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“Uguaglianza tra uomini e donne le astuzie della via francese”, di Stefano Montefiori

erto la parità tra uomo e donna non si può imporre dall’alto, un decreto non riuscirà a ottenere la fine delle ingiustizie… Però aiuta. Ieri Najat Vallaud-Belkacem, portavoce del governo francese e ministro per i Diritti delle donne, ha presentato il suo piano di lotta contro le diseguaglianze. Partendo, intanto, dalla fotografia della società francese.
In media ogni donna dedica 4 ore e 1 minuto al giorno — l’uomo 2 ore e 13 minuti — ai lavori domestici. Tra questi aspirapolvere, cucina, stirare e spesa: 3h01 per le donne, 1h17 per gli uomini. Le donne guadagnano il 27 per cento in meno, sono poco rappresentate in politica (27 deputate, 14 sindache, 22 senatrici su 100) e nelle aziende: solo il 12 per cento dei capi sono donne. Le ragazze rappresentano il 70 per cento degli studenti in scienze umane e meno del 30 per cento di quelli in materie scientifiche: non certo perché le ragazze siano più portate per la letteratura, come per il lavoro a maglia, il pianoforte o i centrini di pizzo; anzi, di solito al liceo le femmine sono studentesse migliori dei maschi anche in matematica, solo che tradizioni secolari e magari qualche pressione famigliare le spingono poi verso facoltà meno impegnative (in Francia la distinzione è piuttosto netta) e meno promettenti.
Sotto l’impulso di Najat Vallaud-Belkacem il governo francese ha deciso di non abbandonarsi alla fatalità: accanto a misure più controverse, come l’avvio di asili sperimentali dove spariranno le distinzioni di genere (niente giochi da bambina o da bambino, bambole e macchinine per tutti), il nuovo piano per la parità prevede il raddoppio del congedo parentale, ma solo se sarà il padre a prendere gli ulteriori sei mesi (oggi solo 3 padri su 100 usano questo istituto); poi una garanzia dello Stato sugli alimenti negati dopo il divorzio, estensione delle quote rosa nelle aziende e nei partiti politici.
«È il momento di una terza tappa nei diritti delle donne», dice «NVB»: dopo il voto alla Liberazione e le conquiste sociali e economiche degli anni Settanta, l’obiettivo oggi è l’uguaglianza reale.

Il Corriere della Sera 04.07.13

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Sei mesi di aspettativa per i padri: è la riforma presentata dalla ministra trentacinquenne Vallaud-Belkacem Il pacchetto prevede inoltre incentivi per le imprese. Ma l’assegno mensile resta basso: meno di 600 euro
Congedo anche per i papà ecco la parità alla francese
di Anais Ginori

PARIGI Il cambio culturale ci sarà davvero quando, durante un colloquio di lavoro, un candidato si sentirà chiedere: «E lei pensa di avere figli?». L’imbarazzante domanda viene posta di solito alle donne perché, si sa, sono soprattutto loro ad assentarsi per la nascita di un bambino. La Francia del baby-boom non fa eccezione: le donne rappresentano il 96% delle domande di congedo parentale. Solo il 4% delle richieste riguardano i padri. «È questo squilibrio che crea poi, a cascata, le diseguaglianze nel mondo del lavoro e nella divisione dei compiti domestici» spiega la ministra delle Opportunità Najat Vallaud-Belkacem, beniamina del governo, ha appena 35 anni, e promotrice di una riforma destinata a trasformare, forse, la società francese.
Ieri il governo ha infatti approvato un pacchetto di misure che comprende una rivoluzione del congedo parentale. Agli uomini spetteranno per legge 6 mesi di paternità (oggi solo uno), sui tre anni autorizzati per ogni coppia, con assegno garantito dallo Stato. Contrariamente al passato, il periodo che spetta all’uomo non potrà essere scambiato con l’altro genitore. E per quelle famiglie che si adegueranno alla riforma è prevista una corsia preferenziale nell’accesso agli asili nido. D’altra parte, l’esecutivo vuole spingere le aziende a favorire la paternità. Molti dipendenti vorrebbero assentarsi per accudire i propri figli ma sentono ancora uno “stigma” nell’ambiente di lavoro rispetto alle donne. Il governo ha studiato una serie di incentivi per le imprese, tra cui un trattamento privilegiato nell’assegnazione degli appalti pubblici. Insomma, più che un invito sembra un ultimatum. Papà, state a casa. «Non c’è più tempo da perdere, dobbiamo imprimere una svolta» dice Vallaud-Belkacem che infatti ha inserito la nuova legge sul congedo parentale dentro a un pacchetto più ampio dedicato alla parità “donna-uomo” (e non il contrario). Sulla carta, sono tutte buone intenzioni: dalla prevenzione della violenza domestica fino al pagamento degli alimenti per le madri separate, dalla lotta agli stereotipi fino allo spazio concesso alle gare di squadre femminili. Certo, la giornata scelta per l’annuncio non è stata delle migliori. Proprio in queste ore François Hollande è accusato di sessismo. Il Presidente ha cacciato senza tanti convenevoli l’incauta ministra dell’Ambiente, Delphine Batho, colpevole di aver criticato l’austerity. Alcuni commentatori hanno sottolineato come Hollande fosse stato più clemente con altri ministri, altrettanto insolenti. Inoltre, l’uscita di Batho, sostituitada Philippe Martin, ha rotto la tanto sbandierata parità nell’esecutivo tra donne e uomini.
Ma al di là delle polemiche politiche, contano i fatti. E le misure approvate ieri potranno cambiare in meglio la vita di molte francesi. «Le diseguaglianze sono ovunque» sostiene la ministra delle Pari Opportunità. E aggiunge: «Il testo non riguarda solo il mio ministero ma coinvolge anche quello della Giustizia, dell’Interno, della Salute. Contiene campi inediti, finora inesplorati dal legislatore». Certo, non mancano le critiche. L’assegno versato per la paternità non è stato aumentato: è di soli 572 euro al mese. Molte associazioni denunciano la mancanza di coraggio nell’imporre le quote rosa al 50% nei consigli di amministrazione, oppure misure più drastiche per combattere la differenza salariale tra uomini e donne (ferma al 27%). Ma tutti riconoscono importanti passi avanti. Lo Stato si farà per esempio carico degli alimenti non pagati dagli ex mariti: un fenomeno in crescita con la crisi e che impoverisce le madri sole con figli. Saranno velocizzate le procedure per la denuncia di violenze domestiche e le vittime potranno chiedere in casa un allarme collegato con una centrale di polizia. Il governo ha raddoppiato la multa per i partiti che non rispettano la parità nelle liste elettorali, mentre saranno aumentati i programmi nelle scuole per lottare contro gli ste-reotipi di genere. Un’altra proposta contenuta nella riforma sta già facendo discutere. L’esecutivo ha chiesto alle televisioni di programmare in modo equilibrato le gare sportive disputate da squadre femminili. Non importa che le donne vincano o perdano: anche loro hanno diritto a un momento di gloria.

La Repubblica 04.07.13