Tutti gli articoli relativi a: lavoro

"La crisi presenta il conto anche a Emilia e Veneto", di Francesca Barbieri

Nel pantano della crisi ci sono Regioni che sprofondano e altre che riescono a galleggiare. Altre ancora si trovano a metà del guado, bilanciando forti perdite e buone performance. E non mancano le sorprese. A braccetto con il Sud (esclusa la Puglia) e l’Umbria vanno Emilia Romagna e Veneto, lungo la linea rossa che collega i territori dove il campanello di allarme ha suonato più forte dal 2008 a oggi. Nella classifica del disagio economico – realizzata dal Centro studi Sintesi per Il Sole 24 Ore – oltre la metà delle Regioni ha perso più terreno rispetto alla media nazionale, mentre le performance meno disastrose si registrano in Trentino Alto Adige, seguito a larga distanza da Liguria e Marche. Nel mix di 10 indicatori – dal tasso disoccupazione ai fallimenti, dai consumi alle sofferenze, tutti considerati non in valore assoluto ma mettendo sotto la lente il trend dal 2008 al 2012 – ad essere più colpite sono Umbria, Calabria e Sardegna. Nella prima pesa l’aumento dei disoccupati (+5%) e delle imprese protestate (+31%). Le ore …

"In fabbrica la riscoperta dei contratti di solidarietà", di Luigina Venturelli

La ragione del loro esistere non potrebbe essere più evidente. Si chiamano contratti di solidarietà, puntano a risolvere i problemi in modo solidale tra gli occupati, lavorare meno per lavorare tutti. È meno evidente, invece, il motivo del loro crescente utilizzo in questa fase economica, con la crisi che non demorde e i vecchi pregiudizi aziendali sulla loro rigidità di gestione. «Appena si presenta una difficoltà, la prima tentazione delle imprese è sempre quella, avviare la mobilità e ridurre l’organico» racconta Michela Spera, responsabile dell’ufficio contrattazione della Fiom. «Ma le esperienze positive di questi anni e gli accordi sottoscritti anche da grandi gruppi industriali, dimostrano ampiamente che i contratti di solidarietà sono lo strumento migliore per gestire questa crisi». TUTELA ED EFFICIENZA Così il ricorso a questo strumento – secondo i dati dell’Osservatorio Cgil sulla Cig – è aumentato del 65% nell’ultimo anno, passando dai 174 accordi applicati nel 2012 ai 286 registrati all’inizio del 2013. Una cifra notevole, ma che non tiene conto delle intese sottoscritte di recente. Solo pochi giorni fa, i contratti …

"Sono 490mila i lavoratori a zero ore, +22% sul 2012. Risorse per la Cassa in deroga fino a maggio", di Laura Matteucci

Sono 490mila i lavoratori in cassa integrazione a zero ore, e per loro il taglio del reddito quest’anno è di circa 650 milioni di euro, il che equivale a circa 1.300 euro per ogni singolo lavoratore. E stiamo parlando solo della cassa a zero ore, quando cioè il dipendente non lavora affatto. Poi, c’è il ricorso medio alla cig, pari cioè al 50% del tempo lavorabile globale (4 settimane): in questo caso sono coinvolti 977.150 lavoratori. Tra i settori in cui se ne fa maggiore ricorso, al primo posto si conferma ancora una volta la meccanica, seguono il commercio e l’edilizia. Sono i numeri elaborati sulle rilevazioni Inps dall’Osservatorio Cig della Cgil nel rapporto di febbraio. Che riportano l’attenzione sull’emergenza lavoro, sulla perdita di potere d’acquisto e sull’esclusione sociale. Come ha ricordato la segretaria della Cgil Susanna Camusso ancora l’altro giorno: «Mi auguro un governo di cambiamento che si occupi di lavoro come del fondamento della politica economica. Le mere politiche di austerity non risolvono i problemi». I dati derivano dal ricorso alla cassa integrazione …

"I comuni in piazza: sbloccare i fondi o moriamo", di Bianca Di Giovanni

Nove miliardi da sbloccare subito, altrimenti si autorizzeranno tutti i pagamenti rimasti in sospeso. Con uno sforamento senza precedenti del Patto di stabilità interno. È questa in soldoni la richiesta dell’Anci, che ha indetto per il 21 una manifestazione di protesta a Roma. La questione è quella dell’ormai insostenibile rinvio dei pagamenti per lavori già fatti, che non si possono onorare per non sforare i parametri di bilancio, anche nel caso in cui si abbiano le casse piene. Tutti i tentativi per aggredire la montagna di debiti accumulati dalle pubbliche amministrazioni (si parla di circa 40 miliardi complessivi per i soli Comuni) finora sono falliti miseramente. Il sistema dello sconto dei debiti attraverso le banche ha risolto esposizioni per appena 3 milioni: nulla. Intanto le aziende chiudono, i lavoratori perdono il posto, la questione sociale irrompe su una scena già drammatica. E le amministrazioni locali sono in prima linea, come testimoniano gli ultimi episodi di Perugia e di Bari. I sindaci si riuniranno il 21 al cinema Capranica di Roma. «Abbiamo chiesto e ottenuto – …

“La disoccupazione aumenterà ancora", di Tonia Mastrobuoni

Una delle regole d’oro dei banchieri centrali della Bce è che prima di riunirsi per discutere dei tassi, ogni primo giovedì del mese, tengono la bocca ben chiusa sulle mosse che riguardano il costo del denaro. «We never pre-commit», non ci impegniamo ex ante, ripete Mario Draghi come un automa ad ogni giornalista che prova a chiedergli se abbasserà i tassi. Ma c’è chi ama invece giocare d’anticipo, e in genere sono i «falchi», gli esponenti delle banche centrali dei paesi del nord. Così, il governatore della Banca centrale austriaca Nowotny ha fatto sapere ieri che «non è opportuno impiegare misure relative ai tassi di interesse», pur riconoscendo che «la situazione attuale della crescita è insoddisfacente». Insomma, niente calo dei tassi, fosse per l’austriaco. Eppure, guardando anche ai dati diffusi ieri dal bollettino mensile della Banca centrale europea diffuso ieri, la pessima costellazione di dati sembrerebbe favorire un alleggerimento del costo del denaro. L’economia peggiora, anche se la Bce resta dell’idea che nella seconda metà dell’anno ricomincerà la ripresa, e l’inflazione continua a scendere. Come …

Istat-Cnel: italiani meno soddisfatti della loro vita

Italiani piu’ incerti e tristi a causa della crisi: fino al 2011 quasi la meta’ della popolazione di 14 anni e piu’ dichiarava elevati livelli di soddisfazione per la propria vita nel complesso, indicando punteggi compresi tra 8 e 10 (su una scala da 0 a 10). Ma nel 2012 la quota dei soddisfatti e’ scesa dal 45,8% dell’anno prima al 35,2%. Lo certificano l’Istat e il Cnel nel “Primo rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile in Italia”. Aumentano anche i divari territoriali e sociali nella diffusione del benessere soggettivo e se ne creano di nuovi. La soddisfazione per la propria vita decresce in misura maggiore nel Sud, attestandosi al 29,5% (contro il 40,6% del Nord), e tra le persone con titolo di studio piu’ basso e peggiori condizioni occupazionali. Nonostante il contesto non facile, nel 2012 una prospettiva di miglioramento per il futuro viene indicata da un quarto della popolazione di 14 anni e piu’. Una dimensione fondamentale della qualita’ della vita, quella del tempo libero, pur essendo ritenuta molto soddisfacente da una quota …

"Start up, la creatività non basta cresciute del 20% le aziende che emigrano all’estero", di Federico Rampini

Anche le start-up emigrano. Sempre più spesso le neonate imprese innovative scelgono la strada dell’estero. Di preferenza spiccano il volo verso la Silicon Valley. E questo nuovo tipo di “fuga” — che con le imprese trasporta all’estero cervelli, idee, brevetti — ha avuto una brusca accelerazione proprio nell’ultimo anno. È il risultato di un’indagine presentata ieri nella Silicon Valley in occasione dell’Italian Innovation Day. La ricerca rivela un balzo del 20% in un solo anno, nel numero di neoimprese che hanno abbandonato l’Italia per costituire la sede sociale altrove. Nel 2012 sono state ben l’11% del totale, quelle che hanno deciso di abbandonare il nostro paese, la maggioranza ha scelto di venire negli Stati Uniti. Corporate drain è il neologismo coniato per designare questo fenomeno che si accentua e fa da moltiplicatore rispetto ad altri drain, flussi in arrivo di talenti, risorse umane, brevetti e idee, tutti fattori riuniti dentro le start-up. Altra rivelazione importante di questa inchiesta: non è tanto la mancanza di finanziamenti a far fuggire i giovani inventori-imprenditori dall’Italia. Certo la Silicon …