri Paesi competitor stanno già cogliendo. Noi ci confidavamo e parlavamo di recupero per questo avvio d’anno, invece la recessione continua a non dare tregua e rischia di intaccare i fattori portanti della nostra struttura produttiva, …

"Senza risorse per la CIG a rischio migliaia di posti", di Massimo Franchi

Si rafforza l’asse imprese-sindacati nella richiesta di interventi contro la crisi. A una settimana esatta dalla mobilitazione sindacale, ieri la Cna ha rilanciato il grido di dolore di Cgil, Cisl e Uil sulla necessità di un miliardo per finanziare la cassa integrazione in deroga. «Accanto al milione di licenziamenti nel 2012, se non si interviene in tempi molto stretti, rifinanziando con un miliardo di euro la cassa integrazione in deroga, esiste il rischio concreto di bruciare, entro luglio, altri 100mila posti di lavoro». «Questo ammortizzatore sociale – spiega la confederazione nazionale dell’Artigianato – introdotto a seguito della crisi economica, viene sostenuto con finanziamenti che non consentono di andare oltre i primi sei mesi dell’anno. Stiamo parlando di uno stock di oltre 200 milioni di ore di Cig in deroga che sono state richieste dal comparto dell’artigianato negli ultimi 12 mesi». «È evidente – sottolinea la Cna – che ai 100mila lavoratori dipendenti a rischio potrebbero aggiungersi titolari e collaboratori di tutte quelle imprese che inevitabilmente chiuderebbero se fossero costrette a privarsi definitivamente della manodopera». Fra …

"La tragica solitudine dei muratore Romeo", di Bruno Ugolini

“Il sindacato può allargare il campo di gioco alla dimensione territoriale, intervenendo sulla condizione sociale delle persone”. Sono parole di Riccardo Terzi, oggi dirigente del sindacato dei pensionati Cgil. Parla a un convegno dedicato, appunto, alla crisi del sindacato e cita Bruno Trentin e la sua intuizione circa la «persona» da cui partire per recuperare un ruolo innovativo. Ecco quelle parole, quell’incitamento può essere ripreso pensando alla tragedia di Civitanova Marche. Certo il muratore sessantaduenne Romeo Dionisi con 35 anni di contributi avrebbe potuto essere aiutato da una modifica delle norme varate dal «governissimo» di Monti. Come ha osservato Pierre Carniti si poteva reintrodurre il pensionamento volontario, previsto dalla riforma Amato e Dini. Così Romeo avrebbe potuto godere della sua pensione, maturata con 35 anni di contributi, senza aspettare, da disoccupato, i 67 anni, senza doversi indebitare all’infinito. Era una regola di «flessibilità» insistentemente richiesta dai sindacati e da deputati del Pd come Cesare Damiano. E però la tragedia di Civitanova mette in luce un altro aspetto: la solitudine di tanti che, come Romeo, non …

"Tre strade per creare occupazione", di Walter Passerini

Lo sfondamento della linea Maginot di un milione di licenziamenti nel 2012, come raccontano i freddi dati del ministero del Lavoro, a ridosso della tragedia dei suicidi da lavoro e povertà, è un tremendo doppio colpo nello stomaco del Paese, di alto valore simbolico e reale, con il quale l’economia e le condizioni materiali delle persone tornano da protagoniste sulla scena politica, economica e sociale. Il contatore delle comunicazioni obbligatorie di avviamenti e cessazioni del ministero denota un mercato del lavoro in subbuglio, per niente stagnante, nel quale la prevalenza di segnali negativi non deve condannare alla rassegnazione. C’è da chiedersi quanto male stia facendo lo stand by della politica, ferma da sei mesi e incapace di uscire dal pantano in cui si è messa, a cui gli attori dell’economia reale non riescono a contrapporre una linea alternativa di ripresa. Serve una svolta rapida, una terapia d’urto, una salutare reazione di emergenza, che rimetta sviluppo e lavoro al centro delle agende di tutti gli attori coinvolti. E’ finito il tempo delle analisi e delle diagnosi, …