Tutti gli articoli relativi a: pari opportunità | diritti

"Non siamo un paese per donne? La risposta è nei numeri dell'Istat", di Paola Zanuttini

D’ accordo, è un brutto momento per le italiane: le più in vista, elevate al rango di maîtresse à penser, sono le ospiti a cena di Berlusconi. Ma è giusto che, nella sua classifica sui 165 Paesi in cui è meglio o peggio nascere donne, Newsweek piazzi l’Italia al cinquantanovesimo posto, fra Uzbekistan e Russia? Veniamo dopo la Moldavia, dove la tratta di ragazze da prostituire ha devastato una generazione. Dopo la Cina che, con la politica del figlio unico, ha causato uno sterminio di neonate. Per stilare la pagella, il settimanale ha esaminato cinque indicatori: giustizia, salute, istruzione, economia e politica. Al top e in fondo, niente di nuovo, il Nord Europa stravince e l’Africa sprofonda, ma la zona media sconcerta: possibile che le brasiliane governate da una gioviale progressista stiano peggio che nel Brunei dominato da un sultano con l’harem? Chiedo lumi a un’italiana che ce l’ha fatta: Linda Laura Sabbadini, nuovo direttore del Dipartimento statistiche sociali e ambientali all’Istat, fiera di esserci entrata con un concorso da licenza media inferiore nel 1983. …

"La pace è donna il Nobel a tre africane", di Adriano Sofri

La gente di una certa età (di un´età certa) ricorda senz´altro quella geografia dei continenti attraverso l´età delle donne, che cominciava con l´Africa: “La donna a vent´anni è come l´Africa: semi-inesplorata”. (E poi, per esempio: “A 50 anni è come l´Europa: tutta una rovina”). Era una porcheria che passava per lo più inosservata, e lo fa ancora. L´idea che associava l´Africa a giovinezza e femminilità (comprese le espressioni più o meno inavvertitamente coloniali, “il continente vergine”) ha resistito, direi, ma va prendendo un ben altro senso. Così ieri il premio Nobel per la pace è andato a tre donne africane. Solo quindici giorni fa era morta a Nairobi Wangari Maathai, Nobel per la pace 2004, biologa e fondatrice del Green Belt Movement, impegnata soprattutto nella lotta contro la deforestazione. È come se donne, e africane, si passassero il testimone. Tre donne africane: ce n´è abbastanza per sentire aria di correttezza politica. Vorrei appunto scrivere un elogio del comitato norvegese (cui è riservato il Nobel per la pace) e della correttezza politica. La quale è stucchevole, …

"La generazione dei poveri", di Tito Boeri

Nei giorni scorsi il ministro del Lavoro Sacconi ha cercato di scaricare sulla lettera di Draghi e Trichet del 5 agosto la responsabilità dell´articolo 8 della manovra estiva, quello che permette alla contrattazione aziendale di derogare alle leggi dello Stato, comprese le norme sui licenziamenti. Le parole di ieri di Draghi hanno chiarito quanto lo spirito delle riforme invocate dalla BCE sia lontano dalle scelte del nostro Ministro del Lavoro. Sacconi ha scelto di abdicare alle sue funzioni, delegando il compito di cambiare le regole del mercato del lavoro alle parti sociali, che hanno non poche responsabilità nel dualismo del nostro mercato del lavoro. Draghi ieri ha chiesto al Governo, non a Confindustria e sindacati, riforme che aumentino la copertura dei nostri ammortizzatori sociali riducendo al contempo il dualismo, a vantaggio dei giovani e delle famiglie con figli. Sono proprio queste le categorie maggiormente colpite dalla Grande Recessione. I dati sin qui disponibili ci dicono che sono proprio i giovani e le famiglie con due o più figli le principali vittime della crisi. Il loro …

"Barletta si veste a lutto Fiori bianchi e rosa per le vittime del crollo", di Mariagrazia Gerina

«Le donne reggono il mondo», aveva scritto (su facebook), pochi giorni prima di morire, Antonella. E invece a loro quel mondo pieno di crepe, fatto di magliette da cucire per quattro euro l’ora in uno scantinato, è crollato addosso dischianto. E tra le macerie, ora, si alternano la pietà e la rabbia. Un bigliettino, dei fiori. Le lacrime e l’ultima parola scritta a penna: «Addio». Addio ad Antonella: Antonella Zaza, 36 anni e una figlia già diciottenne. Addio a Giovanna Sardaro, trent’anni, che nella foto sua più recente stringe al petto una bambina di quattro anni, sua figlia. Addio a Matilde Doronzo, 32 anni, timida e triste in quello scantinato. Addio a Tina Ceci, 37 anni, la più “anziana” del gruppo. E addio anche a Maria Cinquepalmi, 14 anni, figlia del “principale”, Salvio, che su quel mondo si era appena affacciata. Chi piange una madre, chi la figlia, chi la compagna. Operaie, precarie, tessitrici. Donne che lavoravano in nero. Perché c’era la famiglia da mandare avanti. Perché non c’era altro, se non quello per campare. …

"Elogio della Bocassini", di Oreste Pivetta

Ilda Boccassini, magistrato e “togarossa” celebre e sbeffeggiata, offesa, vilipesa dalla stampa berlusconiana, s’è presa la libertà,discutendo di mafia, di proporre alcune considerazioni a proposito di intercettazioni con grande schiettezza oltre che con equilibrio, intelligenza, competenza Lo ha fatto dopo una giornata passata in tribunale a sostenere le ragioni di un processo, quello per il caso Ruby, che si deve fare, malgrado i soliti tentativi dei soliti legali di rinviare, occultare, insabbiare. Considerazioni impreviste e forse imprevedibili nel momento in cui il presidente del Consiglio muove l’ennesima campagna censoria, per fortunatra molti ostacoli emolte opposizioni, giornalisti in prima fila. Ilda Boccassini, con naturalezza, ha detto una cosa semplice, che a legger certe cose sui giornali s’indigna, e ne ha detto un’altra difficile, lei magistrato rivolgendosi ad altri magistrati: che s’è fatto un cattivo uso di quel formidabile strumento da parte della magistratura, ovvero da parte degli uffici del pubblico ministero a livello nazionale, proponendole di fatto come il campo, l’occasione, di uno scontro politico senza autentica politica, contribuendo al degrado di una politica che degradata …

Ogni anno muoiono 8 milioni di bambini sotto i 5 anni. Rapporto Save the Children

L’emergenza nel Corno d’Africa e l’alluvione in Pakistan aggravano il bilancio. Somalia e Ciad paesi maglia nera, lì un bimbo rischia di morire 5 volte di più che in Norvegia Un bambino che nasce in Somalia, Guinea, Ciad o Niger rischia di morire da piccolo cinque volte di più di un bimbo nato in Svizzera o in Norvegia. Quasi otto milioni di bambini muoiono, ogni anno nel mondo, prima di avere compiuto 5 anni, uno ogni quattro secondi, di cui oltre il 70% muore nel primo anno di vita e il 40% nel primo mese. Le cause sono spesso malattie banali e curabili, quali le complicazioni pre e post parto (21%), la polmonite (18%), la malaria (16%) e la diarrea (15%). Sono dati Unicef riportati da Save The Children nel rapporto “Accesso Vietato – Perché la grave carenza degli operatori sanitari ostacola il diritto alla salute dei bambini”, in occasione del rilancio della Campagna Every One, per dire basta alla mortalità infantile . A queste malattie si aggiunge la malnutrizione come concausa di un terzo …

"La nostra vergogna", di Luciano Gallino

Le hanno trovate abbracciate. Le quattro donne morte lunedì nel crollo della palazzina lavoravano in nero per pagare i mutui. E venivano pagate 4 euro l´ora. Ieri si è levato il monito di Napolitano: «È inaccettabile». La Procura di Trani ha aperto un´inchiesta per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. Ma al momento non ci sono indagati. Un edificio pieno di crepe, uno scantinato mal illuminato, mal aerato, senza uscite di sicurezza. Nel quale lavoravano una decina di donne, faticando fino a dieci ore al giorno. Però senza contratto di lavoro, e pagate 4 euro l´ora. Di laboratori del genere ce ne sono decine solo a Barletta, che diventano migliaia se si guarda all´insieme del Mezzogiorno, e decine di migliaia se lo sguardo si allargasse mai al Centro e al Nord. Di laboratori e officine e cantieri in nero è piena tutta l´Italia, lo era prima della crisi e lo è ancora di più adesso che la crisi morde tutti e dovunque. Non tutti hanno sulla testa mura che si sgretolano. Però le condizioni di …