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"Da Bolzano a Catania, centinaia di eventi per la notte dei ricercatori", di Alessandra Dal Monte – Corriere della Sera 26.09.14
La mappa degli eventi
Milano, 13.30 – 23. L’appuntamento lombardo con «Meet me tonight» – questo il nome dell’evento organizzato da Politecnico, università Statale, università Bicocca e Comune di Milano – non coinvolge solo il capoluogo ma anche Brescia, Castellanza, Como, Edolo, Pavia e Varese. Le prime due ore del pomeriggio, fino alle 15.30, sono dedicate alle classi della scuola elementare, che potranno partecipare su prenotazione ad attività e laboratori. Poi l’apertura al pubblico, con quattro mostre, 48 stand, sei conversazioni sulla scienza sui quattro temi di questa edizione, legati a Expo (ambiente, benessere, nutrizione, salute).
Torino, 17-24. Esperimenti e laboratori a bordo di un tram storico della città, ribattezzato “tram della scienza”: il tour comincerà a partire dalle 20. Una mostra sulla storia del Cern che compie 60 anni, uno spettacolo teatrale (sulla simmetria perduta) e la possibilità di osservare le stelle grazie al planetario gonfiabile.
Bolzano, 17-24. Uno spettacolo di droni all’auditorium Eurac, per ragionare sui mezzi di trasporto del futuro. E poi un laboratorio per capire le potenzialità del cervello (come funziona se si alterano le sue percezioni). Laboratori per «fare in casa» il Dna.
Roma Visite guidate ai siti archeologici con un archeologo, un geologo e un chimico, incontri sui vulcani extraterrestri, lo «star party» (osservazione astronomica guidata) e un approfondimento sui dinosauri insieme a un paleontologo.
Genova Caccia al tesoro negli archivi della fondazione Ansaldo per scoprire la storia dell’ente. Laboratori di meteorologia per capire insieme ai ricercatori i cambiamenti del clima. Visita serale al museo di archeologia e a quello di storia naturale con favole, racconti e caccia al tesoro.
Perugia Incontri sulla chimica delle opere d’arte, un seminario sui vulcani, lo speaker’s corner dei ricercatori, i laboratori delle università aperti al pubblico
"Cassazione, Fedeli: "Uno stupro non può avere attenuanti" – Valeria Fedeli 26.09.14

Sulla ricerca si faccia chiarezza – Manuela Ghizzoni 26.09.14
Serve un chiarimento urgente.
Sui quotidiani odierni appaiono due notizie contrastanti. E non mi riferisco alle posizioni interne al PD sull’art.18 (mentre sugli altri e non meno importanti contenuti della delega, cioè le politiche attive di reinserimento al lavoro ed l’ estensione a tutti i lavoratori delle tutele sociali, cala un silenzio assordante), bensì alle risorse per la ricerca.
Da un lato si apprende, positivamente, della imminente approvazione del Piano nazionale della Ricerca. Scomparso dai radar della politica da oltre 8 mesi, oggi assurge ai titoli dei quotidiani. In esso si stabiliscono gli assi prioritari e le linee strategiche per fare ricerca e innovazione nel nostro Paese, da qui al 2020. Il Governo si impegna ad azioni concrete per portare le risorse pubbliche e private, da investire in ricerca e sviluppo dall’attuale infimo 1,1% del PIL ad un più europeo 2,5%. Si annuncia di fare affidamento anche sulle ingenti risorse europee. Ma come pensiamo di accaparrarci questi finanziamenti se abbiamo un terzo dei ricercatori e rispetto a paesi nostri vicini la percentuale cala paurosamente? Sarebbe come pretendere di vincere una competizione con un pesante handicap iniziale! In ogni caso l’intento di incrementare gli investimenti è meritorio e positivo ma cozza con un’altra notizia: il Miur annuncia per la prossima legge di stabilità tagli ai fondi statali per la ricerca e l’università, per contribuire alla spending review e recuperare le risorse necessarie alla stabilizzazione dei precari della scuola.
Mi auguro che la notizia venga smentita, sia per confermare coerenza alle azioni del governo, sia per dare gambe alla sola cura contro la crisi sociale ed economica che stiamo attraversando: investire in conoscenza, ricerca e innovazione.
Università, Ghizzoni “Difendiamo le speranze di chi fa un Master” -comunicato stampa 26.09.14
Dopo l’inquietante vicenda che ha visto il capitano Schettino relatore nell’ambito di un Master organizzato dall’Università romana La Sapienza, la parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni ha presentato una interrogazione al ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Giannini per capire quanto la normativa sui Master sia effettivamente applicata nel nostro Paese, soprattutto tenendo conto del fatto che sono sempre di più i neolaureati che, sostenendo costi in genere anche elevati, puntano a frequentare un Master con la speranza che possa facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro. Ecco la sua dichiarazione:
«C’è una forte domanda di Master universitari da parte dei neolaureati nella speranza che aiutino a trovare lavoro. I costi sono generalmente elevati, il ventaglio delle offerte diventa sempre più ampio, ma la qualità spesso non corrisponde alle attese. Capita poi che la progettazione del Master sia carente, mentre quasi sempre la gestione è individualistica. Inutile ricordare l’inquietante vicenda dell’intervento di Schettino a un Master di Roma La Sapienza che ha riempito le cronache dell’estate. I Master sembrano ambientati in un far west in cui nessuno assume responsabilità. Eppure una normativa nazionale esiste e prevede, come per ogni altra attività universitaria, la programmazione, il coordinamento e la valutazione dei risultati da parte degli organi didattici. Ma la norma è ampiamente disattesa. Per attirare l’attenzione su questi temi, anche al fine di contrastare scandali ricorrenti che gettano discredito sull’intero sistema universitario, ho chiesto con un’interrogazione al ministro dell’Università di sapere quali atenei abbiano rispettato la normativa vigente e come si intenda affrontare il disallineamento lessicale del “Master” italiano rispetto agli altri Paesi europei, nei quali questa denominazione copre invece genericamente tutti i titoli di secondo livello, come la laurea magistrale, inducendo ulteriori equivoci in un mercato del lavoro ormai globale. Si garantisca la massima autonomia agli atenei, si lasci ai master l’attuale status di titoli universitari senza valore legale, ma si difendano i diritti e le speranze di chi li frequenta».
http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/63343
Orari negozi, Baruffi e Ghizzoni “Primo passo per regole più eque” – comunicato stampa 25.09.14
Si va verso il superamento della completa liberalizzazione degli orari e delle aperture degli esercizi commerciali: la Camera ha approvato un testo di riforma che porta la firma anche dei deputati modenesi del Pd Davide Baruffi e Manuela Ghizzoni. Tra le novità l’elenco di festività in cui non si può aprire, l’introduzione di accordi territoriali come quello sperimentato a Modena e la previsione di un Fondo di sostegno per le piccole e medie imprese commerciali. “Con questo atto – spiegano i deputati Pd – la Camera prende atto dei problemi che il decreto Salva Italia ha prodotto sul territorio, in particolare a danno dei piccoli esercenti e dei lavoratori dipendenti della Grande distribuzione. Auspichiamo che nei prossimi passaggi parlamentari il testo oggi approvato dalla Camera possa essere ulteriormente migliorato”.
“Un primo passo avanti per introdurre regole più eque a tutela del lavoro autonomo e dipendente”: è questo il primo commento dei deputati modenesi del Pd Davide Baruffi e Manuela Ghizzoni all’approvazione da parte della Camera (tutti a favore, tranne Sel astenuta) di un nuovo testo di disciplina degli orari e delle aperture degli esercizi commerciali. Il testo è il frutto della unificazione di diverse proposte di legge, una delle quali appunto presentata dal deputato Baruffi. L’obiettivo è quello di provare ad eliminare, almeno in parte, i problemi prodotti con la completa liberalizzazione del settore introdotta, nel 2011, dal Governo Monti con il decreto Salva Italia. Tra le principali novità c’è la predisposizione di un elenco di dodici festività nazionali durante le quali i negozi devono rimanere chiusi, anche se è prevista la possibilità da parte del singolo esercente di chiedere una deroga per sei di queste. Viene poi recuperata l’esperienza modenese degli accordi territoriali in materia e, infatti, si prevede la possibilità per i singoli Comuni o per territori più vasti di stilare accordi specifici su orari e giornate di aperture degli esercizi commerciali, anche se si tratta di accordi non vincolanti. I sindaci hanno anche la possibilità di decidere orari di chiusura diversi, in genere per ragioni di sicurezza urbana e quiete pubblica, in specifiche aree del proprio territorio. Infine sono previste due misure specifiche a sostegno degli esercizi commerciali di medie e piccole dimensioni: innanzitutto è stato istituito un Fondo che stanzia 18 milioni di euro, ogni anno per cinque anni, a cui possono attingere gli esercenti che vogliono ampliare o rendere più efficienti da un punto di vista energetico i propri negozi oppure che semplicemente hanno difficoltà a pagare l’affitto. E’ prevista, poi, la possibilità per i Comuni, all’interno degli accordi territoriali, di riconoscere incentivi fiscali a favore delle piccole e piccolissime imprese. I deputati Davide Baruffi e Manuela Ghizzoni avevano presentato specifici emendamenti per migliorare alcuni aspetti della riforma, primo tra i quali il fatto di rendere vincolanti gli accordi territoriali, ma hanno finito con il ritirarli per non mettere a rischio questa prima approvazione: “Con questo atto – spiegano Baruffi e Ghizzoni – la Camera prende atto dei problemi che il decreto Salva Italia ha prodotto sul territorio, in particolare a danno dei piccoli esercenti e dei lavoratori dipendenti della grande distribuzione. Noi non siamo contro l’apertura dei mercati, ma questo principio va contemperato con i diritti e del lavoro autonomo e di quello dipendente. Oggi è stato fatto un primo passo avanti. Auspichiamo che nei prossimi passaggi parlamentari il testo oggi approvato dalla Camera possa essere ulteriormente migliorato. Noi lavoreremo in questa direzione”.
http://www.camera.it/leg17/465?area=21&tema=1122&Orari+di+apertura+degli+esercizi+commerciali
Riforme, deputati Pd “Tre provvedimenti attesi in Italia da anni” – comunicato stampa 25.09.14
La nota dei deputati modenesi del Pd Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni e Giuditta Pini
Non una palude, ma un luogo dove, anche con fatica, si conseguono risultati. I deputati modenesi del Pd Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni e Giuditta Pini sottolineano come in una sola giornata, mercoledì 24 settembre, la Camera abbia licenziato ben tre misure sostenute dal Pd e attese nel nostro Paese da anni, ovvero il dimezzamento del budget per gli F35, l’introduzione del reato di depistaggio e l’abolizione dell’obbligo di dare il cognome paterno ai figli.
“Contrariamente al luogo comune che vuole un Parlamento paralizzato nei suoi lavori, la Camera dei deputati, nella giornata di mercoledì 24 settembre, ha licenziato ben tre provvedimenti, di segno e portata diversi, che erano attesi almeno da anni nel nostro Paese”: è quanto ribadiscono i deputati modenesi del Pd Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni e Giuditta Pini, firmatari dei provvedimenti in questione. Innanzitutto il Parlamento ha approvato la mozione voluta dal Partito democratico che sancisce la volontà di dimezzare il numero degli F35 che verranno acquistati dall’Italia, un tema molto sentito soprattutto in tempo di crisi e di risparmi forzati delle famiglie: “Questo risultato – dichiara Giuditta Pini, componente della Commissione Difesa della Camera – è il proseguimento di un percorso iniziato l’anno scorso con la mozione che ha dato il via libera all’indagine conoscitiva sui sistemi d’arma. L’indagine si è conclusa pochi mesi fa con un documento che impegnava il Governo a sospendere l’acquisto degli aerei fino a quando non fossero stati chiari i costi dei velivoli. Mercoledì abbiamo segnato un altro punto, i costi preventivati saranno comunque dimezzati. Un anno fa – conclude Giuditta Pini – pochissimi credevano nell’operato del Pd. Ora abbiamo dimostrato che stiamo lavorando con competenza e inesorabilmente, coniugando le necessità delle Forze armate e quelle del Paese”. E’ stato, poi, inserito nel codice penale il reato di depistaggio. In sostanza, chi manovra per depistare le indagini e manomette le prove andrà in carcere. I deputati Davide Baruffi e Manuela Ghizzoni avevano firmato la proposta presentata dal collega Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione familiari delle vittime della strage di Bologna. “Sono davvero troppe – spiegano gli on. Baruffi e Ghizzoni – le stragi italiane rimaste impunite per l’occultamento di prove e materiali da parte degli apparati dello Stato, in un Paese che rischia di dimenticare in fretta. Il sì della Camera all’introduzione nel nostro sistema del reato di depistaggio è un atto di giustizia per le famiglie e per la verità”. Infine, l’ultimo provvedimento adottato nella giornata di mercoledì 24 settembre: il sì della Camera all’abolizione dell’obbligo del cognome paterno per i figli, lasciando sul tema libertà di scelta per i genitori. “E’ una conquista di civiltà – concludono Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni e Giuditta Pini – Finalmente i genitori potranno scegliere se dare al figlio il cognome del padre o quello della madre. Un provvedimento già adottato in Spagna, Francia e Germania, il cui mancato recepimento è costato una condanna all’Italia da parte della Corte europea per violazione dei diritti umani”.