“Il Papa scuote le istituzioni e non solo le nostre coscienze è tempo di cambiare politica”, di Vladimiro Polchi
«Il Papa scuote le nostre coscienze e incoraggia chi dalle politiche dell’indifferenza vuole passare a quelle dell’accoglienza ». Cécile Kyenge parla con emozione. Del resto la parabola della prima ministra “nera” della Repubblica (come lei preferisce definirsi) racconta molto della nuova Italia multietnica: la sua storia parte da Kambove, nella provincia congolese del Katanga, e arriva a Roma in Largo Chigi 19, sede del ministero dell’Integrazione. In mezzo, un periodo da precaria, un impiego da badante, la professione di medico oculista, due giovani figlie e il matrimonio con Mimmo, ingegnere italiano. Lei è arrivata in Italia nel 1983 e ha provato sulla sua pelle cosa significa vivere da “invisibile”. «Sì anche io, dopo essere entrata con un permesso di studio, ho vissuto un periodo di precariato. Ora il Papa nel suo discorso ha parlato di fratellanza e ha rimesso al centro la persona, a prescindere dalla sua provenienza». Quale valore ha per lei la vista del pontefice a Lampedusa? «È un’emozione grandissima e indescrivibile. Il Papa ha fatto un regalo a chiunque si sia dedicato …
